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martedì 1 luglio 2014

L'insanicida



Ho sentito dire che quelli della Gazzetta dello Sport hanno intenzione di continuare la loro avventura in edicola con una nuova iniziativa legata ai fumetti Marvel, stavolta sembra che il loro obbiettivo sia di ristampare vecchie saghe del passato. Beh spero che qualcuno dei responsabili della collana si ritrovi a leggere questo articolo, perché quello di cui ho intenzione di parlarvi oggi è il recupero di una miniserie di 10 numeri, assolutamente interessante, che ha visto in Italia, ahimè come tutto il materiale interessante, una sola edizione, in appendice al Punitore della Star Stomics.
L’insanicida, (FoolKiller) è una miniserie edita nel 1990 scritta da Steve Gerber ed illustrata da
J.J. Birch e Tony De Zuniga.
L’assassino di idioti di cui vi invito caldamente il recupero e la lettura, è in realtà la terza incarnazione di questo characters: apparso per la prima volta nel lontano 1974 sulle pagine di The Man-Thing, albo, che io sappia tutt’ora inedito in Italia. 
Ma come sempre andiamo con calma.

Retcon.
 
Ross G. Everbest era lo sfortunato figlio di un soldato americano deceduto in guerra nel giorno della nascita del suo bambino, e di una infermiera della Croce Rossa, morta mentre prestava servizio in Corea il giorno del nono compleanno del figlio.
Sin dall’infanzia, il piccolo Ross era stato cresciuto dalla nonna che lo accudiva nella sua sfortunta condizione di handicappato, il piccolo infatti era paralizzato dalla vita in giù.
All’età di sedici anni, la vita di Ross subì una fortunata svolta: accompagnato dalla nonna ad assistere ad uno show di un predicatore. Il Reverendo Mike, nello stupore generale, guarì davvero il piccolo Ross, che per tutta risposta sviluppò una forte passione per Dio, divenendo col tempo un predicatore persino più carismatico del suo salvatore. Convintosi di essere la voce di Dio, Ross sviluppò una inquietante filosofia secondo la quale la società versava nelle gravi condizioni di declino e peccato per via di quelli che etichettava come agenti del diavolo, ovvero i pazzi ed i folli, che in quanto strumenti del maligno dovevano essere eliminati dal messia del signore.
Ross divenne così il primo Insanicida del Marvel Universe, grazie gli introiti della sua carriera di predicatore riusci a costruirsi una sorta di pistola disintegratrice, con la quale si diede ad una serie di efferate esecuzioni, La prima vittima del suo fanatismo fu proprio il suo mentore, quel Reverendo Mike che grazie ai suoi poteri era riuscito a farlo alzare dalla sua sedia a rotelle. Sorpreso ad amoreggiare con una giovane parrocchiana.
Gli eventi portarono questo primo insanicida a scontrarsi con la Cosa della palude, (the Man Thing) altro characters Marvel di cui Gerber ha scritto le storie per 39 numeri negli anni ’70.
Lo scontro si concluse con la morte di Ross G. Everbest, ed i suoi effetti furono presi in custodia dalla polizia locale della Florida.

Le gesta di Ross però finirono per ispirare il secondo Insanicida.
Greg Salinger aveva pretese più stilistiche che religiose, per Salinger infatti,le cause dei mali della società erano da imputare agli edonisti, ovvero a tutte quelle persone aride,ed impermeabili al fascino della letteratura e della poesia.
Greg Salinger, impadronitosi dell’attrezzatura del precedente insanicida inizia la sua campagna omicida contro gli stupidi fino a che non fu fermato dall’Uomo Ragno sulle pagine del quindicinale Star Comics nei numeri 1-11, e rinchiuso in manicomio.
Negli anni ’90 il personaggio fu recuperato per un nuovo rilancio proprio dall’autore che lo aveva creato diversi decenni prima – una nota mentreil primo insanicida porta la firma di Gerber, il secondo fu ideato da Val Myerik –

Kurt Gerhardt è il terzo individuo a vestire i panni dell’Insanicida, ed il primo tra i tre ad avere una serie tutta sua, seppur di 10 numeri.  Kurt è un agente di prestito, ma in seguito alla morte del padre avvenuta durante un’aggressione da parte di una banda di teppisti, sprofonda in un baratro, kurt vive una sorta di sogno americano al contrario, perdendo lavoro, moglie  e casa nel giro di pochi mesi, e ritrovandosi con un impiego ad un fast food.

“Siamo tutti ostaggi, lo sai? Ostaggi di una violenza casuale e senza senso”
Ma ti viene da chiederti…e se cambiassimo le carte in tavola? Se qualcuno facesse loro degli ostaggi? I parassiti, gli animali, e se si facessero esecuzioni casuali anziché crimini casuali?
Quanti di loro pensi  che dovrebbero morire prima che capiscano che non li vogliamo?”

Indubbiamente Gerber in questa miniserie adopera un registro decisamente più maturo, l’evoluzione psicologica dell’Insanicida è da manuale di sceneggiatura,  seppur vittima di qualche leggerezza stilistica legata agli anni in cui è stata concepita Foolkiller, resta una miniserie ingiustamente ignorata, meritevole di tutte le attenzione che potreste dargli.
La caduta in disgrazia di Kurt, ha ben poco da invidiare a quella di Matt, nella saga di Miller e Mazzuchelli.
In questo caso però, il nuovo maniaco omicida,  orfano dei solidi principi legali dell’avvocato Murdock, è guidato dalla filosofia tentatrice del precedente Insanicida, come la vittima di una sirena nell’Odissea di Ulisse, verso la via dell’odio e dell’omicidio.

A rileggerla oggi, Foolkiller è spaventosamente attuale, Kurt imputa il suo fallimento alla società, anzi per dirla più precisamente, Kurt si identifica in una società martoriata dai cosiddetti parassiti, ed allo stesso tempo se ne proclama il salvatore, Kurt amoreggia con un sentimento di ostilità verso tutto quello che crede siano la causa dei mali della società civile, in un maniera non molto dissimile da quello che ha determinato i risultati elettorali delle ultime elezioni europee, che hanno disegnato un profilo di intolleranza verso il diverso in vari stati dell’unione. Foolkiller probabilmente prende così tanto, perchè Gerber riesce a trasportare su carta, la volontà di riscatto del cittadino medio esausto e disilluso, un riscatto da esigere per essere completo ed appagante, solo attraverso il sangue e la violenza.
Quello che è lampante è che Gerber, 14 anni fa, ha scritto una  miniserie che probabilmente sarà sempre attuale. Impressionante è l’anacronismo con cui Gerber ha colto l’influenza del media televisivo, Kurt infatti diventa il nuovo insanicida, dopo aver sentito alla TV,durante un Talk Show, l’intervista di Greg Salinger, interrogato sulla sua vita e sulle sue idee da un cinico presentatore televisivo, capace di tutto pur di raggiungere i suoi traguardi. Uno degl aspetti più interessanti della storia di Gerber, anzi è la figura di Salinger ed il suo rapporto "epistolare" con il nuovo emulo. Una situazione che in qualche modo ricorda The Silence of the Lambs di Thomas Harris.
Non ho intenzione di raccontarvi l’intera trama, posso assicurarvi però che è coinvolgente,  e che il vero scandalo è che sia caduta nel dimenticatoio.
Foolkiller, la sua crescita psicologica, il suo addestramento, i suoi colpi mortali, alle gang, agli spacciatori, persino all'americano medio, vi terranno con gli occhi incollati agli albi fino al grande esplosivo finale.
Un’ottima prova di uno dei più dotati autori della Marvel del passato, che spero prima o poi qualcuno si degni di ristampare.
Vi concedo di storcere il naso giusto per via delle matite di J. J. Birch artista pressoché sconosciuto su suolo italico, con un tratto sporco ed a volte disarmonico nelle anatomie e nelle prospettive, ma il ma questa linea quasi underground della veste grafica si sposa benissimo con il registro duro e di Gerber. Ma quel che Birch difetta per la cura dei dettagli, viene restituito nell’appetibilità della costruzione della pagina, come detto lo storytelling è incalzante, ed il merito  va sicuramente anche alla sinergia dei disegni e dei testi. Il restyling che il personaggio subisce dopo le prime scorrerie, è azzeccatissimo, all’inusuale cappello da moschettiere, Gerber e Birch adottano una maschera sadomaso, indubbiamente più adatta alla connotazione urbana della storia.

La disturbata determinazione di Foolkiller...

Insomma senza dilungarci troppo Foolkiller è da leggere, quindi prendete la penna e segnatevi i numeri del Punitore dove appare nella sua interezza:

Il Punitore Star Comics numeri: 23-24-29-30-31-32-35-36-37-38-39.

Baci ai pupi.

...incapace di provare pietà verso bambini o donne.

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