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domenica 18 gennaio 2015

Torni nei libri Holmes. Si fidi.

Se ho preso Sherlock Holmes ed i vampiri di Londra è solo a causa di Alan Moore, e della sua sublime Lega degli Straordinari Gentlemen, illuso che S. Corduriè, avesse appreso l'ennesima lezione del Bardo, mi sono lanciato nella lettura più che fiducioso di questo nuovo fumetto che mi aspettavo pieno zeppo di riferimenti, immaginate la delusione quando mi imbatto nella prima immensa grossolana gaffe dopo appena poche pagine:
Sherlock Holmes non era esperto di ju-jitsu, ma di Baritsu, l'arte marziale sviluppata in Inghilterra tra il 1898 ed il 1902, e citata da Arthur Conan Doyle, nei suoi romanzi polizieschi.
il disappunto mia è persino aumantato quando ho scoperto che ricercando i nomi che man mano venivano citati nel fumetto, al di fuori di Mycroft, Watson, di Irene Adler e dell' Ispettore Lastrade, nessuno dei nomi che ricercavo dava alcun riferimento letterario. Ma il bardo non vi ha proprio insegnato nulla sul come rendere appetibile un fumetto con riferimenti storici o letterari?

Deluso dalla cosa, ho cambiato registro di lettura, fottendomene altamente dei riferimenti (d'altronde inesistenti), e mi sono letto una semplice avventura di vampiri ambientata nel tardo '800 Londinese.

Come voto finale direi che siam sulla mediocrità. Adoro le iniziative low-cost della Cosmo, e solitamente cerco di leggerle tutte,e quandovale la pena promuoverle, cercando di convincere il prossimo di passare sopra la deaturazione coatta delle tavole, a vantaggio di una spesa contenuta che permetta di leggere più opere interessanti, ora quando le opere da leggere a costi contenuti sono gioiellini come Lo sparviero, Black Crow, Winterworld, Bouncer, benvenga il sacrificio. Ma queste iniziative...
Sherlock Holmes ed i vampiri di Londra, non è questa lettura imprescindibile, Corduriè, a parte saccheggiare  qualche particolare dell' opera di A.C.Doyle, derubandola dei nomi celebri, non fa alcuno sforzo nè per rendere appetibile la storia con riferimenti letterari più precisi e ricercati, nè nel confezionare una trama veramente appetibile, poco più che mediocre sia come horror che come giallo, Sherlock Holmes e i Vampiri di Londra, è un albetto che emoziona poco e coinvolge anche meno. La godibilità si ferma alla copertina, con quel titolo che ammicca tanto ai nerd amanti di team up improponibili, ma le aspettative si perdono tutte in una lettura forzata, veloce e per nulla divertente. Se dovessi giudicare la collana Weird Tales sula base di questo numero uno, mi sentirei di dire, molto malignamente, che per questa iniziativa la Cosmo ha azzeccato il colore della costina, color puppù.
Sul lato grafico, le tavole di Krstic, si lasciano vedere, il tratto pulito e preciso del disegnatore risente poco della desaturazione dell'edizione, anzi a dirla tutta i disegni sono l'unica cosa appetibile di questo bonellide, (ovviamente a colori è tutta un'altra cosa, evitiamo di scoprire l'acqua calda) il vero guaio è che si presta a disegnare una storia bruttina ed insipida, che non passa il test.
 Il prossimo numero vedrà lo scontro nientemeno che tra Frankenstein e Mr Hyde. Un romanzo del 1818 ed uno del 1886, da esperto vivisezionatore della Lega degli Straordinari Gentlemen, la cosa mi puzza già di flop. Lascio a voi la scelta se continuare o meno. Io passo d'altronde il catalogo di gennaio della cosmo offre altri titoli ammicanti Magus sulla serie Verde e Josse Beauregarde sulla Rossa, per non parlare del'uscita unica sulla serie Nera con Fantomax di Bernardi e Catacchio.

Baci ai pupi.

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