Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 20 febbraio 2015

Glorie dal Passato: Time 2

Howard Chaykin è un genio del fumetto, che per mia modestissima opinione, per quel che vale, non ha nulla da invidiare ai colleghi più gettonati, ed una delle sue opere più interessanti è sicuramente Time 2.


Edita in Italia per la prima volta dalla Comic Art sulla gloriosa antologica All American Comics, e riproposta in volume sempre dalla Comic Art, sulla collana Best Comics nel 1994, Time 2 è un romanzo illustrato, in due parti, 1986 il primo capitolo, e 1987 quello conclusivo entrambi distrubuiti sotto l'etichetta della First Comics di Chicago, è da considerare rivoluzionario per almeno due motivi fondamentali: nell' impostazione del layout della pagina, l'ipercinetico storytelling con la relativa distruzione delle gabbie delle tavole, e l'utilizzo di speaker dei media nei baloon, come giornali radio, o screenshot di prime paginedi giornali, soluzione narrativa, a dir poco inedita in quel periodo per quel che ne so, e resa celebre da un certo Frank Miller sul famoso The Dark Knight Return.
Ma non sono solo i tecnicismi di cui sopra a rendere appetibile questo fumetto, Time 2 (si legge Time Square), è un'opera in cui Chaykin mescola abilmente, sci-fi e noir, in una storia complessa, con più piani di lettura, in cui fa da scenario una New York futuribile, caotica, ipnotica che Chaykin disegna con il massiccio uso di onomatopee e di illustrazioni dense di insegne. Sembra quasi di sentire il suono del sassofono  che dai locali irrompe nelle strade, per quanto è bravo Howard nel raccontare per immagini la sua storia.
In una grande mela di un ipotetico futuro i cittadini dividono il loro spazio con i Robot ed i cosidetti Deadbeat, il mondo di Chaykin insomma è un mondo in cui, chi può permetterselo, puo vivere in eterno, a costo del piccolo prezzo della sua umanità, il buisness della "eternal life" è estremamente redditizio, e la compagnia più importante del settore e la R.U.R. (Rossum's Universal Robots) del defunto Prometheus Rossum, la maggiore produttrice di robot d' America, in particolare delle sensuali Devoidoid, le prostitute sintetiche create con il solo scopo di dare piacere sessuale.
Alcuni plot della trama così come il nome della compagnia vengono direttamente dall'opera teatrale di Karel Capek del 1921, l'opera di carattere fantascientifico in cui per la prima volta si usa il termine Robot, e dalla quale Chaykin attinge a piene mani per lo sviluppo della sua graphic novel, come per esempio, la rivolta dei Robot.
In questo appetibile contesto muovono i loro passi i personaggi del dramma noir fantascientifico di Chaykin, che si apre con l'apparente suicidio della tramontata stella del jazz Cosmo Jacobi, sparatosi in testa nel suo appartamento, dopo aver fatto fuoco su una ragazza robot trovata "morta" ai suoi piedi.
In Time2, visivamente, le ambientazioni noir, la cura e l'amore per l'autore verso i personaggi femminili e quella per i dettagli delle tavole sono una gioia per gli occhi, oltre a questo, Time2 è una storia sviluppata su più piani, fondamentalmente è una storia sull'amicizia e la sua struttura chiede al  lettore una dedizione ed un attenzione massima, i dialoghi sono disarmanti per quanto fluidi, scorrevoli, geniali e mai scontati, testimonianza della bravura di Howard Chaykin, anche nella sceneggiatura oltre che nel disegno. Gangster ebrei, donne mozzafiato, femme fatale manipolatrici, sbirri corrotti ed antieroi dalla discutibile etica, sono i personaggi di questa sottovalutata (almeno in Italia editorialmente parlando), che per il periodo storico in cui nasce, la seconda metà degli anni '80, merita una menzione, ed una collocazione tra le opere revisioniste del fumetto che in quegli anni hanno rivoluzionato il modo di fare nona arte.
Come lui stesso ha più volte dichiarato nelle sue interviste, i personaggi di Howard Chaykin hanno tutti una matrice quasi autobriografica, e tendono ad assomigliare all'autore, che ha sempre ricercato nelle sue sceneggiature un realismo, anche narrativo oltre che grafico.
Per non starvela a titrare tanto, anche perchè non ho alcuna intenzione di rivelare alcunchè della trama - avrete capito che ho amato questo volume - è il caso che mi soffermi prima di chiudere, sul darvi due dritte su dove rimediare questo piccolo gioiellino.
Time2, per quel che ne so ha avuto due edizioni, in Italia, entrambe sotto etichetta Comic Art, che non ringraziamo mai abbastanza per lo sforzo che ha fatto per renderci lettori di fumetti di un certo gusto, Scottecs ed Orfani sono solo una triste testimonianza del fatto che voi altri maledetti di quella lezione non avete appreso una benamata fava.
All American Comics  n. 5-8 e raccolta in un unico volume sul n.32 di Best Comics, sempre Comic Art, sono le due edizioni italiane che se volete potete andare a recuperare per godere di questo piccolo e semi-sconosciuto gioiello del fumetto americano, ovviamente costano pochissimo, motivo in più per mettervi subito alla ricerca, io vi lascio e continuo la mia full immersion nelle opere di questo autore, prossima tappa Power & Glory sotto etichetta Malibu Comics, riuscitissima satira del genere supereroistico del 1995 o giu di lì, e siccome sono ben oltre metà volume posso dirvi subito che in un periodo storico in cui sembrava avessero detto tutto quello che c'era da dire sul revisionismo supereroistico, Chaykin, riesce a colpire nel segno con una miniserie tanto grottesca quanto fresca. Ma di questo semmai parleremo prossimamente.
Baci ai pupi.

giovedì 12 febbraio 2015

Il futuro dei fumetti: Scottecs.

Avete notato di cosa si parla in questi giorni?
La condanna di 16 anni di reclusione a Schettino, ed il successo, in termini, di vendite questo numero 1 di Scottecs Megazine della Shockdom.
Dovete soffermarvi per un attimo su questa cosa, è importante, su cosa siano le notizie italiane oggi, la condanna di Schettino e Scottecs, ah c'è anche Siani che scivola paurosamente umiliando un bambino in sovrappeso, in prima serata a Sanremo. Ma questa è un' altra storia. Sempre tutta italiana.
E Siani comunque è un comico estremamente sopravvalutato.

Ora, è normale scandalizzarsi realizzando che questo Scottecs Megazine sia la cosa più venduta, probabilmente dai tempi dei primi volumi di Zerocalcare?
Mah dipende, forse si, forse no, di certo fa riflettere su un sacco di cose, e la qualità di questo materiale è solo l'ultima.
Prima che vi affannate a leggere tutto il pezzo, meglio fare subito coming out: la qualità in questo albetto non c'è. Ma per quello magari ci arriveremo alla fine, perchè qui da noi quando dici che una cosa fa schifo, ups volevo dire TI fa schifo, e questo Scottecs fa schifo, parecchio schifo, devi argomentare ed anche bene, altrimenti non vale.
Devo prendere tempo, è la prima volta che mi tocca argomentare la cacca, manco fossi un gastroenterologo.
Quello su cui però, mi preme più di tutto concentrare l'attenzione è il pubblico.

E' assolutamente fisiologico che uno come me si scandalizzi, per Scottecs, per sfogliarlo ho messo da parte due autentici capolavori, i due adattamenti a fumetti della tetralogia di Wagner, L'Anello dei Nibelunghi,  quello di Thomas e Kane (Comic Art) e quello di P. Craig Russell (Lexy), direi che è normale, sfogliandolo chiedersi, in merito al successo di vendite, cosa hanno in testa i ragazzi oggi.
Prima di ieri non sapevo chi fosse Sio, non avevo la più pallida idea di cosa fosse Scottecs, ma per darvi un idea del soggetto, intendo di me, io prima che finissero sulla mia bacheca con la parodia di Gomorra, non avevo nemmeno idea di chi fossero The Jackal, insomma sono un estraneo in certi ambienti, e vivo la mia ignoranza tutto sommato con una certa compostezza e tranquillità, le poche volte per esempio ho cercato di avvicinarmi a questo tipo di media, di adeguarmi a questo nuovo tipo di comunicazione è sempre finita tra sonori sbadigli.
D'altro canto a mente più distaccata è possibile anche rispondere alla domanda in maniera razionale: è normale il successo di questo numero 1?
Si in ultima battuta, questo minuscolo stupro cartaceo a tutto quello che io credo sia il fumetto, è la monetizzazione di un canale youtube molto cliccato, i motivi per cui sia seguito dopo aver dato una sbirciata a qualche video, restano a me ignoti. Ma sulle argomentazioni del perchè sta roba mi fa cagare, chè mi fa cagare, fa tanto ciovane scostumato, perchè oggi i ciovani quando parlano, parlano così, lo diremo più in la forse.
Scottecs rientra in quella categoria di attività, ormai non più sottovalutate, su cui il capitalismo italiano ha messo le sue avide mani. Parliamo di agenzie di marketing che arruolano disadattati o semplicemente nullafacenti con manie di protagonismo e li trasformano in galline dalle uova d'oro su youtube. Il segreto è tutto nelle visualizzazioni, un canale in pratica con molte visualizzazioni è coperto da annunci pubblicitari, che in pratica sossordi, per citare qualcun'altro che su Youtube ha fatto la sua fortuna, ed ora è al cinema a dipingere una meravigliosa istantanea dell' italiano medio.
Ma è un meccanismo questo già vecchio, funziona anche per i blog, e per le app, più un app gratuita è scaricata più e probabile constatare che nell' aprirla è piena di banner pubblicitari. In genere sta roba funziona con i giochilli per rincoglioniti con i quali scaricate le batterie dei vostri cellulari, col risultato che siete irreperibili per il resto della giornata.
Scottecs insomma non è poi così diverso dal successo televisisvo di Clio Makeup, la tipa che per anni si è truccata davanti ad una webcam, dando lezioni di makeup, finchè non è stata scritturata da Real Time per un programma televisivo tutto suo.
Quindi messa in questi termini, questa cagata di Scottecs, ops vi chiedo scusa ho ricominciato a parlare ciovane, è normalissimo che sia uscito dal monitor e sia finito in edicola, probabilmente quello che irrita i puristi del fumetto è proprio cosa ha occupato dopo aver raccolto consensi sui monitor d'Italia, probabilmente se fosse finito su Italia 1, o MTV nessuno di noi ne starebbe parlando, per me sicuramente avrebbe continuato ad essere una cosa sconosciuta, perchè della tele faccio davvero a meno considerando i casi umani che la popolano.
Il fatto è che da clip animate senza alcun significato, Scottecs, è diventato un fumetto di strip senza alcun significato, è questo forse che irrita o scandalizza, perchè nel vederlo, e nello scoprire che è addirittura esaurito, vedi chiaramente la paralisi dell'editoria italiana.
E si, perchè se per commercializzare iniziative editoriali di sicura risposta del pubblico dobbiamo, scusate, devono ripiegare su fenomeni da baraccone del web, vuol dire che il fumetto in Italia è più che morto.
E' uno dei rari casi insomma in cui la stampa ha beffato la televisione, fregandogli da sotto il naso l'ennesimo genio italiano.


Eh si perchè poi è quello che succede: fiumi di parole, ed è la solita vecchia solfa che la storia la scrivono i vincitori.
E quindi senti dire in giro che questo Sio è un genio,e la Shockdom, di cui non hai  mai sentito parlare in vita tua in tanti anni di letture di fumetti, è un editore coraggioso e con fiuto imprenditoriale.
Ed il tuo senso di alienazione cresce, il divario generazionale si fa grosso, talmente grosso che senti persino il vento che ulula nella gola che ti separa da questi giovani d'oggi e dai un'altra occhiata all'albo, che intanto su ebay è già venduto a cifre da capogiro, e rileggi la pagina con l'albero saggio, quello che vuole il caffè, ma non riesce a berlo, li rileggi ancora e ancora, provi al contrario, sottosopra, prima chiudendo un occhio poi l'altro, e tu non ridi, ridono tutti cazzo, tranne te.
Apri il canale youtube di 'sto tizio, e la prima cosa che noti, tu che sei vecchio e pratico, è che a momenti il video dura quasi quanto la pubblicita che lo precede, ti vedi il pesce magico, che alla fine della clip diventa Obama, e tu continui a non ridere. Ti fa ridere tutt'altra cosa, i commenti, ti fanno ridere gli italiani, e cosa sia diventato da noi il concetto di meritocrazia, ti fa ridere questa fiera delle vanità, questo inno alla demenza, alla mediocrità, ti fa ridere questa distorta e contemporanea visione del sogno americano made in Italy.
Ti fa ridere perchè ogni tre o quattro commenti c'è qualcuno che chiede "Scusa che programma usi?"
La gloria alla portata di un click.
Centinaia di eredi ed aspiranti tali.
La preparazione è un dettaglio trascurabile.
Ho tentato di darmi qualche risposta sul successo di questo...questo..questo coso.
E credo sia la mediocrità. Ed è questa la cosa che non fa ridere per nulla, perchè il pubblico di queste iniziative sono i giovani, ed ai giovani stiamo insegnando che nella vita non serve assolutamente a nulla la qualità e la preparazione, è tutta una questione di...di cosa? Di culo? Di contatti giusti?
Di visualizzazioni. E pensi: Cazzo come è illuminante il Birdman di Innarritu visto proprio in questi giorni.
Poi pensi al prezzo, e li si che ti incazzi. Per anni da blogger ti sei ritrovato a discutere con il mondo fumetto per via dei costi, e questo albo, questa stronzata, è lessico ciovane, i ciovani si sa sono ribelli, non solo è privo di contenuti ma viola tutte le leggi del mercato con cui ti giustificavano i prezzi dei fumetti: 63 pagine in bianco e nero (quindi non è a colori) è un formato minuscolo (la Bao ha una cattedra sulle grandezze dei fumetti e lo spreco di carta), ad occhio e croce direi che è più piccolo anche di un bonellide, ha una distribuzione da edicola (trimestrale), quindi il costo dovrebbe essere inversamente proporzionale alla sua capillare tiratura e distribuzione, il costo dovrebbe essere abbattuto, invece costa ben 4€.
No dico 4€, non costa così tanto perchè è una tiratura limitata, non è una autoproduzione con distribuzione in fumetteria, non è a colori o che so io, costa così tanto perchè ha visualizzazioni su youtube.
Costa così tanto non perchè l'autore sia la promessa del fumetto italiano, costa così tanto perchè è tra le cose più cliccate su Youtube, in una terra parallela dove il canale video più visto  è Youporn immaginatevi che riviste potreste trovare in edicola. Oè Basta sognare tornate qui.
E' questo che non fa ridere, al contrario fa pensare.
Come fa pensare l'introduzione di un certo Andrea H. Sasta, una marchetta che aggiunge nuovi significati alla parola marchetta, che vuole convincermi della genialità dell'autore della sua padronanza del media fumetto comico, uno che faccio fatica anche a chiamare cartoonist definito una persona dal grande talento perchè fa ridere la gente, e via di nuovo con la testa nell'albo, nel bricolaggio stavolta, a cercare questo talento nella esilarante gag su "Come si costruisce un iphone".
Nulla e le cose all'imporovviso diventano due:o sei diventato un musone invecchiando, o questi, tutti, i lettori, l' editore, l'autore e l'editorialista stanno fuori, fuori di brutto, completamente fottuti dal linguaggio superficiale ed iperveloce di internet, alla fine della lettura della marchetta di questo Andrea, non so se sia più irritante l'introduzione o il resto del pattume che arriva dopo.
Andrea che scrive per Lercio, sapete cos'è? Boh io non lo so, per mè è una notifica web sulla mia home di facebook, nient'altro, io leggo fumetti. Basta.
Sarà un'altra web-cosa che brama il potere della visualizzazione, niente più, la fiera della vanità e della mediocrità che non chiude mai , non chiude e si auto-celebra in un continuo loop infinito, basta il tasto refresh.
"C'è un equilibrio etereo che tiene su tutto e che lo unisce ala scintilla del grande sorriso universale." Straparla Andrea, in quelle pagine è immerso in un magma creativo, ed io riapro questo...questo...coso, mi cadono gli occhi su  "Il posto riservato", e dopo averlo letto, quello che sento cadere sono le mie palle.
Sipario.

Tutti ridono.
E' bello Scottecs? No.
Fa ridere? No.
E' una spesa sostenibile? No.
E' il successo dell'anno? Si. Ma da lettore di fumetti lo direi con meno orgoglio.
Scottecs è senza senso, noioso, pretenzioso, e non è nemmeno un fumetto, inutile lasciarsi andare ad inutili pontificazioni su cosa sia un fumetto, sui social c'è gente che mi ha tirato in ballo i saggi dell'autore di Zot! per convincermi che questa cosa sia un fumetto, no Scottecs Megazine non è un fumetto, se lo chiamano tale è solo perchè è stato presentato a Lucca, una mostra che ormai col fumetto ha ben poco da spartire. E' un appropriazione indebita al concetto di nona arte, fatto magari senza malizia da questo Sio, ma con tutta la cosciente avidità di chi lo ha infilato a forza in un contesto fumettistico.
Un triangolo in un quadrato per citare questo Andrea H. Sesta che scrive per Finzioni Magazine e Lercio.  
Minchia il curriculum.
Una forzatura.
E' merchandising, ed è per un pubblico che di fumetti forse conosce poco e capisce anche meno.
Gli auguro cento numeri, mille numeri, ma non chiamatelo fumetto, Perchè questo coso sta ai fumetti, come una bistecca sta nel piatto di un vegano.
Quindi lasciate perdere, magari riuscite ancora a vincerla la guerra contro il vostro già ipertrofico deficit dell'attenzione, Scottecs non è una lettura, è uno status simbol, non ha riportato nessuno in nessuna edicola, e di sicuro non ha avvicinato nessuno al media fumetto, semmai ha dato una pericolosa picconata al significato di fumetto, ed in una società in cui un concetto è valido solo se è condiviso in più bacheche, far passare questo messaggio, questo concetto di fumetto, è una cosa pericolossisima.
Occhio, io torno al mio adattamento a fumetti di Wagner, voi liberi di rincoglionirvi come meglio credete.
Baci ai pupi.