Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

venerdì 26 aprile 2013

Il secondo Omnibus è sempre più godibile

Abbiamo parlato del Thor di Simonson abbondantemente, abbiamo parlato del primo omnibus, e vi abbiamo anche fornito un vademecum per avere le stesse storie pagando la metà, (cercate nel blog tramite l'apposita barra) rimediando il vecchio materiale Play Press, oggi però parliamo del secondo omnibus, e ne parliamo stranamente bene, perché è bene premiare un lavoro ben fatto quando è evidente.
Ed effettivamente è opportuno tornare a parlare del tonante Simonsoniano, perché il secondo ingombrante tomo Panini contiene delle storie anche più belle del primo a mio parere e merita qualche elogio in più, per la completezza e la cura con il quale è stato costruito.
Andiamo con ordine:
Le storie – Simonson da il meglio di se nella seconda parte, alla fine del primo omnibus avevato lasciato Thor e gli Aesir alle porte del regno dei morti o giù di lì, in quella missione di recupero di quelle anime mortali rubate da Malekith, l’elfo nero, ricordate?
In realtà la missione è quasi un pretesto per il Dio del tuono, un altro motivo che non manifesta apertamente è la speranza di ritrovare il Padre Odino. Prigioniero del regno di Hela, caduto alla fine del Ragnarok, ricordate?
I numeri dedicati al viaggio di Thor all’inferno scandinavo, sono di un eticità più unica che rara, Simonson ancora autore e disegnatore dell’opera, butta giù delle tavole veramente appetitose, ovvio che non voglio darvi nessuna anticipazione, quindi dovrete fidarvi di questa opinione, però per esempio occhio al n° 362, di una bellezza veramente inappropriata quasi per un fumetto seriale.
Ma più in generale sono tutte le trame che Simonson manda avanti a divertire.
Gli intrighi di Loki per impedire al fratello a salire al trono di Asgard, rasenteranno l’assurdo, e non esagero, in più avrete la possibilità di leggere due cross-over del Dio del Tuono con delle maxi-saghe del tempo, la prima è Guerre Segrete 2, il secondo è Massacro Mutante.
Farete la conoscenza di PEACE, una sorta di elogio di Walter Simonson del Giudice Dredd, in un team up spazio temporale, che diverte nonostante gravi sul suo groppone l’handicap dell’età.
Nonché un ulteriore prova dell’autore nello scrivere della mitologia nordica: La Canzone di Mjolnir, albo in cui Walter Simonson disegna delle tavole, ma sarebbe più giusto chiamarle Splash Page, veramente da incorniciare.
Una avvincente sottotrama disegnata dal buon Buscema (è bene che sappiate che gran parte di questo Omnibus, almeno la metà a fare un veloce conto delle pagine, sarà disegnato da Sal Buscema) vi accompagnerà fino all’appetitoso epilogo, un cui Thor subisce un sostanzioso svecchiamento grafico da consegnare ai posteri, ultimo regalo di un grande autore ai suoi lettori.
E l’edizione Panini?
Abbiamo già abbondantemente parlato di come la pensi rispetto a questa piega De Luxe che si vuole dare a questa passione attraverso queste edizioni, però stavolta è doveroso da parte di questo bolscevico della nona arte tessere un po’ di lodi, la dicitura del volume, l’omnibus del Thor di Walter Simonson, è fin troppo veritiera, il volume contiene effettivamente tutta la gestione Simonsoniana di Asgard, persino una miniserie minore ma legata alla continuity, di 4 numeri dedicata alle gesta di Balder, durante la sua permanenza a NornKeep, la Panini effettivamente poteva anche non pubblicarla, invece eccola lì, adorabile e semplice favola nordica, dall’inevitabile lieto fine, con protagonisti Balder, il suo scudiero, la regina Karnilla ed i giganti del ghiaccio.
Brava Panini o brava la Marvel, che ha editato il volume con così tanta volontà di interezza, commento finale: materiale da avere? Assolutamente si, gli unici due Thor che vale la pena di leggere sono quello di Simonson e quello di Stracchino, il resto potete evitare,vale la pena prendere l’omnibus? Mi conoscete, mi sono già pronunciato su come reputo futile la ricolorazione delle tavole, però se avete preso il primo, sarebbe un peccato non prendere questo, che posso assicurarvi è anche meglio.
A voi (ed al vostro portafogli) la scelta.
Balder The Brave comunque fu pubblicato in Italia dalla Comic Art, su All American Comics 21-24.
Quindi al solito, compratelo (l’omnibus o gli albi Play), rubatelo, noleggiatelo, fatevelo prestare, ma non lasciatevi scappare una bella lettura come il Thor di Walter Simonson.
Baci ai pupi.

giovedì 25 aprile 2013

Gli IncrediBBili Avengers

Incredibili Avengers, è bruttissimo, non  è bruttissimo?
Incredibili Avengers… “Aò Gennà addò vai?” “Mah vado al concerto dei Profondo Purple”, cioè  non è brutto?
Ma si che è brutto, ma come te può venire in mente di lasciare il titolo a metà?
O metti Incredibili Vendicatori o lasci Uncanny Avengers, ma che è sta via de mezzo?
Ma manco ai tempi della Corno, dio l’abbia in gloria ogni singolo loro dipendente, si leggevano obbrobri, con 4 B del genere!
Boh, la mente umana: quanto poco sappiamo di essa.
Vabbè ragazzi, come diceva il tipo che mi dormiva nella branda superiore al militare, con uno sguardo allucinatissimo ed intollerante alla naja: “Gennaro, possono metterci di piantone quanto vogliono, ma  il tempo non lo possono fermare, il tempo passa.”. ed effettivamente il tempo è passato, e da che sembrava qualcosa di così lontano, eccolo qua Marvel Now made in Italy - gli Avengers hanno non hanno nemmeno finito di azzuffarsi con gli X-Men che  fanno già la pace, e si accoppiano come i cincillà.
Parlai già di Uncanny Avengers tempo fa, perché non ce la facevo ad aspettare i tempi editoriali della Panini, quindi rimediai i primi due albi e li lessi tutti d’un fiato, in quanto primo albo del Marvel Now, Uncanny Avengers stracciò in termini di vendite tutta la concorrenza, pertanto se avete voglia di leggervi la recensione sul  primo appuntamento con la nuova serie di Remender Cassaday, la trovate qui, e se c’è qualche castroneria di troppo sappiate perché l’avevo letta in inglese,e non sempre le news che mi arrivavano erano attendibili e tantomeno controllate!
Cmq il voto finale per Uncanny Avenger resta lo steso di qualche mese fa : 7 ½, un Cassaday troppo legnoso ed un plot che basa la sua struttura su temi marvel usati ed abusati, ma refreshati coe dissi allora da un ottimo scrittore come Remender.
Parliamo invece dell’edizione italiana:
Prezzo promozionale 1€, cioè come fai a non prenderlo?
Viene fuori quel tuo lato opportunista barra nerd barra collezionista, pensi: “anche se non la faccio tutta, prendo il numero uno, poi tra 58 anni lo vendo a prezzi spropositati su ebay.
Questo pensi, perche sotto sotto siamo tutti uguali.
Avidi.
Ed i comprimari? Non mi aspetto che non sappiate chi siano i comprimari, dalla Panini ce le hanno fatte grosse così con i post sulla loro pagina facebook, riguardo alla nuova geografia delle loro testate dopo il Marvel Now.
E tutti i blogger me compreso a ripetere come i pappagalli come se impugnassi delle news di primo pelo.
Quindi saprete già che in appendice agli Incredibili Avengers…madonna che brutto, ma cambiatelo no?
Dicevo in appendice c’è Avengers Arena.
Un titolo che prima del Marvel Now io non mi sono filato di pezza. Ma credo che sto facendo confusione con l’Academy.
Ora invece, non lo so dipende da budget, un sacco di incognite, input e output, di cui non sto qui a parlarvi, anche perché non ve ne frega una mazza.
Il punto però è che sei vendicatori mutanti di Remender stanno sul 7 ½ , i pischelli coi superpoteri della scuola dei Vendicatori rapiti e portati su Mondo Assassino, sono sull’otto pieno.
Autore Hopeless, lo stesso Hopeless che ha scritto Cable and X-Force altro titolo appetibile del Marvel Now che, di cui ho abbondantemente tessuto le lodi.
Il gruppo di ragazzini viene rapito una notte per mano di Arcade…ora due righe per chi non conosce Arcade:
E’ una vecchia nemesi degli X-men, creato da Claremont (che scoperta Gennaro, i mutanti li ha creati tutti lui) e Byrne, in realtà a parte il suo cervello geniale piegato alle pulsioni più maligne e bieche, Arcade non ha superpoteri, è un esperto di robotica, dai gusti sull’abbigliamento decisamente audaci ed il lessico da supercattivo demente.
Ovviamente l’Arcade di Hopeless non ha quasi nulla in comune con la sua precedente interpretazione, questo villain è tutt’altro che umano, sfoggia superforza, telecinesi, invulnerabilità, tutte abilità che con la robotica non c’entrano nulla, e che piegano la volontà dei poveri ragazzini nel giro di poche pagine.
E qui ci fermiamo con lo spoiler selvaggio.
Avengers Arena è una sorpresa inaspettata, Hopeless tira su un Battle Royale in mutandoni, Arcade ha rapito i ragazzi e vuole che si uccidano tra loro affinché resti un unico vincitore, il deja-vu con l’incipit delle guerre Segrete Marvel è inevitabile, ma se l’arcano era un essere che parlava molto e ficcava poco, questo Arcade al
contrario non scherza e lo dimostra quasi subito

 Le affinità con il sanguinolento reality manga giapponese, sono innegabili, persino il logo in copertina richiama l’opera di M. Taguchi, appetibile anche per me che quasi non conosco nessuno dei protagoniste del fumetto.

Molto carino, non un must, non una pietra miliare, ma un fumetto appetibile che mi fa ben sperare per questo giovane autore del quale vi lascio gli estremi del suo log: http://www.dennishopeless.com/
Carinissime anche le matite di Walker, dinamiche, pulite, moderne e con tavole che ben supportano la trama ipercinetica di Hopeless, otto pieno, tanto che non mi ha nemmeno infastidito il fatto che in realtà l’albo Panini, contiene un solo numero di Uncanny Avengers e ben due di questo Avengers Arena.
Insomma se vogliamo ancora dare per buona la regola che negli spillati italiani di solito abbiamo la serie principale più il comprimario pippa, in questo caso abbiamo trovato l’eccezione.
Baci ai pupi.


Incredibli Avengers #01 di Remender-Cassaday-Hopeless-Walker contiene - Uncanny Avengers #1, Avengers Arena #1-2 Ed. Panini Comics, Spillato prezzo di lancio - € 1.00, 
Poi abbiamo l'edizione con t-shirt a € 14.90, (per i bimbiminkia Taglia S).
LA variant Manara a €5,00 ed una di Scottie Young, che è carinissimo da vedere una volta poi stufa perche disegna sempre le stesse cose, ecco l'ho detto.

Il ritorno di Bucky Barnes

Soldato d’inverno è stata una delle cose più belle che mi sia capitato di leggere negli anni passati sotto l’etichetta Marvel, la retro-continuity operata su Bucky Barnes dal buon Ed Brubaker, era ed è una lettura godibilissima  che consiglio ai pochi che non hanno avuto modo di leggerla, una spy-story in calzamaglia, un ibrido che strizzava l’occhio sia alla prosa di Tom Clancy e che graficamente flirtava con le atmosfere nostalgiche di vecchie pellicole noir tanto care allo scrittore ed all’illustratore Steve Epting.
Ora Bucky torna in azione in questa nuova miniserie, firmata da un team già consolidato: Brubaker-Guice.
Ed almeno dalle prime pagine ci si può aspettare di leggere un’ altra gradevole spy-story  in mutandoni con tutti gli ingredienti ben dosati: le spie Shield, l’immancabile Fury, Bucky ovviamente , e l’essenziale bond-girl Natasha in arte la vedova nera ed una stuola di cattivoni russi scampati alla Glasnost.
Il primo numero che raccoglie i primi due capitoli di “Un lungo inverno” è abbastanza appetibile, senza spendere altre parole sulla solita edizione italiana, qui dobbiamo rassegnarci al brossurato anoressico da 3€ solito ormai, amen.
Brubaker ci ributta nelle atmosfere del suo bellissimo Cap, in particolare nell’arc inerente il ritorno di Bucky, non ho assolutamente l’intenzione di spoilerare nulla.
E’ vero, io lo sapevo morto in Fear It Self , e non so in che modo è tornato in vita, visto che io quell’immenso Flop di Fraction l’ho abbandonato al numero 3 o 4, quando appunto Bucky cade per mano della figlia del Teschio, ma voi zombacci sarete molto più informati di me, quindi saprete sicuramente come è tronato tra i vivi: Cloni? Dimensioni Parallele? LMD? Gemelli separati alla nascita? Mefisto? Cubo cosmico?
Famo che non è attinente alla serie di cui pontifichiamo, nel mio personalissimo mondo, faccio finta che Bucky non ci è mai andato a quella ingloriosa fiera del Martello Asgardiano, semplicemente quando è tornato Cap (ed in che modo vergognoso è tornato) gli ha lasciato il costume ed è tornato a fare la spia. Punto.
Da quel che ho capito saranno 8 numeri, in cui l’ex spalla di Cap, coadiuvato dallo Shield e dalla Vedova sarà sulle tracce di altri agenti dormienti come lui, sparsi per l’America e che qualcuno sta riattivando per i suoi ignobili, malvagi ed ingiusti scopi.
Alle matite un ottimo Jackson Butch Guice, una vecchia conoscenza dei Marvel-zombie più attempati, che nel corso degli anni è passato da uno stile di disegno più  realistico, (con una particolare attenzione alle curve femminile), come visto in passato su  Iron Man, ad un tratto ibrido, tra un Kirbyesco-Buscemico Shield apparsa sulle pagine di Iron Man Play Press o ancora su Action comics (Regno dei Supermen, sempre Play Press) - ed uno stile più moderno e stiloso, carico di scuri, pennelli digitali e tagli cinetici della tavola, stile che abbiamo avuto già modo di ammirare nella gestione Epting di Capitan America & Fondazione Futuro.
Un Kirby su Photoshop by J.B. Guice
(anatomie più squadrate, gli indimenticabili ghigni esagonali ) – ammirato nella miniserie dedicata al Nuovo
Insomma questa nuova testata Panini, Marvel Tales  ha vinto un posto a tavola, almeno in casa Cardillo, adoro Brubaker, e mi piace questo disegno dai toni nordico-plumbei con stilosità digitali.
Il mio consiglio è di dargli un occhiata.
Non credo vi deluderà!
Prima di andare: voglio fare i miei sinceri complimenti a Lavagna, è riuscito a scrivere ben due editoriali senza consigliarmi l’acquisto di niente, è riuscito a scrivere Capitan america senza scrivere subito dopo “di cui potrete leggere le sue avventure sul nostro mensile…” Bravo Lavagna!
Over.
Baci ai Pupi.





Winter Soldier #01 (di 8?) di Brubaker e J.B. Guice Brossurato 48 pp 3€ (caro ma buono), è disponibile anche una variant cover disegnata da Dell'Otto a 5 €, metallizzata, questo nel caso abbiate la libreria in balcone.

martedì 23 aprile 2013

La Saga segata

Saga non è malvagio come fumetto, ma dire non è malvagio, è ben diverso che dire che è un fumettone imperdibile, sia chiaro è carino, la prosa è scorrevole, i dialoghi freschi e divertenti, la trama però è già un pò così,  è un pò sul deja-vù, due razze in guerra, un amore in mezzo, non è che brilli di novità, questo giulietta e romeo con gravidanza annessa, non so come mai spinga così tanto, certo i disegni della Staples, questo tratto sbarazzino  e sporco, si lascia ammirare, questa china disordinata mi ricorda un pò le tavole di HeroSquared, ma al di là dell' incentivo grafico, cioè io non vedo il capolavoro.
E' un fantasy stellare, dove per stellare voglio dire che è ambientato nello spazio, incantesimi ed astronavi, due generi che uniti abbattono qualsiasi schema, voglio dire, chi ti può venire a dire: "Ma dai che cagata un astronave di legno!"
E' Fantasy più fantascienza, se non apprezzi è perchè sei limitato, confinato nei tuoi schemi mentali stereotipati, dove Maghi ed Outer Space, sono come due parallele, viaggiano a fianco senza incontrarsi mai.
Che poi l'astronave di legno non è nemmeno sta novità!
I lettori di vecchia data di Lanterna Verde, ne avranno incontrata  una un pò di anni fa sulle pagine di DC: Action comics Weekly.
Vaughan introduce un bel pò di roba, in questa sua epopea d'amore, ma sono tutte trovate che si rifanno ad altri immaginari, questi Robot con la tv al posto della testa che di tanto in tanto visualizzano i loro pensieri, non sono proprio una novità. Dove li ho già visti?
In una trama del genere tutto sa un poco di già visto e già sentito, troppe volte per giustificare un tale seguito.
Se vogliamo premiare il non-sense, il surrealismo che è alla base dei personaggi, allora Saga è il fumetto dell'anno, ma al di là di questo, non ci vedo molto altro:
Una carceriera ed un prigioniero, che si innamorano e scappano da un mondo in guerra, entrambi gli schieramenti decidono che questa unione è una minaccia per la loro causa, embè  e dove sarebbe la novità?  Cioè è Romeo e Giulietta, con la trombata e con più parolacce nei dialoghi.
Sarà mica che siamo alle solite? Ossia che i meriti di autore ed editore premiano di riflesso anche  le loro iniziative più deboli?
D'altronde non sarebbe la prima volta che un fumetto,  sia, a prescindere, molto caldeggiato per via del nome dell'autore ( e in Italia poi, funziona così anche per l'editore).
Mark Millar per esempio è di rendita che campa, ma poco della sua produzione post Ultimates merita minimamente il paragone con la stessa. Forse anche per Vaughan funziona così, co-autore di Lost, creatore di Ex-Machina e Y the Last Man, sono crediti che bastano per accogliere benevolmente anche questa Saga.    
Torno a ripetere che non l'ho trovata brutta, ma certo non credo valga il prezzo del volume.
Di certo visto che in fumetteria allo stesso prezzo sono disponibili altre letture (ed altre edizioni), non  credo proseguirò nella lettura.

Un minimo di trama:
Spazio ultima frontiera: Alana non è un granchè come soldato, infatti i capi decidono di mandarla a fare la carceriera, tanto con il fucile è una mezza tacca, quando però nelle prigioni arriva quel belloccio cornuto di  Marko, (che ha sia le corna che un ex moglie), si rivela una mezza tacca anche come idealista, si innamora del nemico, e scappa con lui, nella fuitina d'amore ci scappa anche il bebè, la voce fuori campo del fumetto.
E così: Questo matrimonio non s'ha da fare!   E' opinione unanime infatti, sia dei capoccia del pianeta di Alana che di quelli del pianeta di Marko, che questa relazione deve finire prima di subito, ed il frutto dei loro lombi deve essere catturato e studiato, ed è così che i due amanti si trovano alle costole il Principe Robot IV ed un paio di pittoreschi cacciatori di taglie noti come: Il Volere ed il Segugio.
Ma il pittoresco in Saga è di casa, tra i personaggi che andremo a conoscere nelle pagine a formato ridotto della BAO, c'è anche Izabel, il fantasma di una ragazzina esplosa su una mina.

Una delle deliziose copertine "segate" nell'edizione Bao
E ci fermiamo qui con il Plot, non voglio rovinarvi le poche sorprese che questo fumetto ci nasconde.
Il volto finale comunque è una sufficienza scarsa, un cinque più più più, insomma: Vaughan è un ottimo scrittore, prosa e dialoghi sono appetitosi e scorrevoli, ma la storia sa troppo di scopiazzature varie, le matite della Staples sono qualcosa di delizioso, unico vero motivo per considerare l' acquisto di questo volume, l'edizione italiana invece è pessima, troppo cara, inspiegabilmente ridotta, orfana di qualsivoglia editoriale e priva più o meno delle copertine originali dei numeri interni. Ma almeno, stavolta stampata in Italia.
Io prima di fiondarmici a testa bassa fomentato dall tam tam della rete ci darei più di un occhiata. ( A me l'hanno regalato, ed è il motivo per cui sono così serafico nel commento)
Baci ai pupi.

Saga di Brian K. Vaughan, Fiona Staples (Brossurato 15,7 x 23,6 168pp  € 14.00





                                                                                                            < Qui di lato la copertina Bao ridotta e segata rispetto all'edizione originale in alto nell'articolo.

Bersani sia meno Superman e più Batman.

La vera ragione della caduta del PD, è che aveva all'interno troppe teste, troppi pensieri diversi, troppi stronzi sobillatori, insomma il partito democratico, in una parola era troppo democratico e permissivo, e di comunista a.k.a dittatoriale, aveva ben poco.
Caro Bersani la sua pochezza di polso nel tenere a bada il suo club, è stata la causa dela sua disfatta: uno come Renzi andava sfanculato mesi fa, prima delle primarie: "se non te sta bene fatti un partito, tanto in Italia è a costo zero, pagano i cittadini". 
Troppe idee, troppi centravanti, troppe ambizioni. Prenda esempio dal nano e da Grillo, struttura piramidale, spacciata per democrazia, e tanta, tanta informazione condizionata.
Uno comanda gli altri zitti ed eseguono. 
Se ne ricordi la prossima volta, tanto siete come gli eroi dei fumetti, tornate sempre. Bersani la prossima volta meno Superman e più Batman.
Baci ai pupi 

lunedì 22 aprile 2013

Quasi quasi lo prendo! (Variant Edition)

Era de maggio e te cadéano 'nzino,
ad un ad un, li fumetti nuovi..
Fresca era ll'aria...e in tutto lu ciardino
le rose te dicevano...Guagliò buttati sulle rapine!
Va che rime che faccio và!

Visto che Micheal è occupato, mi arrangio come posso per la rubrica delle anteprime, ecco a voi le opinioni sui fumetti a venire. Con una particolare attenzione sul materiale Lion, alcune iniziative previste sono (IMHO) a dir poco folli.
Quanta roba ragazzi, ma quanta roba, e come si fà?
A vedere tutte queste proposte in arrivo mi viene da pensare alle ultime dichiarazioni di RobbèRecchioni sulla situazione economica fumettistica italiana.
Ma siamo sicuri che il mercato è così in crisi come diceva? Perchè il paradosso è innegabile, mi viene in mente quel che mi diceva mio nonno a: "Stai attento a certa gente che chiagne (piange) e fotte (non necessita traduzioni)!"
Comunque diamo un' occhiata alle uscite in arrivo sidduvidendole per 3 categorie:
Interessante, Devo averlo e Me stai a pijà per culo.
Avrete una meme-legenda per la classificazione...e si purtroppo prima che vi facciate prendere da qualche crisi isterica, il sottoscritto è un meme-slave, non riesco a non ridere di fronte a queste facce minimali ed iperespressive dell'animo umano. E se invece vi piacciono mi pubblicizzo da solo questa striscia: Casa Cardillo


Cominciamo?

INTERESSANTE!
Salda Press: The Walking Dead - Speciale: La storia del Governatore (32pp 3,99€)
Retrocontinuity per il bastardo più infame del fumetto degli  ultimi anni, The Gorvernor, in quanto a cattiveria da una pista persino al piccolo Baratheon...l'albo dello stesso formato del precedente Speciale dedicato a Michonne, raccoglie una storia inedita inerente il passato del governatore cronologicamente collegata alla prima apparizione del personaggio nella serie The Walking Dead, da tenere in considerazione.
Certo 4,00€ per 32 pagine non è proprio la massima espressione di proletariato. Ma chi mendica non può scegliere come diceva Kurt Russel in Grosso Guaio a Chinatown.
Devo averlo!
Salda Press: The Dead - Il regno delle mosche (96pp 12,50€) di Alan Grant Simon Bisley e Glenn Fabbry.
L'apocalisse degli zombi secondo Mr Judge Dredd, Mr Lobo e Mr Preacher (le copertine), serve sapere di più? A me no.
L'unica cosa che mi lascia scettico, è il fatto che la Salda Press pubblichi una quantità di morti viventi allucinante....che nasconda una malvagia Corporation che vende fumetti horror, intrisi di un potente virus, e che dopo un periodo di incubazione trasformerà  tutti i nerd italiani in azzannatori senz'anima dediti alla morsicata promiscua?
Se c'ho preso, vi prego, liberatemi fuori il Parlamento, ho una voglia di prendere a morsi Renzi, Bersani e Grillo che non ho bisogno nemmeno di essere infettato.




Devo averlo!
Bao Pub. : Happy! (112pp 13,00€) di Morrison e Robertson. Nonostante la Bao mi stia altamente antipatica, è innegabile che è una delle migliori realtà del panorama fumettistico italiano: Saga, Bone, League of Extraordinary Gentlemen, Echo ed ora Happy!, l'ultima allucinata fatica pulp di Morrison
Nick Sax è un poliziotto che sbarca il lunario come killer a pagamento, purtroppo in seguito ad un contratto finito male si ritrova in una camera di ospedale ferito ed in compagnia di un unicorno azzurro come petulante amico immaginario, da leggere genuflessi. Disponibile anche in edizione cover variant disegnata da prezzemolino Allred.



INTERSSANTE!

001 Edizioni: Cacciatori di Pterodattili (48pp €13,90) di Brendan Leach.                                                                                    
Una Graphic Novel d'avventura ambientata nei primi anni del '900 in una New York che vive nel terrore  per via degli attacchi di feroci Pterodattili, che calano dal cielo sui cittadini, invitanti le matite di Leach, il prezzo un pò meno.
E la Lion? Nella tana del leone hanno perso la capoccia, non c'è altra spiegazione, la leonessa tira giù talmente tanta di quella roba negli scaffali delle fumetterie, che è impossibile stargli dietro, a volte senza alcuna cognizione.
Cominciamo con le news più importanti, sui numeri 15 delle serie regolari finalmente andremo a leggere gli arc più attesi:
Su Superman #15 arriva He'l on Earth, un cross-over che si sviluppa sulle tre super-testate di casa DC. Di cui abbiamo già parlato sul Blog tempo fa.
Su Batman #15 - Conclusasi la notte dei gufi continuano gli sviluppi della saga più attesa dai fan del pipistrello: "Morte in Famiglia", sempre a firma del dinamico duo Snyder/Capullo
Su Lanterna Verde #15, arriva Simon Baz la nuova Lanterna Verde terrestre, mentre dallo spazio profondo Guardiani, ormai irrimediabilmente sbroccati promuovono l'ascesa del Terzo Esercito. Imperdibile, considerando che tra un pò Geoff ci lascia.


I "Me stai a pijà per culo" di questo mese, ahimè sono tutti targati Lion RW, una quantità imbarazzante di cartonati e brossurati dal prezzo improponibile, ma sentite questa: reperibilissimi sul mercato dell'usato e delle rese a prezzi che definire inferiori, sarebbe un eufemismo:

Lion Book Classici DC Freccia Verde: Cacciatori dall' Arco Lungo di Mike Grell, 11,95€ per 144 pp, il volume raccoglie l'accattivante miniserie di Mike Grell che portò in cima alle classifiche di vendite il personaggio di Green Arrow, con tematiche più realistiche e stile più  cinico ed adulto. Peccato che le storie siano reperibilissime sugli albi omonimi della Play Press, Cacciatori dal Lungo Arco, dovrebbe essere quello in cui Mike Grell introduce il personaggio di Shado, albi che non superano il prezzo di 1€ a volume
nemmeno nei vostri sogni più catastrofisti.

Team up Improponibili
Qaundo due supereroi di due case editrici differenti si incontrano, di mezzo c'è sempre un viaggio interdimensionale, ma non è detto che tale viaggio dobbiamo pagarglielo noi, cari signori della Lion.
Batman e Judge Dredd vol. 1 ennesimo  volume De Luxe di 160 pagine, prezzo di copertina 14,95€, anche questo raccoglie materiale già edito dalla Play Press, e venduto a prezzi ridicolmente bassi, anche in questo caso non si va oltre i 2€ ad albo.

La ristampa del Batman di Frank Miller, contiene le tre miniserie culto: Batman Year One, Dark Knight Returns  e Dark Knight Returns strikes again, con cofanetto a tiratura limitata, vendute a udite udite: 99.95 €. 
Ma svegliatevi! Ma è materiale che vi tirano dietro in determinati canali , per quale arcano motivo dovremmo ripiegare su sti prezzi?
 Ma il tocco di classe è questo:
Il Lobo di Bisley è riproposto in una miniserie di 12 numeri spillati da 32 pp a 2,50€, fate voi il totale, peccato che è materiale di cui  le vecchie edizioni Play Press non superano once again i 2€ ad albo. E se non ci credete ecco un Tweet come prova.
.
Ma non solo, visto la recente vittoria sulla Planeta, la Lion è tornata a riempire le fumetterie dei vecchi albi Planeta, ed a cercare bene, cosa è che torna disponibile?
Indovinato! Universo DC Lobo n.1 che da solo contiene se nono errò,  le tre miniserie vendute a rate a 2,50€.
Prezzo di copertina: 8,95€
Non ho davvero parole, ma solo parolacce!
Over, vedo già che sbadigliate...
Baci ai pupi.

venerdì 19 aprile 2013

A qualcuno piace giallo

Ho avuto anche io la mia parentesi manga,ci mancherebbe, per un lettore di fumetti, è un passaggio fisiologico, è come il chiodo per il punk, la fascia di lutto sul braccio per Cobain, è una cosa fisiologica come scrivere sulle piastrelle del cesso della scuola "I'm the Lizard King i can do anithing" "intanto poi sei stato bocciato, perchè in classe le poche volte che ci entri fai solo casino, bel re del cazzo che sei" così mi disse mio papà a fine anno, era il 1995 o giù di li.
E credo che più o meno abbiamo letto le stesse cose:
Dragon Ball, le due Video-Girl, Slam dunk, One Pound Gospel, LoneWolf and cub, 20th Century Boys, la prima Alita e per un pò ho letto anche Gantz, veramente accattivante poi però l'ho interrotto.
Comunque ormai del panorama nipponico, mi trascino  dietro solo due serie, più che altro per inerzia, perchè comunque, sono lo spettro di quel che erano in passato: Berserk, ormai un noioso videogioco e  la seconda serie di Alita decisamente inconsistente per quel che riguarda la trama.
L'altro giorno poi approfittando, di un buono sconto alla Feltrinelli di 5€, mi sono deciso a tornare nipponia.
In verità sono stato quasi un'ora a decidere cosa prendere, alla fine la mia scelta si era ridotta a tre volumi, anzi quattro: i primi 2 di Zerocalcare, più che altro perchè in pratica sono l'unico che ancora non ce li ha, Armi di persuasioni di massa di B.Gladstone e J. Neufeld, un interessantissimo fumetto/saggio  sui mezzi d'informazione edito da Rizzoli, che ad essere sincero, prima che mi cadesse l'occhio su Nonnonba, era l'unica cosa che davvero mi stuzzicasse in libreria.
Poi però memore delle belle parole che ci ha speso Orlando su Fumetti di Carta, mi sono lanciato verso la cassa con il mio bel manga sottobraccio senza più alcun dubbio.
 Ed è stata più o meno così che ora voi vi ritrovate a leggervi questo commento sull'opera di Shigeru Mizuki.
Diciamo subito che Nonnonba, è stupendo, ed è stupendo sotto talmente tanti di quegli aspetti, che non saprei nemmeno da dove iniziare.
Dal tratto semplice dell'autore? Così dannatamente semplice? Così dannatamente espressivo?
Stiamo li a menarcelo sullo Storytelling, sul widescreen comics, leggiamo di autori che intavolano incidenti con raggi gamma, complotti alieni, combattimenti titanici, e poi arriva questo vecchietto, con la sua matita, e disegna 400 pagine o giu di lì, che ti strappano sorrisi con la facilità con cui lo farebbe un intimo amico.
E non solo quelli, e sta qui la sua bellezza, perchè Nonnonbà non fa solo ridere, fa sospirare, fa emozionare.
Il titolo è fuorviante "Storie di fantasmi giapponesi", potrebbe sembrare l'ennesimo manga sul filone di Slayer di Kusonoki, o Ushio & Tora, ma no, ma manco per niente, non è il solito fumetto che basa la sua trama sulle moltissime favole giapponesi, cultura che tra l'altro, gode di un immaginario ectoplasmatico molto fervido, non è un horror.
Al contrario è uno spaccato dell' infanzia dell'autore stesso, un uomo che non ha mai voluto fare altro nella vita che raccontare storie disegnandole, gli spettri sono solo un delizioso contorno, che restano nelle ombre manifestandosi di quando in quando.
Non saprei nemmeno se ha senso parlarvi della caratterizzazione dei personaggi, sono talmente veri, che è come se volessi dare un voto sul characters di mia nonna, o mio papà, o mio fratello, sono semplicemente veri.
La famiglia di Shigeru, l'adorabile Nonnonbà stessa, gli amici, e gli altri personaggi che orbiteranno intorno alla sua vita in queste 400 pagine, sono talmente umani che sembra ridicolo parlare di caratterizzazione dei personaggi. 
Credo che questo adorabile vecchietto, che stando a wikipedia ha 91 anni ed è vivo e vegeto, sta a Sakaiminato e al giappone come Moore sta all' Inghilterra, è una sorta di celebrità che nella sua città natale può persino contare l'onore di avere una via  a suo nome costeggiata da statue di bronzo ispirate ai personaggi delle sue opere, 91 anni e non ha mai perso la sua passione per il disegno e la volonta di fare fumetti, nonostante la vita gli abbia portato via un braccio durante gli anni della guerra e lasciato un bel pò di fame e miseria in quelli neri successivi all'olocausto nucelare.
Insomma Nonnonba è bello, è deliziosamente illustrato, il volume è di ottima fattura e gode di un introdizione  appetitosa di paolo Interdonato, che non conosco ma che già odio per quanto scrive bene, e merita tantissimo di esser preso in considerazione nei vostri prossimi acquisti. E se non vi basta il fatto di vedermi fomentato per un fumetto, e voi sapete quanto raramente questo succede, vi segnalo che il volume è stato insignito del premio di Miglior Album al festival della Bande Desinee di Angouleme nel 2007.
Quindi non sono il solo che si è fatto incantare dalla matita di nonno Shigeru.
Accattatevillo, baci ai pupi.

Nonnonbà - Storie di fantasmi di Shigeru Mizuki, 412 pagine B/N brossurato ed. Rizzoli 22€

martedì 16 aprile 2013

Iron Man: Crash



Nel 1988 Mike Saenz scrisse ed illustrò per la linea editoriale Epic una Graphic Novel con protagonista Iron Man dal titolo Crash
Mike Saenz è un autore di fumetti ed un progammatore, più programmatore che autore di fumetti in verità, ed è stato un precursore della digitalizzazione del processo di produzione di un fumetto, nonchè un pioniere nella programmazione di videogame per adulti, prodotti nel periodo in cui era a capo della Reactor Inc: Virtual Valerie - Mac Playmate.
Nel leggere di lui in rete bisogna riconoscere che il fumetto digitale è stata una sua forte ossessione, Shatter per esempio,un fantapoliziesco pubblicato per la First Comics, vantava il record di essere il primo fumetto interamente creato con un mouse, in un tempo in cui le tavolette grafiche erano un gingillo per i film di Lucas.
Lasciò Shatter e la First Comics proprio per dedicarsi
alla graphic novel per la Marvel, che realizzò con l'aiuto del programmatore William Bates con il quale ideò il primo software per creare fumetti al computer: Comicworks per il quale non so dirvi molto a parte il fatto che girasse su Macintosh, per la paternità del programma ci sono dei dubbi: Wikipedia ne appioppa la paternità allo stesso Saenz, in collaborazione con lo stesso Bates, invece su "The Making Of Crash" però, l'autore parla del software come fosse un prodotto della Mindscape, che comunque utilizzò per gran parte del lavoro grafico del fumetto, in bianco e nero per poi colorarlo con un altro programma chiamato Litographer.

Donna Matrix e Mac-Playmate 2 di Mike Saenz






Leggere "The Making of..." è quasi più divertente che leggere il fumetto stesso, si parla di Macintosh II, di problemi inerenti alla risoluzione delle immagini, di stampanti laser, di micro-computers, che credo allora, avessero la grandezza di un comodino Ikea.
La passione con cui Saenz parla di "creazione automizzata della pagina" o "colorazione dinamica" fanno sorridere-barra-intenerirci, e con il giusto paio di occhi questa miniserie può essere quasi considerata nostalgica:

"Con Crash sono stati scoperti nuovi sistemi di manipolazione e automatizzazione dell'immagine. noi sappiamo che il nostro lavoro è niente in confronto alle potenziali possibilità di sfruttamento di un campo ancora inesplorato. In futuro avremo la possibilità di lavorare su macchine più veloci, più complesse e meno costose in termini di tempo e costi monetari. Sono convinto che un matrimonio tra computer ed arti grafiche sarà produttivo e ci porterà ad orizzonti fino ad ora impensabili."

http://www.youtube.com/watch?v=g7vqeNa9jJ0   (E direi che aveva ragione!)

Ovviamente il soggetto ideale per un Cyber-comics in casa Marvel non poteva che essere Iron Man.
Stark e la sua armatura sposavano perfettamente l'idea di un fumetto generato interamente da una macchina, inoltre temi come spionaggio industriale e guerre d'informazione erano temi attuali già nei magnifici anni '80 e si adattavano al personaggio.
La storia è ambientata in un futuro prossimo, ma prossimo, nel mondo dei fumetti, è un termine relativo.
Per i personaggi dei fumetti, specie quelli delle pubblicazioni seriali, gli anni passano più lentamente, molto più lentamente.
Se per i cani vige la regola che un anno dei nostri, vale sette dei loro, con i personaggi dei fumetti funziona al contrario: una ventina d’anni dei nostri valgono uno dei loro.
Eh si per Clark Kent e Peter Parker, i cani siamo noi.
Quindi il futuro prossimo di cui sopra, per noi dovrebbe effettivamente avverarsi nell’ anno 2090 di nostro signore.
Comunque è meglio che lasciamo stare le elucubrazioni sui viaggi temporali perché mi sto già incartando da solo: se sta storia dovrebbe avverarsi nel 3000 com’è possibile che io l’abbia già  letta da 23 anni?
(Dio, come sono vecchio.)
Paradosso temporale?  O Mike Saenz in realtà è l’uomo che viene dal futuro?
E visto quello che ha fatto Saenz nella vita, non sarebbe nemmeno un’ipotesi tanto fantascientifica!
Facciamo così, mettete una pietra sopra quello che vi ho appena detto e ricominciamo daccapo.
La storia è ambientata in un futuro dove Tony Stark è un sessantenne, ritiratosi dalla sua attività di supereroe, di Iron Man resta solo l’immagine su una scatola di cereali ricchi di ferro, a forma di ingranaggio da inzuppare nel latte la mattina a colazione.
Prima di ritirarsi anche dal mondo degli affari però, ha un ultimo colpo da portare a termine: evidentemente rincoglionito dal “Perpetuon” una droga, che ne ritarda l’invecchiamento - e che ancora gli permette di fare il galletto con le donne - Tony  ha deciso di vendere i segreti della sua tecnologia al mondo, attraverso la fusione con una corporation giapponese, con l’ovvio rischio che i suoi segreti foraggino l’industria bellica di ogni paese possa comprarsi (legalmente o meno) i suoi brevetti.

Inutili pontificazioni di un vecchio nerd.

Quindi il vecchio industriale geniale, playboy, filantropo ipotizzato da Saenz nel 1988, ha le idee diametralmente opposte alla sua controparte giovane creata appena un anno prima (1987) da Layton e Micheline per la saga Armor Wars.
Atro paradosso temporale? O Rincoglionimento senile?
Se è la stessa linea temporale dell’universo 616, dobbiamo pensare che questo vecchio Tony alla fine decide di svendere i suoi segreti, gli stessi segreti che gli furono rubati da giovane  e per recuperare i quali, diede vita ad una guerra senza quartiere (molto appetibile tra l’altro), che lo portò a combattere persino col suo amico Steve Rogers (Capitan America).
Che sono quelle facce? Non mi dite che pensavate che avessero litigato solo in Civil War? Pfui,ingenui.
La vita è un cerchio e si muove, e si ripete a cicli, sotto i capricci della grande calamita, tanto per citare, il gonzo Hunter S. Thompson.
Oddio, può anche darsi che prima di mettere le mani su “Iron Man: Crash”, Saenz non avesse mai letto una sola storia di Iron Man, e se ne fosse fregato altamente della continuità, d’altronde non vedo il dilemma, per quel che concerne i futuri futuribili del futurista Tony Stark, le cose erano tutt’altro che rosee.
Il suo futuro nipote Arno Stark, che dopo un viaggio indietro nel tempo prese una campagna di mazzate dall’uomo ragno, tanti anni fa in un storia apparsa su Star Magazine n°1, se non erro, era indubbiamente un emerito pirla.
Crash tra l’altro non faceva di una arguta prosa, il suo punto forte, anzi in alcuni passaggi diciamocelo, era decisamente narcolettica, la novità  che doveva invogliare il lettore nell’acquisto, era il fatto che come già detto, l’intera graphic novel era stata realizzata al computer.
A quei tempi una vera e propria novità.
Non si fa torto a Saenz né allo Stesso Archie Goodwin nell’affermare cere cose, ma erano gli anni ’80, ed i marvel zombies, non avevano troppo da lamentarsi, se la loro materia cerebrale era sopravvissuta all’ orripilante Secret Wars II di Shooter e Milgrom, (1985, loro – io, un mese fa), non avevano niente da temere da qualche sbadiglio generato da  qualche didascalia di troppo in  alcune tavole.
Ad opporsi a questa vendita, della tecnologia, non del volume, però state un po’ attenti cazzo.
Altrimenti tra la mia prosa contorta e voi che vi distraete di continuo, stiamo qui tutto il giorno.
Dicevo, ad opporsi alla vendita della tecnologia, oltre che l’intero consiglio di amministrazione della Stark
Ind. c’è anche Nick Fury, ovviamente geriatrico anche lui, ex direttore dello Shield, ormai in pensione, ma richiamato d’urgenza in servizio, proprio per far recuperare il lume della ragione all’amico di semolino, e gestire l’imminente crisi.
In se per sé la graphic novel non sarebbe nemmeno brutta, al contrario se gli si concede l’attenuante dell’età la possiamo trovarla persino affascinante.
In alcuni passaggi Saenz tira in piedi dialoghi e situazioni degni del documentario The Corporation, d’altronde l’etichetta EPIC, l’antenata della linea odierna MAX, concedeva agli autori una libertà di azione più ampia rispetto ai colleghi che lavoravano sulle serie regolari che erano vincolati da parametri e/o restrizioni più severi.
Saenz, furbacchione, nella stesura della sceneggiatura, pilucca anche dal Dark Knigth Returns di Miller, la sequenza del Tg alla televisione, con le pubblicità, sono tutte cose che ha sicuramente pescato dalla miniserie culto della DC. E che per osmosi, hanno dato un certo cipiglio alla sua cyber-opera.



Curiosità che un vero nerd trova geniali-barra-fondamentali

Più che un autore di fumetti, Mike Saenz era un programmatore, o per lo meno è quello che sarebbe diventato dopo, e tra le sue creazioni non possiamo non citare Virtual Valerie, un CD-Rom interattivo per adulti in cui il giocatore doveva far raggiungere l’orgasmo ad una avvenente fanciulla, attraverso un rapporto sessuale virtual. Saenz è stato uno dei precursori del Cybersesso, grazie ai suoi programmini come la trilogia di Valerie, la stessa Valerie che compare nelle prime pagine i Crash sotto forma di spot pubblicitario.

Ghost in the Stark

Eppure c'è un particolare nelle ultime pagine di Crash che mi ha colpito, a parte le ambizioni avveniristiche riguardo il fumetto computerizzato, Saenz introduce alcune novità nel suo fumetto che saranno riprese anche in futuro da altri autori, il modulo che guida a distanza nella battaglia finale contro i ladri della sua tecnologia, è un armatura vuota, nera, che potrebbe essere considerata il papà di War Machine, e comunque l'armatura vuota guidata a distanza tramite complicati software di I.A., è stato un plot più volte utilizzato, persino nella pellicola del secondo Iron Man, ma la vera novità nel finale è il fatto che il modulo alla fine prende coscienza di sè e della sua indipendenza. un software che si proclama vivo, vien da chiedersi se nella creazione del suo Ghost in The shell, Shirow non abbia dato un'occhiata allopera di Saenz, e se ne sia ispirato per il progetto 2509, l' IA nota come "il signore dei Pupazzi" o meglio il "marionettista".

Due Righe sulla Edizione Italiana.

"Ok Gennaro dove la trovo questa fantastica fetta di passato ibrido, questa prima fusione tra china e ram?"
Mi sembra già di sentirvi, miei adoratissimi Fumettopeniaci.
Crash ha avuto una sola edizione italiana (che io sappia) su Super Comics n° 4-5-6 Max Bunker Press 1991. Ed il numero 4 contiene anche il "Making of  Crash", un vero e proprio viaggio nel tecno-passato.
Roba che non dovrebbe superare i 2 euro a volume.
Beh over!
Baci ai pupi.

venerdì 12 aprile 2013

Un piccolo omicidio

- Un Piccolo Omicidio di Alan Moore e Oscar Zarate, brossura, ed. Magic Press 96 pagine colore 15€-


Quando leggo un'opera di Moore, finisce che recupero immediatamente fiducia nel termine "GRAPHIC NOVEL".
Lo diceva il buon Nanni Moretti in Palombella Rossa: "le parole sono importanti".
Michele, il personaggio del film, intervistato da un' inesperta giornalista, diceva:
"Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!"

E nel mondo del fumetto, ci sono queste due parole, alle quali nel corso degli anni, abbiamo conferito un certo cipiglio: Graphic Novel.
Citiamo Wikipedia - Il romanzo a fumetti o romanzo grafico, traduzione letterale dell'espressione inglese graphic novel usata comunemente anche nell'italiano, è un formato di  in cui le storie sono più lunghe (come appunto un romanzo), autoconclusive e in genere rivolte ad un pubblico adulto. Per esso è stata utilizzata anche l'espressione "fumetto d'autore", in contrapposizione a "fumetto popolare" (spesso identificato col "fumetto seriale").
In altre parole, senza strumentalizzare nulla, senza portare acqua al mio mulino, potremmo anche dire che una Graphic Novel, o un volume venduto con tale dicitura, è un acquisto che, in genere suscita decisamente molte aspettative.
Nelle ultime due settimane mi son imbattuto in 3 Graphic Novel.
La prima, cartonato (perchè, c'è da dire che l' altra peculiarità della Graphic Novel in Italia, è il fatto che quasi sempre è un cartonato) edito da NPE, porta la firma di un autore italiano, è intitolata "Asso", costa 15€, e ne ho parlato qui.
La suddetta mi è venuta irritante dal promo: La Graphic Novel è la malattia, lui è la cura. 
Dopo averla letta, sospetto sia l'esatto contrario, almeno in questo caso.

La seconda, è edita Panini, è dell'anno scorso, ed è una pubblicazione più subdola: in "Sex & Violence" infatti, la componente autoriale è data dal fatto che il fumetto è illustrato da un nome che solitamente, è sinonimo di grosse vendite, Gabriele Dell'Otto,  un mio breve commento sul volume invece lo trovate qui.
Ovviamente è un cartonato, costa 12€  ed a parte le tavole del disegnatore romano, che "regala", notare le virgolette, qualche illustrazione veramente notevole, credo sia semplicemente  uno dei fumetti più brutti pubblicati l'anno scorso. No forse mi sbaglio, ho idea che la cosa più brutta che abbia letto quest'anno resta Asso.
Ma il punto è che le fuorvianti rigide leggi del mercato hanno proposto queste due mediocri pubblicazioni, con il pomposo titolo di fumetto autoriale.
Quindi grazie di esistere signor Moore, nel mio piccolo dico sul serio, meno male che lei è rimasto fedele alle aspettative dei suoi lettori, e non si è piegato ai blockbuster.
Grazie per dare un senso, una volta ogni tanto, al termine 9° arte, quando si parla di fumetto.
Senza di lei e qualcun'altro che ogni tanto fanno sentire forte, la voce della propria indiscutibile creatività, saremmo indottrinati da editori ed autori a ritenere "opere" , delle robe semplicemente improponibili.

Un piccolo omicidio è un romanzo delizioso, ha un incipit aggressivo, proprio con le parole che sono importanti, Moore con la sua incofondibile prosa, tocca le corde della nostra sensibilità con parole chiave, suggerendo ai lettori che stanno per leggere una storia dai canoni molto adulti.
Anche il decorso potrebbe definirsi inquietante: ci sono ansia, angoscia,  fobia, impersonificati da Timothy, un rampante pubblicitario inglese, vissuto a cavallo del periodo Tatcher, con qualche scheletro nell'armadio, che dettano il ritmo della lettura.
Eppure non è un giallo, un noir, o un thriller.
Al contrario è la storia di una rinascita, un ritorno alla vita, un delizioso ottimistico (per una volta tanto) romanzo, sulla seconda possibilità, sul riscatto, e se sperate che vi dica oltre, se sperate che vi suggerisca altro per quel che conerne la trama, allora non mi conoscete bene.
Un piccolo omicidio, è la cosa più bella mi sia capitata di leggere finora, direi che è il fumetto più bello su cui ho messo le mani in questi primi mesi del 2013.
I testi di Moore sono sublimi, l'impostazione della storia, la timeline sulla quale il bardo srotola la vicenda, è lineare, liscia, fluida, assolutamente perfetta l' alternanza ai fini della narrazione, di "presente" e "ricordi",  che pagina dopo pagina accompagano il lettore, fino alla fine.
Era dai tempi di "Sacco Amniotico" che non leggevo qualcosa di così bello, Moore ancora una volta, dimostra di essere quel grande autore giustamente, universalmente, riconosciuto.
Potrà essere essere antipatico, spocchioso, irritante, arrogante, snob, ma se questo caratteraccio è lo strumento per prendere le distanze da una imbarazzante mediocrità che ha investito il media Fumetto, allora prego maestro, li prenda tutti a calci in culo, ma non smetta di scrivere.

Oscar Zarate, è lisergico, intrigante, ipnotico, e come Lloyd, come Campbell, come Gibson, sposa la sceneggiatura di Moore senza remore, c'è una simbiosi totale della quale difficilmente potrete evitare di innamorarvi.
Ed oltre questo non riesco a trovare altre parole per recensire o commentare le tavole di Zarate.
Se mi concedete il termine direi semplicemente,  efficace.
Bello, e l'edizione italiana della Magic Press, (15€ e toh guarda la stranezza è invece una brossura) è arricchita dall'introduzione di Carlos Sampayo, il co-creatore di Alack Sinner, semplicemtente il fumetto che dal 1974 detta è il vademecum per la stesura delle storie noir.
Ad Impreziosire ulteriolmente l'edizione inoltre, c'è post fazione degli stessi autori che raccontano il processo creativo dell'opera.
Era da parecchio tempo che non chiudevo così soddisfatto un  fumetto, e ne caldeggio spassionatamente l'acquisto o il taccheggio.
Buona lettura e grazie ancora signor Moore.
Bai ai pupi.

Worst Comic Award Prima Edizione.

Nuova rubrica in cui premiamo i peggiori fumetti ci capiti di leggere, e cominciamo con un cartonato edito da Panini l'anno scorso, e che, vai a capire ho comprato lo scorso week-end,  il primo Worst Comic Award, va a...rullo di tamburi: Sex and Violence di Dell'Otto, Kyle e Yost.
Ora, prima di cominciare io vorrei spendere due righe che mi piacerebbe far leggere al signor Marvel -
Ma dico io, avete a disposizione un artista come Gabriele Dell'Otto, ma potete appioppargli queste sceneggiature ridicole?
Non pago di avergli fatto disegnare quell'assoluta cagata di Bendis, chiamata Guerra Segreta, gli avete rifilato questa storiellucola insipida, senza capo ne coda, che poi in Italia la Panini ha proposto in edizione addirittura cartonata.
E visto che abbiam cominciato finiamo, così ci togliemo subito i sassolini dalla scarpa -  ma egregio signor Panini, lo sappiamo che ormai il capitalismo dilaga, ma editare un fumetto in versione cartonata, denoterà che il fumetto in questione è roba per palati fini?
No perchè se no, allora cartoniamo tutto. Ci sono una marea di roba da ristampare: Martin Hel , Dick Drago, o anche Fullmoon che potremmo riproporre al pubblico in versione cartonata.


La Trama

Domino torna a casa mezza devastata, e si scopre che è stata ridotta così una pecetta, perchè ha fatto la cresta sui soldi della "Mano"...o erano quelli della Loggia degli Assassini? Sapete che ho già rimosso? E l'ho letto da nemmeno un'ora.
Wolverine ovviamente s' incazza, però visto che una bottarella a Domino ha sempre voluto dargliela, - il "SEX" nel titolo è dato dal fatto che una volta o due, vi fanno intendere che i due ci danno dentro come ricci - dicevo, Wolverine all'inizio fa la voce grossa, ma poi aiuta la mercenaria a togliersi dai casini.
Il "VIOLENCE" del titolo invece, è dato dal fatto che tutto il volume è un continuo carpaccio di Ninja.
Crivellati dai proiettili, affettati dagli artigli o dai pugnali.
I ninja cadono come mosche, in una noiosissima sequenza di pagine la cui la trama in una maniera imbarazzante, specie se continuate a pensare che tecnicamente state leggendo una Graphic Novel.
Più che un fumetto, si ha la sensazione di stare a guardare un beat'em up, i ninja assassini, che si riversano addosso ai due mutanti, hanno la stessa funzione dei soldati nazisti nei film di guerra: morire.
Con una velocità e facilità, che verrebbe da chiederti: ma quanto tempo ci vuole per diventare un navigato Ninja assassino nell'universo Marvel?

Caldamente consigliato a14enni e/o Bimbiminkia in età più avanzata amanti di cine-orrori tipo GiJoe 2 La Vendetta.
Per tutti gli altri, statene alla larga.
Le tavole di Dell' Otto, sono l'unica cosa che vale la pena di vedere in questo volume, e non sempre, in alcune pagine si può notare una sorta di incompatibilità tra la staticità dell' arte dell' illustratore romano e l'eccessiva cinetica dell'azione sceneggiata dagli scrittori, (mi succede lo stesso quando leggo qualcosa disegnato da S. Bianchi) ma è poca cosa, il Wolverine di Dell'Otto è un omaggio in egual  all'attore Jackman e al Logan di Kent Williams (MeltDown), ma 12,00€ solo per ammirare dei disegni mi sembra un pò tanto come spesa, ma sarò strano io, ovviamente il Worst Award va anche all'edizione pubblicizzata a suo tempo
come un imperdibile capolavoro.
Pessimo.
Baci ai pupi.

martedì 2 aprile 2013

Asso (di bastoni)

Sottotitolo - così va bene anche come dildo.

Succede, che finisci di lavorare, e devi partire per raggiungere la moglie, allora che fai?
Torni a casa? Ma no, che con questi treni non si sa mai, ti docci direttamente in ospedale a fine turno, fai le cose con calma, e da lì , vai dritto come un fuso in stazione.
Però per quanta calma ci puoi mettere, succede che arrivi comunque in anticipo. Quindi che fai?
Ovvio, facciamo un salto in libreria, e vediamo che c'è d'interessante.
Nella marea di fumetti, che affollano disordinati gli scaffali , solo due catturano il mio interesse Blood di De Matteis e Williams, e Moonshadow sempre De Matteis, disegnato invece da quell'altro geniaccio di J. J. Muth.
Stupendi entrambi , ma non certo sono letture da un' oretta, a sbafo in libreria, ed inoltre il budget è già stato stanziato per altro sto mese, sti due capolavori devono aspettare.
Toh! E qui che c'è? Asso di Recchioni?
Quanto? 15 euro? Macché sei matto? Vabbè va è smilzo, questo si può anche scroccare, qui su due piedi tanto manca piu di un ora per prendere il treno.

Ed è così che succede: leggo.

Meno di un' ora dopo, (50 minuti) potrei limitare il commento a questo: Pretenzioso e bruttissimo, da evitare come la peste.

Ho un vago ricordo di gente che idolatrava 'sto volume. Eppure credo che non si sa dove cominciare per dire quanto sia brutto.
Ma a parte una precoce masturbazione di un autore arroccato nel suo blog, che ha scelto di rivolgersi solo ed esclusivamente ad un fetta di lettori che con il tempo si è trasformata nel suo esercito di groupies, ai quali, evidentemente, gli va bene tutto, cosa è quest' Asso?
Leggo le prime pagine, e penso: "Ma sono io o il tratto scimmiotta lo Zanardi di Pazienza?"
Poi arrivano la sodomia, i pompini, il cum-shot, e devo ulteriormente ridimensionare le mie impressioni, qui non si scimmiotta solo Pazienza, c'è anche un non so che del Bastogne, di Brizzi, solo è più volgare , più esplicito, volutamente scorretto, o forse mi sbaglio, non è Brizzi, è Brazzers, il sito porno dove piace grosso a tutte, mamme, studentesse e cameriere latine.
Nooooo ma è  bruttissimo, 'sto fumetto.
E non lo dico da puritano nè, figuriamoci, perchè la pecorina con lo schiaffo è piu gustosa, se gradita ovvio, ma qaundo è solo la pecorina sporadica, che ti rimane in testa di un fumetto d'autore, allora cazzo, allora rimedio un caro vecchio fumetto Squalo.
E pensa che non l'ho nemmeno finito, non perché mi abbiano sgamato a scroccare nè, ma perché alla fine la noia ha vinto. Dopo il contributo di Werther (presumo) Dell' Edera, con il delizioso riferimento a Ghostbusters, ho chiuso.
Ma prima ho sbirciato l'ultima pagina, il finale.
Pensando e se mi stessi perdendo la zampata geniale. Macché.
Un' altra schizzata?

Ma dai. Pensa se lo pagavo 'sto coso, sarei stato accompagnato in carrozza da una processione di indisposti santi, che avrei tirato giù con delle bestemmie che manco al concerto dei Santa Rita S'accascia.
Unica delizia del volume: le pagine di Bertelè, malinconico e tenero, quasi off-topic in mezzo a sta misoginia galoppante, che boh, magari fa parte del personaggio, del Robbe, del sono un ribelle mamma, degli Skiantos, anche se spero sia solo una cosa caricaturale.
Ma il resto?
Il resto è noia come direbbe er Califfo. Da evitare a meno che non siate dei fan accaniti dell'autore.
Per come la vedo io, sono 15 euro in beneficenza.
A sentire commenti entusiasti su sto volume per lo piú su Asso (il blog) mi ritorna in mente il sottoscritto, io me medesimo, più giovincello, e scavezzacollo, quando comprai  il disco di Mike Patton "Adult Themes for Voice",  una interminabile serie di vercacci  e rutti,  dicendo che era bellissimo, semplicemente indifendibile.
Baci ai pupi.