Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

sabato 26 luglio 2014

Le rose di Berlino hanno spine solo in Italia

Vi ricordate tempo fa quando parlammo di Tom Strong e vi dissi che la leggenda voleva che la linea ABC di Alan Moore fu concepita nel giro di un fine settimana?
Beh io non so quanto ci sia di vero in questa diceria, da Alan Moore mi aspetto di tutto, però è difficile pensare che effettivamente questo intricato arazzo che è la Lega degli Straordinari Gentlemen sia stato concepito in così poco tempo.
Da non molto tempo è sugli scaffali delle fumetterie il nuovo capitolo dell'avvincente saga del Bardo, il nuovo capitolo dedicato alla figlia di Nemo, "Le rose di Berlino" resta perfettamente all'altezza,  per quel che concerne l'appetibilità, dei precedenti capitoli.
Il nuovo capitolo si inserisce nella complicata (ma estremamente coerente) cronologia degli eventi del mondo della lega degli straordinari gentlemen, circa 16 anni dopo l'avventura polare della giovane Jenni, raccontata nel precedente spin off, Cuore di Ghiaccio. 28 anni prima dell'apparizione della stessa, invecchiata, madre, nonna e vedova, sul ponte del nuovo Nautilus, nel 1969, nel volume chiamato Century. Il terzo seguendo l'ordine editoriale.


Proprio in quelle pagine Moore lascia il lettore con moltissimi interrogativi, riguardo la giovane Jenni.
Il nuovo capitolo delle storie dedicata alla figlia dell'affascinante pirata indiano, si unisce al precedente e risponde ad ulteriori domande. e
E se mi è concesso, allo stesso tempo conferma , quando ce ne fosse bisogno, che la saga della Lega, non è solo una storia che trova il suo punto di forza, nella bravura dell'autore di costruire un mondo attingendo dalla letteratura ottocentesca e moderna, bensì è un complicatissimo arazzo che si svela ai vostri occhi capitolo dopo capitolo, fino a darvi la risposta finale, una saga che corre, inspiegabilmente composta per quasi cento anni, catturando il lettore, e costringendolo pagina dopo pagina ad un attenta analisi sia della tavola che dei testi, al fine di avere perfettamente chiaro l'audace disegno dell'autore.
Prima di scendere nei dettagli del nuovo volumetto Bao, soffermatevi su alcuni importanti particolari
Alla fine del 1800 quando, i Gentlemen vinsero la guerra contro gli invasori spaziali, Nemo scelse di ritirarsi, disgustato dalle soluzioni adottate dalla corona per tenere testa alle lumache marziane. Si apprende, in seguito, che il capitano Nemo durante gli anni del suo esilio sull'isola Lincoln, è diventato padre di una ragazzina, della quale si hanno le prime notizie dalle note della sig.na Murray, nel famoso Almanacco del nuovo viaggiatore, Jenni, questo è il nome dell'erede del pirata indiano, compare per la prima volta in Century, 1910, durante il suo battesimo di fuoco, dove in un finale che ricorda molto la sequenza finale del consigliato, Dogville di Lars Von Trier abbraccia il suo retaggio di sangue e violenza e si dà alla pirateria,a bordo di un rinnovato Nautilus, aiutata dai vecchi luogotenenti di suo padre, il vecchio Ismaele, e l'aitante Board Arrow Jack, dopo un adolescenza passata a patire umiliazioni di ogni genere, negli squallidi docks della Londra del 1900, dove si era rifugiata per sfuggire ai suoi discutibili legami sanguigni.
I lettori che hanno seguito la saga regolarmente, hanno poi ritrovato una Jenni invecchiata, nell'anno 1969, mentre riporta a Londra Allan Mina ed Orlando, in quell'unica pagina la nuova creatura di Moore compare, pare solo per confondere i lettori.
"La vita eterna non fa per me. Morirò e mi riunirò al mio amore Jack. Nostra figlia e mio nipote sono la mia immortalità." 
Non ci sono altri indizi rilevanti, Moore stupisce i lettori, prima introducendo un nuovo carismatico personaggio, per poi riproporlo piegato dagli anni trascorsi nel capitolo successivo, 1969, 59 anni dopo la sua genesi.
E se, Cuore di ghiaccio, tra le tavole omaggianti per lo più, la letteratura di HP Lovercraft, lascia intendere chi sia questo misterioso Jack, l'avventura Berlinese dell'affascinante piratessa, spiega ai lettori nell'assoluta chiarezza il senso di quelle sibilline parole.
Prima di tutto Nemo - le rose di Berlino è un omaggio alla filmografia tedesca di Fritz Lang e non solo. La bellezza di questa breve storia non risiede nel suo svolgimento quanto piuttosto nella realizzazione, di come anche questo spin-off si incastri alla perfezione del disegno generale dell'autore. Come un pezzo di puzzle destinato ad un unico e preciso posto.


Senza spoilerarvi assolutamente nulla della breve, anzi brevissima storia, troppo breve ad essere sinceri - per un' analisi approfondita dei luoghi e dei personaggi, vi invito a seguire il blog , in attesa del nuovo speciale inerente la guida alla lettura, e la scoperta dei segreti di una delle migliori prove di Alan Moore, (IMHO).
Mi limiterò a dire che per innamorarmi di questo nuovo capitolo e bastato vedere la colonna portante della trama, ne Le Rose di Berlino siamo a cavallo del conflitto mondiale, Moore che nel suo mondo non ha quasi mai adoperato personaggi presi dal mondo reale, lascia impersonare il ruolo del cancelliere tedesco Hitler, alla più famosa controparte cinematografica del folle ariano, il riuscitissimo Adenoid Hynkel, del film, Il Grande dittatore di Charlie Chaplin.
Basterebbe questa piccola chicca per rapirvi, eppure Moore fa di più, approfondisce scorci narrativi che
aveva già esposto in passato, come la controparte tedesca degli straordinari gentlemen, attingendo stavolta dalla creatività del cineasta Fritz Lang, sue sono infatti le creature che vedrete in quest'avventura come il dottor Mabuse o il genio visionario di Rotwang, e la sua creatura robotica, vista nel famosissimo Metropolis.
Veloce, avvincente e stupendamente illustrata dal buon Kevin O'Neill, Nemo le rose di Berlino, per quelli che amano la saga di Moore è un altro tassello essenziale, ed è proprio su questo che fa leva la Bao , che persiste con queste edizioni cinesi nane e carissime, che offendono non solo l'opera ma anche il lettore.
Ecco siccome ho deciso di non rilasciare il minimo input, per quel che concerne le citazioni, come detto mi riservo di stilare un nuovo speciale, le critiche su questa lettura sono tutte legate all'edizione italiana.
Come per il precedente capitolo, la Bao ha preteso per questo volume, 13,00€, per sole 60 pagine, credo che non offendo la susscettiblità di nessuno se dico che questo prezzo per questa foliazione è un autentico furto, che ci sia una copertina cartonata o meno.
La verità è che il nome in copertina, richiama solo un certo tipo di lettori, per lo più, l'edizione si rivolge ad un bacino di lettori, in maggioranza composto da maggiorenni indipendenti, e la Bao, fa leva su questo.
Quello che più irrita è che anche questo volume come i precedenti, siano stampati in Cina, e siano stati ridotti nel formato, con una delle scuse più ridicole che si siano mai sentite dire da un editore. Chi segue questo blog da parecchio, sa già di cosa stiamo parlando. Fosse il caso di ripeterlo, rinfreschiamo la memoria a quelli che l'hanno dimenticato: ai tempi di Century, quando i primi lettori chiesero spiegazioni sul formato ridotto di Century, la Bao, su Facebook, rispose che il formato originario, non era compatibile con le macchine europee, dimenticando che il fumetto fosse anche europeo, inglese per la precisione, vedi la Knockabout.
Questa presunta incompatibilità del formato comics americano, a sentire loro tanto tempo fa, causava un enorme spreco di carta che si ripercuoteva poi sul prezzo di copertina, poi però qualcuno (Fumettopenia compreso) fece notare all'editore ed ai suoi lettori, che le presunte macchine europee, erano decisamente poco europee, visto che, in Century, a fine volume c'era scritto, che era stato stampato in Cina.
Insomma la morale è che se non fosse Alan Moore, se non fosse così indispensabile come lettura, per tutti quelli come me che adorano questa saga, vi direi, nella coerenza della ragion d'essere del blog, di lasciare questo tentativo di rapina sugli scaffali delle fumetterie, o nei depositi dell'editore, dai quali molto poco sportivamente, è diventato disponibile per la vendita on line molto tempo prima che arrivasse nelle fumetterie, sgambetti a cui i fumettari dovrebbero essere abituati, ma che spiace sempre vedere fatti in piena luce.
Così da dare un chiaro messaggio agli editori italiani, che certe furbe iniziative, non solo non sono gradite, ma fanno anche male al fumetto, ed alla sua divulgazione.
In soldoni Nemo Le Rose di Berlino è un bellissimo fumetto, scritto bene e disegnato meglio, che per la sua caratteristica di nascondere al suo interno una moltitudine di citazioni, si presta a più letture e svariate ricerche per la comprensione della volontà dell'autore.
L'edizione Italiana, è brutta, piccola, scomoda nella lettura, specie l'appetibile appendice in prosa finale, proposta da Moore come fosse un' intervista. Il prezzo proposto da pubblico è come il precedente Cuore di Ghiaccio troppo alto, tanto che penso che molti lettori aspetteranno i saldi di fine stagione Bao, quel periodo dell'anno in cui l'editore, sgambettando ulteriormente chi vende i suoi fumetti, propone il suo catalogo scontato al 25%. E tanti saluti alle rese nelle fumetterie non aderenti all'iniziativa.
Il fatto che il volume, ancora una volta, manchi di un adeguato apparato redazionale che spieghi al lettore dove Moore attinge il materiale della storia, non fa che rendere il prezzo ancora più alto, il fatto che le pagine in tedesco (e francese) restino tali anche nell'edizione italiana, che non ci si degni nemmeno di aggiungere una pagina in cui si fornisce per amore dell'opera che si sta pubblicando, una traduzione dei dialoghi in crucco che vedono protagonista Hynkel e gli altri tedeschi, non fa che svalutare l'edizione italiana, e renderla nel commento finale ancora più scadente.
Il fatto che il volume sia stampato in Cina, quindi a costi sicuramente più bassi, e sia proposto alle tasche dei lettori italiani con un prezzo del genere, è concedetemi il termine, scandaloso.
Consigliato ai pochi (purtroppo) che senza Bardo campano male e campano poco. Sconsigliato a tutti gli altri che rifuggono letture impegnative. Anzi a 'sto prezzo pure a quelli che adorano letture impegantive ma al contrario di me, senza Alan Moore vivono tranquillamente.
Una condizione per me impossibile.
Ma d'altronde come diceva Jack Burton "Chi mendica non può scegliere", nel mio piccolo Moore escluso, continuo ad evitare costantemente di comprare alcunchè dal catalogo di un editore del quale non condivido molte scelte editoriali.
Baci ai pupi e buone ferie.

sabato 12 luglio 2014

Juan Solo

In un paese normale, un editore come la bolognese Cosmo, dovrebbe essere subissata di elogi e parole di congratulazioni per il suo lavoro editoriale. In un paese normale, sul profilo social dell'editore dovrebbe comparire in media, un post di ringraziamenti ogni due minuti, per aver riportato in edicola, a prezzi contenuti, un bel pò di fumetto d'autore. Questo accadrebbe in un paese normale.
In Italia invece, a leggere in rete, la Cosmo, non è nemmeno degna di essere chiamata "editore", questo perchè, non investe in Italia, non promuove cioè il fumetto italiano, tipo Lady Mafia presumo.
Che poi - come concetto critico - è una stronzata pazzesca, è come se io domani volessi aprire un bar, ma se non ho una paio di piantagioni di caffè, che mi riforniscono di chicchi nostrani, sono comunque un bar di merda. Un bar cinese.
A sentire alcuni, quelli della Cosmo, sono solo degli arrivisti che hanno scelto la facile via delle licenze, un pò come fanno la Panini e la Rw Lion, solo che quelli della Cosmo hanno l'aggravante di pubblicare, il più delle volte, materiale di qualità.


E siccome siamo sempre in Italia, il passaggio da materiale di qualità, a fumetto per snob con la puzza sotto il naso che io bimbominkia sono incapace di comprendere, è tremendamente veloce, il tempo di finire su qualche blog, o canale su youtube di qualche pischello sovraesposto, succede sempre che, chi ha in licenza cagate per adolesceni è osannato come l'editore dell'anno (un esempio a caso, Panini), chi invece ripropone fumetti più ricercati, mirando ad un diverso bacino di clienti è uno snob arrivista.
E non mi sono nemmeno soffermato sull'eterna diatriba che nasce in seno all'analisi della scelta dell' edizione bonellide: in un paese normale, un lettore normale, con le sinapsi al posto giusto, tipo in testa piuttosto che sul colon discendente, applaudirebbe la volontà di pubblicare in bianco e nero ed in formato ridotto, per tenere i costi bassi, applaudirebbe, badate bene, cosciente del fatto che in un edizione diversa, l'occhio verrebbe si appagato, il portafogli però un pò meno.

Invece nel paese dei balocchi che è l'Italia, la Cosmo è una violatrice del prodotto originale, che deturpa per fare soldi, vendendo in edicola, fumetti che in quella edizione ridotta ed in bianco e nero, vengono inevitabilmente snaturati.
Poi magari, chi lo dice, sono gli stessi che comprano cofanetti, variant cover, o numeri celebrativi obbiettivamente inutili e che nulla aggiungono al piacere di leggere.
Strano paese il nostro. Perchè poi, col tempo, l'opinione dell'asino medio italiano non è cambiata nemmeno con i Cosmo Color: "Sono fatti male", dicono "Scrocchiano quando li apri", e molte volte, dicono, il materiale che pubblicano, gode di echi di meriti messi in giro da vecchi critici.



E' un pò quello che succede per Bendis, ma al contrario, un povero demente un giorno è andato in rete a scrivere che BMB è l'autore massimo per quel che concerne lo scrivere dei dialoghi realistici, e tutte le scimmie ammaestrate a ripetere il concetto - evidente tra l'altro - basta leggere involuzioni come Secret Invasion, o Vendicatori Affanculo, per leggerlo e constatarlo con i propri occhi.
Ops volevo dire Divisi, Vendicatori Divisi,  giuro, scusate.
 

E così l'altro giorno mi sono ritrovato a leggere una recensione sul Juan Solo di A. Jodorowsky, che tentava di convicermi che fosse l'ennesimo fumetto sopravvalutato da vecchi dinosauri, incapaci di capire l'evoluzione del media. In un certo passaggio, mi è parso persino di capire che con Juan Solo, era stata volontà dello scrittore (poeta, fumettista, regista teatrale, drammaturgo, saggista, cineasta), di confezionare un' opera capace di superare in appetibilità i fumetti dei supereroi americani....
Più o meno l'opinione dell'audace blogger, che ho scelto di lasciare anonimo, anche perchè non mi ricordo più l'indirizzo web della perla di saggezza, era che, Juan Solo fosse di una noia mortale, e che come opera, tutt'altro che miliare, avesse mancato tutti gli obiettivi che sembrava si fosse prefissata nel primo numero, come approfondire i concetti di disagio sociale, l' odio verso il diverso, e chissà cos'altro.

La verità è che se ti incammini verso il difficoltoso compito di convincere il prossimo che una cosa è brutta solo perchè tu non la capisci, è richiesta un minimo di preparazione sull'argomento. Altrimenti ti riduci ad un troll, con il malsano vizio di fare l'anticonformista anche quando scadi nel ridicolo.
La verità è che Juan Solo, è un fumetto assolutamente compatibile con la produzione del prolifico autore; un lettore che arriva a Juan Solo (grazie alla cosmo che lo ripropone in edicola a basso costo) dopo aver letto, per esempio Bouncer (sempre Cosmo, sempre low cost, anzi se non vi ringrazia nessuno lo faccio io), o magari dopo alcuni dei suoi romanzi, come pere esempio l'impossibile "Quando Teresa si arrabbiò con Dio",  sa benissimo che Juan Solo è l'ennesima prova di uno scrittore, che ama rivestire plot narrativi tutt'altro che audaci, con estremismi, sia a livello di trame che di caratterizzazioni di personaggi. Juan Solo è una gangster story, tutto sommato, condita dalla presenza di Freak, tipici e ricorrenti nella produzione dello Psico-Mago cileno naturalizzato francese, che non credo poi, abbia la benchè minima volontà di competere con il fumetto supereroistico americano, pretendere di attribuirne il senso, dopo aver letto Age of Ultron o AVX è semplicemente atroce.
Non si sta sopravvalutando il fumetto Juan Solo se ne promuoviamo la lettura, Juan Solo appartiene semplicemente ad altri registri narrativi, e si distingue dalle altre produzioni presenti in edicola per un motivo principale, è una storia concepita solo per il piacere di essere letta, è un romanzo illustrato punto e basta, non è che dare la connotazione di opera a questo fumetto, debba significare che lo stesso essere necessariamente letto a più livelli, alla ricerca di significati e messaggi nascosti.
Il contributo di George Bess all'opera è eccellente, il disegnatore si dimostra un bravissimo esecutore di sequenze d' azione, un cultore delle anatomie, un amante di ampie inquadrature e genuinamente ossessionato da una maniacale attenzione verso i particolari, nelle tavole quasi nulla è accennato e lasciato a libera interpretazione del lettore, Bess ha un tratto pulito e preciso, e traduce bene in immagini, la lisergica sceneggiatura di Jodorowsky, che non manca di schiaffeggiare i lettori, con sequenze a volte disturbanti, volutamente estremizzate, sature di situazioni tutt'altro che borderline. La morte del nano transessuale chiamato "Mezzolitro", che accudisce il protagonista della storia nelle prime pagine, non deve essere per forza inquadrata, in una situazione di analisi della società, è solo la morte di un nano transessuale, con il suo specifico ruolo nella storia, e che trasmette nella sua seppur breve apparizione il pathos necessario per innamorarsi dello stile narrativo di Jodorowsky.

Juan Solo è un ottima riproposta Cosmo, una buona occasione di leggere questa fantastica Graphic Novel senza doversi svenare, una lettura che si è capito ormai, al contrario di blogger audaci, raccomando spassionatamente.
Vi divertirà, vi disturberà, in alcuni passaggi vi entusiasmerà, senza spoilerare nulla, diciamo che il vario background culturale dell'autore verrà fuori pagina dopo pagina, estasiandovi, come poche altre cose possono fare a quel prezzo oggi in edicola.
Brava Cosmo.
Baci ai pupi.

mercoledì 2 luglio 2014

Una nuova collana antologica DC



Lo so che siete tutti in attesa della nuova collana annunciata dalla collaborazione tra RW Lion ed Il Sole 24 Ore, che conterrà finalmente una raccolta delle migliori storie DC. (Almeno i rumors così dicono.)
Immagino che il sito di Mangaforever che oggi ha pubblicato la notizia con tanto di piano dell’opera sia cliccatissimo, mi accodo a loro cercando di darvi qualche notizia in più per quel che concerne le storie che verranno proposte. Comunque cominciamo col dire che la collana avrà cadenza settimanale e costerà 7,90€ a volume.
Da quel che si legge credo di capire che ogni volume, o magari alcuni d questi non conterranno solo una storia particolare, visto che l’intento dell’opera è di presentare gli eroi DC nell’arco della loro lunga vita editoriale dalle prime storie Golden age fino a quelle più smaliziate degli ultimi anni.

1. La prima uscita non ha bisogno di presentazioni: è il Kingdome Come di Mark Waid ed Alex Ross, lo conoscono anche i sassi, se non lo conoscete, è il momento che considerate la cosa di leggerlo. E’ fantastico.

2. Batman -  Il Cavaliere Oscuro – Un titolo abbastanza generico da dare ad un volume di Barman, posso supporre che tra le pagine contenga anche il capolavoro di Frank Miller, anche se per quello il titolo esatto era Il Ritorno del cavaliere Oscuro, ma è altrettanto probabile che invece contenga le prime storie della serie Batman Legend of Dark Knight, magari Shaman of Gotham di O’Neill ed Hannigan, che cronologicamente si riallacciava alla miniserie d Miller Year One.

3. Superman – L’uomo del domani di Stern e Ryan (in gran parte) è già uscita in Italia per la Play Press sull’albo omonimo. La serie durò una quindicina di numeri, toccherebbe vedere cosa conterrà questo volume, il penultimo numero della serie conteneva un fill inn collegato a One Million che vinse il premio Fan Award For Favorite Story.

4. Justice League – I più grandi supereroi del mondo,  Manga forever parla in questo caso di Alex Ross, anche se il titolo è diverso è probabile che questo quarto volume contenga i due speciali illustrati da Ross, e già editi sia dalla Play Press in Formato gicante, che dalla Planeta sotto forma di Omnibus se non erro, i due numeri dedicati alla League si chiamavano Secret Origins e Liberta e Giustizia.

5. Batman – Uomo o pipistrello , potrebbe indicare una storia apparsa su Detective Comics di Robbins ed Adams.

6. Superman – Guardiano di Metropolis, dubito fortemente si riferisca alla The Superman of Legacy, che per guardiani di Metropolis indicava quella squadra di eroi che difende Metropolis dopo la sua morte, è probabile che invece il volume raccolga qualche vecchia serie di storie , visto che nell’articolo su Mangaforever, si parla anche di vecchio materiale.

7. Starro il conquistatore – con questo titolo su Brave and the Bold n. 28 negli anni ’60 fece la prima apparizione il villain galattico Starro, non è escluso che il volume contenga, la storia della prima apparizione (Fox-Sekowsky) e magari qualche altra interpretazione, sarebbe auspicabile quella di Grant Morrison.

8. Batman – Il demone vive ancora – E’ di Neal Admas e di Dennis O’Neill,  e rientra nel ciclo di Ra’s Al Ghul. Un classico.

9. Flash – Il mistero del fulmine umano, non so proprio cosa sia, forse è una raccolta antologica di racconti da Fox ad Infantino.

10. Lanterna Vede/Freccia Verde – Sarà sicuramente la celebre serie firmata da O’Neill ed Adams apparsa per la prima volta in Italia sui Play Book. Molto bella per i temi trattati: droga, razzismo, disagio sociale,  una geniale rivisitazione metropolitana di un eroe galattico come Lanterna Verde. Illustrata perfettamente, però per tematiche affrontate e registro utilizzato, potrebbe risultare un po’ indigesta.

11. Batman  - Il dinamico duo, può essere tutto. Magari anche All star Batman. Anche qui dobbiamo confidare in responsabili capaci ed appassionati.

12.  Justice League –  In vendita! …Non ne ho proprio idea ragazzi mi spiace.

13. Superman – Kryptonite è la miniserie di Loeb e Sale. E’ gia stata pubblicata tra l’altro sull’ultima collana da edicola dedicata a Superman.

14. Batman – La minaccia del Joker. Anche questo mi sembra tanto un titolo che raccoglierà più storie, continuo a sperare che a curare la collana ci sia gente che ci metta il cuore piuttosto che il culo. Le prime pagine saranno probabilmente dedicate alla prima apparizione scritta e disegnata da Kane e Finger, ma il resto dell’albo? Saranno scontati e metteranno The Killing Joke di Moore o ci stupiranno?

15 . Superman – Pace in terra fa parte della collanadi albi celebrativi scritti da Paul Dini ed illustrati da Alex Ross. Da prendere assolutamente a quel prezzo.

16. Lanterna Verde – L’anello del potere. Durante la Silver Age Lanterna verde fu ricostruito da zero, come Flash, di materiale da pubblicare ce ne sono scaffali interi. Magari è il materiale disegnato da Gil Kane.

17.  Flash – Il grande freddo. Infantino? Captain Cold? Mah. Ma rilasciare anche i nomi degli autori immagino sarebbe stata la solita pretesa da nerd…

18. Superman - La sfida dell’Amazzone.  Non mi viene in mente molto altro oltre la bella serie in cui Superman e Wonder Woman se le danno di santa ragione, materiale degli anni ’70 illustrato dall’immenso J.L. Garcia Lopez.

19. Lanterna Verde/Freccia Verde – Nessuno sfugga. I Play Book furono due, questo volume raccoglierà la seconda parte delle storie di O’Neil  ed Adams, quelle in cui gli eroi si trasferiscono nello spazio se ricordo bene.

20. Justice League of america – Crisi su Terra-1 – E’ la prima Crisi del multiverso DC, quella che riporta in edicola la vecchia Justice Society of America. Collocata per esigenze editoriali sulla Terra-2 nata sulla celebre storia, Flash dei due mondi.  Di Fox e Sekowsky.
Materiale interessante, ma per l’antropologo che è in voi.

Per ora ci fermiamo qui, sono certo che tra qualche tempo ritorneremo a parlare di questa nuova collana, commentandola più a freddo, perch non so a voi ma a me sembra un' altra occasione mancata di dare al Dc Universe la visibilità che merita, come dicevo magari, appena i siti di pertinenza rilasceranno più informazioni, torneremo a parlare di questa nuova iniziativa.
 Per ora il prossimo 11 Luglio dovete sapere che torna in edicola il sublime Kingdome Come, per l’ennesima volta. 
Tanto per essere critici in chiusura, magari si poteva optare per riproporre cose più introvabili.
Per ora ci lasciamo qui, sicuramente sull’argomento ci ritorneremo.
Baci ai Pupi.

martedì 1 luglio 2014

L'insanicida



Ho sentito dire che quelli della Gazzetta dello Sport hanno intenzione di continuare la loro avventura in edicola con una nuova iniziativa legata ai fumetti Marvel, stavolta sembra che il loro obbiettivo sia di ristampare vecchie saghe del passato. Beh spero che qualcuno dei responsabili della collana si ritrovi a leggere questo articolo, perché quello di cui ho intenzione di parlarvi oggi è il recupero di una miniserie di 10 numeri, assolutamente interessante, che ha visto in Italia, ahimè come tutto il materiale interessante, una sola edizione, in appendice al Punitore della Star Stomics.
L’insanicida, (FoolKiller) è una miniserie edita nel 1990 scritta da Steve Gerber ed illustrata da
J.J. Birch e Tony De Zuniga.
L’assassino di idioti di cui vi invito caldamente il recupero e la lettura, è in realtà la terza incarnazione di questo characters: apparso per la prima volta nel lontano 1974 sulle pagine di The Man-Thing, albo, che io sappia tutt’ora inedito in Italia. 
Ma come sempre andiamo con calma.

Retcon.
 
Ross G. Everbest era lo sfortunato figlio di un soldato americano deceduto in guerra nel giorno della nascita del suo bambino, e di una infermiera della Croce Rossa, morta mentre prestava servizio in Corea il giorno del nono compleanno del figlio.
Sin dall’infanzia, il piccolo Ross era stato cresciuto dalla nonna che lo accudiva nella sua sfortunta condizione di handicappato, il piccolo infatti era paralizzato dalla vita in giù.
All’età di sedici anni, la vita di Ross subì una fortunata svolta: accompagnato dalla nonna ad assistere ad uno show di un predicatore. Il Reverendo Mike, nello stupore generale, guarì davvero il piccolo Ross, che per tutta risposta sviluppò una forte passione per Dio, divenendo col tempo un predicatore persino più carismatico del suo salvatore. Convintosi di essere la voce di Dio, Ross sviluppò una inquietante filosofia secondo la quale la società versava nelle gravi condizioni di declino e peccato per via di quelli che etichettava come agenti del diavolo, ovvero i pazzi ed i folli, che in quanto strumenti del maligno dovevano essere eliminati dal messia del signore.
Ross divenne così il primo Insanicida del Marvel Universe, grazie gli introiti della sua carriera di predicatore riusci a costruirsi una sorta di pistola disintegratrice, con la quale si diede ad una serie di efferate esecuzioni, La prima vittima del suo fanatismo fu proprio il suo mentore, quel Reverendo Mike che grazie ai suoi poteri era riuscito a farlo alzare dalla sua sedia a rotelle. Sorpreso ad amoreggiare con una giovane parrocchiana.
Gli eventi portarono questo primo insanicida a scontrarsi con la Cosa della palude, (the Man Thing) altro characters Marvel di cui Gerber ha scritto le storie per 39 numeri negli anni ’70.
Lo scontro si concluse con la morte di Ross G. Everbest, ed i suoi effetti furono presi in custodia dalla polizia locale della Florida.

Le gesta di Ross però finirono per ispirare il secondo Insanicida.
Greg Salinger aveva pretese più stilistiche che religiose, per Salinger infatti,le cause dei mali della società erano da imputare agli edonisti, ovvero a tutte quelle persone aride,ed impermeabili al fascino della letteratura e della poesia.
Greg Salinger, impadronitosi dell’attrezzatura del precedente insanicida inizia la sua campagna omicida contro gli stupidi fino a che non fu fermato dall’Uomo Ragno sulle pagine del quindicinale Star Comics nei numeri 1-11, e rinchiuso in manicomio.
Negli anni ’90 il personaggio fu recuperato per un nuovo rilancio proprio dall’autore che lo aveva creato diversi decenni prima – una nota mentreil primo insanicida porta la firma di Gerber, il secondo fu ideato da Val Myerik –

Kurt Gerhardt è il terzo individuo a vestire i panni dell’Insanicida, ed il primo tra i tre ad avere una serie tutta sua, seppur di 10 numeri.  Kurt è un agente di prestito, ma in seguito alla morte del padre avvenuta durante un’aggressione da parte di una banda di teppisti, sprofonda in un baratro, kurt vive una sorta di sogno americano al contrario, perdendo lavoro, moglie  e casa nel giro di pochi mesi, e ritrovandosi con un impiego ad un fast food.

“Siamo tutti ostaggi, lo sai? Ostaggi di una violenza casuale e senza senso”
Ma ti viene da chiederti…e se cambiassimo le carte in tavola? Se qualcuno facesse loro degli ostaggi? I parassiti, gli animali, e se si facessero esecuzioni casuali anziché crimini casuali?
Quanti di loro pensi  che dovrebbero morire prima che capiscano che non li vogliamo?”

Indubbiamente Gerber in questa miniserie adopera un registro decisamente più maturo, l’evoluzione psicologica dell’Insanicida è da manuale di sceneggiatura,  seppur vittima di qualche leggerezza stilistica legata agli anni in cui è stata concepita Foolkiller, resta una miniserie ingiustamente ignorata, meritevole di tutte le attenzione che potreste dargli.
La caduta in disgrazia di Kurt, ha ben poco da invidiare a quella di Matt, nella saga di Miller e Mazzuchelli.
In questo caso però, il nuovo maniaco omicida,  orfano dei solidi principi legali dell’avvocato Murdock, è guidato dalla filosofia tentatrice del precedente Insanicida, come la vittima di una sirena nell’Odissea di Ulisse, verso la via dell’odio e dell’omicidio.

A rileggerla oggi, Foolkiller è spaventosamente attuale, Kurt imputa il suo fallimento alla società, anzi per dirla più precisamente, Kurt si identifica in una società martoriata dai cosiddetti parassiti, ed allo stesso tempo se ne proclama il salvatore, Kurt amoreggia con un sentimento di ostilità verso tutto quello che crede siano la causa dei mali della società civile, in un maniera non molto dissimile da quello che ha determinato i risultati elettorali delle ultime elezioni europee, che hanno disegnato un profilo di intolleranza verso il diverso in vari stati dell’unione. Foolkiller probabilmente prende così tanto, perchè Gerber riesce a trasportare su carta, la volontà di riscatto del cittadino medio esausto e disilluso, un riscatto da esigere per essere completo ed appagante, solo attraverso il sangue e la violenza.
Quello che è lampante è che Gerber, 14 anni fa, ha scritto una  miniserie che probabilmente sarà sempre attuale. Impressionante è l’anacronismo con cui Gerber ha colto l’influenza del media televisivo, Kurt infatti diventa il nuovo insanicida, dopo aver sentito alla TV,durante un Talk Show, l’intervista di Greg Salinger, interrogato sulla sua vita e sulle sue idee da un cinico presentatore televisivo, capace di tutto pur di raggiungere i suoi traguardi. Uno degl aspetti più interessanti della storia di Gerber, anzi è la figura di Salinger ed il suo rapporto "epistolare" con il nuovo emulo. Una situazione che in qualche modo ricorda The Silence of the Lambs di Thomas Harris.
Non ho intenzione di raccontarvi l’intera trama, posso assicurarvi però che è coinvolgente,  e che il vero scandalo è che sia caduta nel dimenticatoio.
Foolkiller, la sua crescita psicologica, il suo addestramento, i suoi colpi mortali, alle gang, agli spacciatori, persino all'americano medio, vi terranno con gli occhi incollati agli albi fino al grande esplosivo finale.
Un’ottima prova di uno dei più dotati autori della Marvel del passato, che spero prima o poi qualcuno si degni di ristampare.
Vi concedo di storcere il naso giusto per via delle matite di J. J. Birch artista pressoché sconosciuto su suolo italico, con un tratto sporco ed a volte disarmonico nelle anatomie e nelle prospettive, ma il ma questa linea quasi underground della veste grafica si sposa benissimo con il registro duro e di Gerber. Ma quel che Birch difetta per la cura dei dettagli, viene restituito nell’appetibilità della costruzione della pagina, come detto lo storytelling è incalzante, ed il merito  va sicuramente anche alla sinergia dei disegni e dei testi. Il restyling che il personaggio subisce dopo le prime scorrerie, è azzeccatissimo, all’inusuale cappello da moschettiere, Gerber e Birch adottano una maschera sadomaso, indubbiamente più adatta alla connotazione urbana della storia.

La disturbata determinazione di Foolkiller...

Insomma senza dilungarci troppo Foolkiller è da leggere, quindi prendete la penna e segnatevi i numeri del Punitore dove appare nella sua interezza:

Il Punitore Star Comics numeri: 23-24-29-30-31-32-35-36-37-38-39.

Baci ai pupi.

...incapace di provare pietà verso bambini o donne.