Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 14 ottobre 2016

The Fiction

Cos'è la realtà?
E' un ologramma ipercodificato?
E' un'allucinazione consensuale?
Forse è qualcosa di più semplice.
Forse è solo una storia ch raccontiamo a noi stessi 

 E' uscito da pochissimo The Fiction, ed io me lo sono già preso per via del buon David Rubin, l'illustratore che ha disegnato il bel volume della Tunuè, Beowulf. Di cui in passato abbiamo parlato qui.
A fine lettura, l'unica considerazione che ti viene da fare è: ma perchè in Italia non ci sono questi plot narrativi?
Per quale motivo oltre i confini del nostro paese ci sono scrittori che creano storie rifacendosi ad autori come Carroll o Borges, mentre qui pontifichiamo, entusiasti per giunta, per mesi, su un indagatore con il cellulare?
Alla fine mi sono dato una risposta, non che qui gli scrittori siano particolarmente stupidi, semplicemente perchè nessuno tutela la loro creatività, e quando intendo nessun, intendo gli editori, ed i lettori.
Strutturalmente in the fiction non c'è nulla di nuovo se vogliamo star li a fare i pignoli, ma scriviamo più o meno da quanto?
3200 A.C.?
Dura inventarsi qualcosa di veramente nuovo, ma raccontare?

Raccontare è tutto un altro paio di maniche, raccontare, intrattenere, quello o sai farlo o non sai farlo, ed altrove lo sanno fare, potete sbattere la capoccia al muro quanto volete, è così.
La novità è che forse la colpa non è solo degli autori italiani, magari è un peso da rifilare anche a chi li paga, ed i pagamenti vengono da due fonti, lettori ed editori, non in questo ordine, ed a sentire in giro, l'unica certezza è che di sicuro voi pagate per leggere, ma che l'editore paga chi scrive, è una realtà effimera e sfuggente.
Detto questo - mi servono queste introduzioni per la mia crociata sull'editoria italiota - andiamo al volume di cui sopra.
Prima le uniche note dolenti: Printed in Poland. Non ci siamo.
Per il resto il volume è il solito cartonato italiano, solido, carta ad elevata grammatura, prezzo standard 16,90€ , insomma escluso per le dimensioni, poco più piccolo del formato comicbook, ma la Tunuè, non è la Cosmo quindi probabilmente è al riparo dalle inutili crociate dei lettori italiani, la regola HD della panini fa provincia, ed il risultato è al solito tragico:
Finchè gli editori giocheranno sul formato di lusso, per alzare i prezzi, il fumetto di qualità, e The Fiction, rientra senza dubbio alcuno nella categoria, resterà sempre miraggio di pochi, con i suoi canali distributivi elitari e la scarsa promozione, mentre forgeremo i gusti dei giovani lettori con il mainstream di bassa lega degli spillati Panini, ed il paleolitico fumetto popolare italiano, senza tirare in ballo l'atroce deserto che è il webcomics italiano.
Una piaga che manco le cavallette in Egitto.
Tanto per dare qualche volto e qualche nome allo sfacelo nostrano.
Non recasse il nome a me sconosciuto di Curt Pires, avrei attribuito la paternità di questa storia al buon Grantone Morrison.
Libri che fungono da portali verso altre realtà , sparizioni, esseri sovradimensionali, storie senzienti, riferimenti letterari certo non di popolana fruibilità, come Borges ed il suo Aleph, come dicevo più su, se è difficile inventare cose nuove, il segreto per catturare i lettori è saper raccontare.
Un gruppo di ragazzini, in soffitta, scopre una serie di libri magici, la cui lettura li trasporta in una dimensione onirica, ora ammaliante, ora terribile e corrutrice, l'atmosfera da sogno verrà meno quando in una di queste incursioni, il piccolo Tsang risulterà disperso, in questa sorta di Shangri La, da quel momento i ragazzi chiuderanno i libri e andranno avanti nelle loro vite con un silente peso sulla coscienza.

Se proprio tocca trovare un difetto a questa miniserie è il fatto che sia solo di 4 numeri, ma vai a capire come funziona la politica editoriale dei Boom Studios, ho come l'impressione che se avesse potuto disporre di più spazio, Pires avrebbe confezionato una caratterizzazione da manuale dei personaggi protagonisti, visto il continuo viaggiare sulla linea temporale delle loro vite.
E comunque anche così, hanno il loro carico di carisma, vedere l'entità dorata o il corruttore.
Su Rubin è inutile spendere parole superflue, se difetta per minimalismo in alcuni passaggi, de gustibus comunque, io lo trovo estremamente dettagliato della descrizione degli ambienti e dei personaggi, compensa con una cinetica della tavola fuori dal comune, anche la colorazione netta e vivida di Micheal Garland aumenta l'appetibilità del volume, dal quale difficilmente riuscirete a staccarvi senza covare la curiosità di cosa succeda la pagina successiva.
Il volume merita?
Visto il costo rimando a voi la scelta, di certo è una lettura diversa ed interessante, di certo leggerla aumenta la consapevolezza del divario tra i nostri fumettisti e quelli esteri, di certo è meglio dei vari Venidcatori o Mutanti o Inumani che tappezzano le edicole oggi, ma la decisione finale è vostra, personalmente l'ho adorato proprio per il suo plot sotanzialmente più ricercato, ed ovviamente il suo illustratore che adesso sembra sia lanciato anche su suolo americano.
Sicuramente è da tenere d'occhio e visto che ho appena sgamato una anteprima del fumetto su Lo spazio bianco, la scrocco, vi lascio il link così potete farvi un'idea da soli.
Alla Tunuè rinnovo i complimenti per i catalogo sempre più interessante, ma la stampa in Polonia, mi spiace ma decisamente non riesco a digerirla.
Nel frattempo vi auguro un buon fine settimana, e scusatemi se sto trascurando il blog.
E' che sono entrato nella sacra rota della Playstation 3, e se non gioco, leggo e rileggo Providence in attesa che la Panini si degni di concluderla.
Baci ai pupi.

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