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lunedì 11 luglio 2016

Fumettopenia D'essai: L'Ulysse

Era il 1974, è gennaio per la precisione, io manco esisto ancora, i miei si sposeranno qualche mese dopo, ed in edicola arriva una nuova rivista: Alter Linus. direttore responsabile, Oreste Del Buono. 
Fortunatamente per i lettori del 1974, non esistono ancora nemmeno i nuovi mostri dell'editoria italiana, deve essere il Karma che compensa, certo avevano Andreotti al ministero della difesa, ma almeno non avevano Foschini che dichiara di aumentare le vendite del 30% e salvare le fumetterie d' Italia grazie al nuovo accordo distributivo bonelli-bao con la sua linea di cartonati di lusso, le cui storie, le puoi trovare nel circuito dell'usato al prezzo di 50 cent./1€ ad albo.
Ma è un karma che compensa con classe, nel 1974, per dirne una, si iscrive al Dams di Bologna un certo Andrea Pazienza, ma questa è un'altra storia, oggi parliamo di una particolare opera apparsa sulla neonata (allora) Alter Linus, in un mondo editoriale diversissimo dal nostro in cui gli editori ricercavano Editor capaci e non si affidavano alla vox populi, e probabilmente la vox populi di allora, aveva un altro livello culturale, un analisi cmq che approfondiremo meglio la prossima volta in cui parleremo di un altro fumetto, apparso su Comic Art, tanti anni fa.

Oreste del Buono non è proprio l'ultimo degli asini:
Scrittore, giornalista, critico letterario e traduttore, è della vecchia guardia Del Buono, si è fatto anche un anno e mezzo di prigionia con i Tedeschi nel 1943.
Tra i suoi meriti, quello di aver visto le potenzialità del media fumetto, di aver promosso autori stranieri su italico suolo ed aver introdotto artisti italiani nel mondo professionale, un nome tra tutti Tiziano Sclavi.
Ha curato la stesura della prima enciclopedia del fumetto edita in Italia, quella della Milano Libri e dal 1972 al 1981 e rientra tra gli uomini che ha fatto conoscere agli italiani dell' epoca storie come Corto Maltese, Lil Abner, Dick Tracy, BC, Valentina e Paulette, solo per dirne alcuni.
Lascio a voi trarre le dovute ed impietose conclusioni.


In particolare su Alter Linus #01del gennaio del 1974, in un periodo storico in cui la rivista Linus, passata a Rizzoli, ha conquistato una posizione di rilievo nel panorama culturale italiano, appare per la seconda volta il capitolo 1 de Ulysse, degli autori francesi Lob e Pichard, il secondo in particolare è l'illustratore della avvenente Paulette, un personaggio femminile di cui ormai in Italia si sono perle le tracce, proprio per via della crisi culturale ed editoriale di cui sopra.
Ho detto appare per la seconda volta, è vero, perchè gia alla fine degli anni '60 su Linus comparve il primo capitolo di Ulysse, ma poi fu interrotto per un diverbio tra i due autori francesi.
Lob e Pichard confezionano un adattamento del poema di Omero che ha del magico, forti del concetto che i supereroi sono prodotti generati dagli archetipi divini, i due autori francesi ci propongono una versione degli dei dell' Olimpo assolutamente revisionista: tutine sgargianti, fisici scolpiti, costumi a tema, e persino una Z gigante per il padre di tutti, in bella mostra sul largo torace. Gli Dei di Lob e Pichard sono alieni annoiati che passano l'eternità ad osservare gli umani dalla loro Astronave situata sul monte Olimpo, la guerra di Troia è già finita, e gli Dei sono già alla ricerca di un nuovo passatempo, così nella sala del trono con tanto di proiettore, qualcuno propone di giocare con Ulisse ed impedirgli un facile ritorno ad Itaca, tra un coro entusiasta ed un unica voce contraria la sua bella compagna, il buon Zeus acconsente al nuovo sollazzo, promettendo alla sua consorte di vigilare sull’incolumità del suo protetto.
Si accendono i motori e dalla cima del Monte Olimpo si stacca la dimora degli Dei per seguire più da vicino le nuove disavventure di Ulisse, che nel porto della vinta Troia, sta imbarcando sulla sua nave un passeggero di tutto rispetto, un certo Omero professione cronista.
Ancora vedente.
Le fatiche di Ulisse revisionate dai due geniali autori francesi sono di una bellezza ed un divertimento disarmante: dal ciclope biomeccanico Polifemo, passando per la maga Circe, regina e maga suprema delle sostanze psicotrope, i dodici capitoli dell’odissea sono fumetto vero.


Pichard, già famoso per la sua maestria nel disegnare figure femminili, scatena la sua fantasia nel design di ambientazioni e personaggi, ed il risultato è che  l’elemento divino, inquinato dalla componente sci-fi, genera i più bei Dei greci che voi abbiate mai visto.
E se non ci credete date un occhiata a Poseidone, vero villain dell’intera vicenda. O anche alla dimora di Eolo.
Lob dal canto suo capitolo dopo capitolo srotola alcune sottotrame sugli dei, ed una caratterizzazione di Circe che legano il lettore alle pagine.
Come tutte le cose belle, in Italia di questo adattamento dell’Ulisse, si sono abbondantemente perse le tracce, come per Tenebrax (sempre opera di questo dinamico duo), per il quale se possibile, siamo messi anche peggio, una storia in cui uno scrittore di gialli, lotta contro una nemesi spietata, Tenebrax appunto, che brama di conquistare Parigi con il suo esercito di ratti.

Le edizioni italiane dell’Ulysse sono due, la prima è quella apparsa sull’annata Alter Linus 1974, annata che se recuperata vi offre anche, la parentesi amazzonica di Paulette con tanto di incontro con Hitler, i primi capitoli dello Scorpioni del deserto di Pratt, ed un arc di Dick Tracy; per citare le teste di serie, poi se aggiungete il Moby Dick di Dino Battaglia, direi che siamo tranquillamente dalle parti della nona colonna dell’arte.

L’altra edizione è un brossurato di cui non ricordo l’editore, di non facile reperibilità e dal costo non del tutto accessibile, dai 35€ a salire.
Il consiglio estivo di fumettopenia è il recupero (anche lento) e la lettura di questo adattamento, e regalarsi un’ approccio ad una diversa concezione di fare fumetto, una realtà ormai estinta, specie da noi.
Così da rendersi conto del tracollo italiota, divertendosi.
Baci ai pupi.                                                                       

4 commenti:

  1. Non mi pare (spero di essere smentito) che abbiate parlato della ristampa (che a breve finirà) di Linus da parte di Repubblica. Ogni sabato è una goduria! Tra l'altro la prima parte di questo Ulysses venne pubblicato proprio su uno di quei numeri

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    1. Veramente l'hanno allungata qualche numero fa ...speriamo continui.

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  2. E ricordiamo che l'idea di questo Ulisse fu poi copiata dalllo sceneggiatore e produttore tv francese Jean Chalopin che realizzò, insieme ai giapponesi, la serie animata di Ulisse 31 del 1981 , arrivata anche in Italia .

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