Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

giovedì 6 febbraio 2014

Due parole sulla iVerseMedia



Vi siete mai chiesti perché la divisione digitale della Panini fatichi così tanto a decollare?
Ed avete mai fatto caso che non ci sono titoli Marvel nel catalogo di fumetti da scaricare?
Ma voi non vi chiedete mai nulla? 
Basta che leggete...bene siccome vi voglio bene, voglio segnalarvi questa notizia, che magari vi è sfuggita, visto che non se ne parla poi molto.
E’ una voce che gira da un paio di anni, ma a in rete è già una affermata realtà: tecnicamente possiamo affermare che Panini non detiene più il monopolio dei fumetti Marvel.
E’ ovvio che detta così la cosa è una provocazione, eppure per gli amanti della lettura digitale è puro vangelo, il licenziatario di pubblicazione del materiale Marvel nel formato digitale è la  iVerseMedia (http://iversemedia.com/2014/) un distributore digitale per piattaforme mobili fondata nel 2008 e rapidamente ascesa alla leadership nel settore innovativo dei fumetti digitali.
Le sue partnership vantano nomi di importanti marchi come la IDW Pub., la Archie Comics, la Ape ent. E tra i tanti altri la Marvel Comics.
Andiamo con ordine, e soffermiamoci sui fumetti Marvel: la licenza di distribuzione delle versioni digitali dei vostri supereroi preferiti, in lingua originale è salda nelle mani della casa Madre, la Mervel appunto, e la piattaforma digitale Comixology.
Il resto delle lingue è stato affidato per intero alla iVerseMedia che ha ottenuto la licenza di vendere le copie digitali tradotte in quasi tutte le restanti lingue parlate nel globo: quindi spagnolo, francese, portoghese, tedesco, russo, giapponese, cinese, ebraico, koreano, hindi ed ovviamente ITALIANO.
Un bel colpo basso alla Panini Comics che di fatto in questo modo perde i diritti di gestire la digitalizzazione dei fumetti Marvel che già vende in formato cartaceo, ed ecco spiegato per quale motivo  l’ufficio di relazioni col pubblico


dei paninari è sempre così reticente nel rilasciare dichiarazioni più illuminanti riguardo alla questione dei fumetti digitali.
Da oggi quelli che voglio economizzare in termini di spazio e denaro, hanno l’alternativa, assolutamente legale, basta registrasi sul sito e scaricare la app dedicata dagli store del sistema operativo del vostro Tablet. E poter finalmente scegliere in che formato ea che costi leggere le storie contenute negli spillati italiani -però attenzione- le cosiddette graphic novel infatti sono ancora monopolio dei licenziatari dislocati nei vari paesi, la iVerse pubblica il materiale regolare, il cosiddetto formato albo, ma considerando che la Panini è la licenziataria Marvel per Francia, Germania, Regno Unito, Argentina, Ungheria e Brasile, direi che la batosta e tutt’altro che leggera, e cosa strana in Italia se ne parla pochissimo, ed è una occasione mancata per consolidare il monopolio di un mercato in sicura crescita come quello del digitale.
Beh io quello che vi dovevo dire ve l’ho detto, e caso mai non è ancora chiaro, per tutti quelli che zoppicano in inglese, la iVerse sta pubblicando i fumetti Marvel in digitale in Italiano.
Buone letture e baci ai pupi.

mercoledì 5 febbraio 2014

Quattro dita



 
Questa piccola recensione è dedicata a quelli e a quelle che convivono con un lettore o anche una lettrice di
Siete in crisi per il regalo il regalo di compleanno vero?
Lo so bene cosa significa avere in famiglia uno sfigato che legge fumetti, e che non ha molti altri interessi oltre a questo, lo so cosa si prova a vedere che scarta i regali, senza che gli occhi brillino per davvero, questo perchè mai nessuno gli regala un fumetto. Anzi il più delle volte familiari ed amori ripiegano sull’abbigliamento, magari il classico maglione, pure brutto.
Lo so come vi sentite, chi vi scrive non ha lo sfigato in casa, chi vi scrive è lo sfigato, con l’armadio pieno di maglioni, a righe, a quadri, con la renna in petto etc.ect.
Ora ve le tolgo io le castagne dal fuoco. Oggi ve lo do io un bel consiglio.
fumetti.




Quattro dita, di Rich Koslowski - Prospettiva Globale edizioni.  (Pro-glo Ed.)

Prendete un’idea geniale come “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”
Una Hollywood dove cioè i cartoni animati non sono disegnati, ma sono persone come me e voi, e i film che li vedono protagonisti, non sono prodotti al tavolo da disegno, ma sono girati, proprio come i film degli esseri umani con la macchina da presa e con l’operatore.

Rendeteli il tutto e per tutto simili agli umani, rendeteli superstiziosi, invidiosi, ambiziosi, dategli una fisicità, fate in modo che possano invecchiare, ammalarsi, impazzire, morire persino. Forse avrete un’idea di cosa può aspettarvi se regalate Quattro Dita al vostro lettore di fumetti.

Il romanzo illustrato di Rich Koslowski, è citazionistico, e cosa ormai rara, tremendamente originale, conta 144 pagine che narrano la storia del successo di Rickey Rat (rif. Mickey Mouse). Della sua ascesa sull’Olimpo Hollywoodiano.

L'autore  sceglie uno storyboard alquanto inusuale ma non per questo non efficace: Quattrodita infatti è un documentario. Una soluzione narrativa validissima, sopratutto per via della prosa dell’autore, adeguata sia negli interventi dei vari personaggi, sia nella voce fuori campo del documentario stesso.
La struttura infatti, presenta un preciso e scorrevole alternarsi di “materiale girato”, e interviste dei personaggi che vissero la vicenda…due astuti modi diversi e complemtentari, per raccontarci la storia di Rickey, e se vogliamo, due diversi narratori: l’onnisciente, nelle parti di documentario che raccontano i vari momenti della vita del successo di Rickey e del suo socio umano Dizzy Walters (rif. Walt Disney), e i progressi del cinema e delle case di produzione.
E l’altro, il secondo, un narratore interno, più intimo, nelle vesti dei vari personaggi intervistati che vissero sulla propria pelle il successo inaspettato di Rickey.

Ognuno di loro come tutto, in quest’opera, è un omaggio, un riferimento, o una citazione a quello che era il palco dei personaggi dei cartoni a quei tempi.
Insomma molto, molto bello, anche le illustrazioni valgono la spesa, Koslowsky ci diletta con tavole di chiaro stampo underground e atipico, ora in china, per le interviste a mezzo busto dei vari partecipanti, ora con un tratto acquerellato, in deliziosa scala di grigi, nelle parti della storia riservate al documentario.
Come già detto l’intera opera è ricca di citazioni sul mondo del cinema e dei cartoni animati dei primi anni ’50, in più l’autore in questa cronaca dell’ascesa di Rickey Rat, non manca di incuriosire il lettore sin dalle prime pagine, accennando ad un segreto che avrebbe catalizzato il successo di Rickey, segreto rivelato ovviamente verso la fine, e che non potrà strapparvi più di un sorriso, per l’incontestabile colpo di genio.
Insomma il volume “Quattro dita” edito da Pro-Glo Edizioni, dovrebbe togliervi dai casini, e almeno per quest’anno potreste fare un regalo attento ai gusti degli sfigati con cui dividete la vostra quotidinanità, visto che loro da anni, ve li fanno riservando un grande riguardo per i vostri di gusti, perchè ok, sfigati si, ma stronzi no.

Baci ai pupi.

martedì 4 febbraio 2014

Hellboy - il diavolo del maestro Mignola



E mentre il sottoscritto è immerso nelle sue letture, arriva il solito Dario, a dare un rinfrescata al blog, rinfrescata per modo di dire, visto che si tratta di un fumetto con ormai qualche anno sul groppone, ma siccome come blog, non ci siamo mai dedicati al fumetto di Hellboy, trovo giusto che se ne parli oggi, d'altronde, come si dice? Meglio tardi che mai.
Baci ai pupi

(Hellboy: Seeds of destruction di John Byrne e Mike Mignola, 1994)

Che esordio quello della creatura di Mike Mignola. Dopo un paio di storie brevi (4 pp.) create a scopo promozionale ecco arrivare nel Marzo del 1994 la miniserie in quattro numeri che regalerà al mercato del fumetto americano un personaggio di grande fascino: Hellboy - Il seme della distruzione.

Solo per questa prima avventura il papà del ragazzo infernale si affida per i dialoghi all'esperienza di un grande del fumetto supereroistico, quel John Byrne artefice di molti dei successi più eclatanti nel mondo dei comic book di fine settanta e di tutto il decennio successivo. Il connubio è perfetto, ne escono un fumetto e un personaggio che si discostano davvero parecchio dal genere imperante negli States, una narrazione classica ed elegante unita a un character design privo di difetti e carico di mordente garantiscono a questa nuova proposta di elevarsi ben al di sopra della media dei prodotti pubblicati dalle grandi case editrici del settore.

La mano di Mignola quando impugna una matita non può che essere invidiata da un buon 90% dei suoi colleghi disegnatori. Il suo tratto secco e spigoloso ma ben dettagliato unito a una capacità impressionante di gestire ombre e contrasti permettono alle tavole di trasmettere al lettore quelle atmosfere gotiche e inquiete e misteriose cariche del sentore di minaccia strisciante che sono gran parte della bellezza di questo volume, uno di quelli che non ti stanchi mai di rileggere. Non a caso, parlando di atmosfere, il volume è dedicato a Jack Kirby ma anche a H. P. Lovecraft.

Inoltre è innegabile per chiunque abbia visto qualche tavola o qualche disegno dedicato a Hellboy come questi sia graficamente uno di quei personaggi riusciti, di quelli che ti prendono alla prima occhiata al pari di creature come Batman o Wolverine per citarne due a caso.

Ma dietro le splendide tavole di Mignola c'è anche una storia avvincente e coinvolgente. Nel 1944 una pattuglia di soldati americani di stanza in Inghilterra insieme a tre membri della Società Britannica del Paranormale, è impegnata per sventare uno dei progetti di ordine magico voluti da Hitler e dalle alte cariche naziste. E' l'evento che darà vita alla leggenda di Hellboy, il ragazzo infernale.

Ai nostri giorni il Dottor Bruttenholm, già presente come membro della Società Britannica del Paranormale nella vicenda del '44, chiede l'aiuto di Hellboy, per lui quasi un figlio, in seguito agli strani eventi sorti a causa della spedizione Cavendish alla quale lo stesso professore partecipò una decina di mesi prima. Una spedizione alla ricerca delle rovine ghiacciate del tempio di Yang Kor.

Spetterà a Hellboy e ai suoi compagni Abe Sapien ed Elizabeth Sherman del Bureau for Paranormal Reserche and Defense (B.P.R.D.), indagare sulla storia della famiglia Cavendish e sulla maledizione a essa legata arrivando ad affrontare quello che può essere considerato già una grande nemesi, il nemico di sempre responsabile della presenza di Hellboy sulla Terra.

Come dicevo un esordio coi fiocchi dove Mignola coniuga perfettamente atmosfere gotiche, azione, mistero, magia con un pizzico di ironia ponendo le basi per una carriera di tutto rispetto per il suo amato personaggio. Questo è il volume con il quale iniziare a leggere Hellboy, se non l'avete mai fatto fatelo. In questo volume trovate anche le due storielle promozionali di cui si parlava sopra, la prima illustrazione ufficiale del personaggio, un'intervista a Mignola e una gallery di illustrazioni dedicate a Hellboy firmate da autori come Arthur Adams, Frank Miller, Mike Allred, etc... Recupero obbligato.

Dario Lopez