Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

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Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

martedì 19 febbraio 2013

Le anteprime di Fumettopenìa. Uncanny X-Force - Dalle stelle alle stalle

Magari potreste avere ragione voi, magari sono troppo precipitoso, o magari no.
Ma che brutta la nuova X-Force, che brutte le prime pagine di Humphries, ricordo che le prime pagine del duo Remender-Opena, con Deadpool, che saltava nel vuoto alla ricerca della nuova base di Apocalisse, mi fecero letteralmente innamorare, qui in queste pagine nemmeno la matita di Ron Garney riesce a tenere alta l'appetibilità, forse questa X-Force doveva rimanere defunta nel reboot Marvel, e lasciare il campo alla indiscutibilmente più interessante X-Force di Cable, di Hopeless e Larroca.
Psylocke, Tempesta, Puck (per chi non lo conoscesse è un nano agilissimo, già membro della Alpha Flight originale di J. Byrne), Spiral (la teleport proveniente dalla dimensione di Mojo), ed una versione di Fantomex soggetta a sindrome premestruale.
4 donne ed un nano, a caccia - probabilmente- (a parte di uno scopo) di Alfiere, ormai snaturato dal suo ruolo di difensore del futuro mutante per il quale fu creato (sempre da Byrne-Portacio, nei lontani anni'90), perso nelle sue decine di contraddittori personalissimi reboot, e ridotto ad un villain con uno scopo in via di elaborazione. Non male per un personaggio proveniente da futuro.
6 personaggi in cerca di una storia che per ora non c'è. Se il buongiorno si vede dal mattino, prevedo nuvole sul futuro di questa nuova serie Marvel Now, così imbarazzantemente anni '90, quando nei fumetti, la matita contava di più della sceneggiatura, in quale altro modo vi spieghereste altrumenti l'ascesa della IMAGE se no?
La destrutturazione dei personaggi non è un problema solo di Alfiere, e tra l'altro è inutile accanirsi con Humphries, per quel che conscerne Bishop, che è dai tempi di Civil War che non trova una linea comportamentale che sia lienare e coerente, le forzature a cui ci sottopone lo scrittore per dare il via alla sua run non sono poche, ma la più fastidiosa di tutte, è a come riduce il rapporto Logan-Betty, qualsiasi cosa ci stia tenendo in caldo Remender alla fine della sua run, non credo giustifichi il modo in cui il buon vecchio Wolverine liquida la sua adorata telepate ninja, non dopo aver condiviso una run di omicidi e sventramenti, questo preside ripulito puzza di continuity stuprata.
6 personaggi in cerca di un autore - mai Pirandello fu più appropriato - Humprhies pesca nel calderone dei personaggi Marvel e tira fuori l'ennesimo improbabile gruppo, per un editore che ormai, sui gruppi ci campa alla grande, ed a volte immeritatamente, non dimentichiamoci gli Young Avengers, come se di Avengers non ne avessimo le palle piene,  ed all'appello badate, mancano ancora Guardian of the Galaxy, di Bendis e McNiven, con un procione antropomorfo che risponde al nome di Rocket Racoon spalla a spalla con J. Storm, quindi c'è poco da stare tranquilli.
Se il  primo numero di Thunderbolts, per quanto fossi scettico sui suoi membri, (odio Red Hulk, trovo strano il Punitore che fa gioco di squadra, Elektra ha fatto il suo tempo,  e Deadpool...beh è Deadpool, dipende da chi lo scrive), mi ha lasciato curioso di leggere il seguito, questa nuova X-force invece  è bocciata al primo numero.
Troppo anni '90, troppo tanto fumo e niente arrosto, poca caratterizzazione dei personaggi minori, (avevamo davvero bisogno di Puck e Spiral?)  ed altrettanto povera, la caratterizzazione dei peronasggi più importanti, (Tempesta non aveva crocifisso Scott per la rinascita della X-Force a suo tempo? Ed al di là di quello, l'ex regina del Wakanda con la cresta punk? Di nuovo? God Save the Marvel. E tutto il lavoro di Remender su Psylocke che fine ha fatto?) se continua così credo sarà tra le cose che chiuderanno i battenti presto, il tempo che i colleghi nerd oltreoceano si rendano conto di stare a leggere il nulla.
Magari fungeranno da carne da cannone in qualche altro megaeventoide, altra cosa che alla Marvel ultimamente non manca mai.
Baci ai pupi. 
Studi di Garney sul personaggio di Tempesta: ritorna la fase punk?
 

lunedì 18 febbraio 2013

Roma comics & Games

E' stato un mese di febbraio particolarmente denso di avvenimenti.
Per essere il mese più corto dell' anno, è stato bello carico di roba per i capitolini: l'allarme neve, la pioggia battente, le palate di gol che ha preso la Roma, le dimissioni del Papa, le elezioni....
Se tra voi c'è anche solo un nerd che abita qui, particolarmente freddoloso, tifoso della Roma, fervente cattolico, ed in più convinto che il caro Bersani fosse stata la scelta più saggia alle scorse primarie del PD, beh, miseriaccia, me lo immagino parecchio depresso oggigiorno. Ed ha tutto il mio sostegno.
Daje, questo brutto mese è passato e quello prossimo, sempre che tu sia un appassionato di fumetti, (ma se non lo fossi, mi chiedo cosa fai sul nostro blog), dicevo, dai resisti questo mese è passato, e Marzo si apre alla grande per noi nerd, meglio sicuramente di come si sia aperta la scorsa mattina per i mercati europei, quando hanno scoperto che gli italiani erano incapaci di levarsi dalle scatole, un nano particolarmente tenace. Come cacca sulla ceramica della tazza, se mi passate il francesismo.
Che ora poi, tra l'altro, quello che continuiamo ostinatamente a  chiamare "stampa", in Italia, ha preso a definirlo "Giaguaro".
Non c'è limite al peggio.
Lo so stai calmo, sono cose queste, che ti fanno venire voglia di puntarti alla tempia un guanto-repulsore, e far partire il raggio, ma fidati non ne vale la pena, prima almeno andiamoci a fare un giro a Roma Comics And Games + Sound and Vision.
Oddio,  non me ne vogliano gli oganizzatori, ma credo che sia il nome più scomodo e  brutto che si possa pensare di  dare ad una fiera del fumetto.
Ma non si va troppo per il sottile, non dopo un mese del genere, quindi io ho una mezza idea di andarci, l'altra mezza idea è di tornarci, perchè non si sa mai possa sfuggirti qualche banco.

Le novità di quest'anno:

Due, fondamentalmente, sotto questo punto di vista, gli organizzatori dell'evento hanno avuto l'occhio particolarmente lungo: l'area dedicata ai morti viventi, lo Zombie World, organizzata con la partepazione di Creatures Studio, inoltre si organizzerà un contest per lo zombo più orripilante, ed una sfilata di morti viventi che sfilerà nella fiera, una mandria insomma, come direbbe lo sceriffo Rick di Kirkman.
Ok, gli zombi, e qual'è l'altra cosa che vi ha rimbambito quest'anno?
Esatto: Ruzzle, a Roma Comics and Games etcetera etcetera, che io sappia avrà luogo il primo torneo per smanettoni dal dizionario forbito.

Oltre l'immancabile Cosplay Contest, ci saranno aree per gli smanettoni da console, i malati per il soft-air, gli aspiranti Jedi, e persino gli amanti dei mattoncini LEGO.
Insomma, di roba c'è ne per passare una giornata soddisfacendo le nostre più basse e nascoste passioni da Nerd.
L'area espositori, non sarà certo al pari di Lucca, ma non è nemmeno poverina come quella di Narniafumetto, au contraire quello che più solletica, è la quantità di privati, sui banchi dei quali non è escluso si potrà trovare qualche offerta interessante. Per ulteriori informazioni vi rimando al sito della manifestazione, per chi ci va, fatevi sentire su FB, Twitter o anche qui nei commenti, magari possiamo sempre farci un caffè, tra un incurisione e l'altra, nelle varie aree.

Il link al sito:  http://www.romacomicsandgames.com/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=136

Baci ai pupi e che la forza sia con voi.

sabato 16 febbraio 2013

Il Marvel Now inaspettato

A che settimana siamo di Marvel Now?
Dodicesima? Tredicesima?
Ed alla fine cosa ci ha davvero colpito e cosa ci ha lasciato indifferenti?
E perchè uso il plurale se in realtà è tutta una mia modesta (e magari sbagliata) opinione?

I Big - E' Destino, no, non nel senso di Victor Von Doom, è destino nel senso del fato che io di questo benedettissimo Hickman devo farmi bastare Secret Warriors, come prova della sua penna.
Certo a meno che non volumizzino la sua run sui FF in una collection.
Perchè dico questo? Perchè è mia solida impressione che la Marvel anche per questo anno nuovo abbia puntato tutto sui Vendicatori ancora una volta, e gli autori, i BIG di cui sopra siano vincolati a scrivere storie che strisciano su diverse testate, ma fosse solo questo il problema, anche i personaggi non fanno altro che strisciare da una testata ad un altra, e così Captain America te lo ritrovi su Uncanny, su Avengers...insomma, i BIG saranno anche interessanti da seguire, ma credo che saranno anche faticosi e danarosi per essere goduti nella loro totalità.
Nonostante la testata di Hickman-Opena mi solletichi particolarmente, oggi siamo qui per mettere sul podio tre titoli del Marvel Now, ed una top five di quello che varrà la pena leggere, a mio modesto parere,  e potete star certi sono titoli che non mi sarei mai nemmeno sognato di prendere in considerazione, questo prima di averci messo gli occhi sopra:

 - udite udite, fuori i vecchi dentro i giovani, nella mia top five boccio praticamente tutti gli archittetti Marvel, non perchè dubiti della loro bravura, ma più che altro perchè la Marvel gioca sui loro nomi e sui nomi delle testate che curano, per vendere, ed io che sono arcistufo di questa politica preferisco cercare letture godibili laddove nessuno si aspetterebbe di trovarle. 
5° posto - I Thunderbolts di Way e Dillon, testata che avevo etichettato come una cagata pazzesca dalla copertina, fondamentalmente per via del Punitore in un gruppo, e che piazzo al quinto posto con riserva di ripensarci. Per quanto incoerente, il primo numero di questa serie in cui Way ci racconta l'arruolamento della sua Task Force, mi ha decisamente incuriosito, con  dialoghi telegrafici e glaciali ed uno stile pulp quel tanto che basta. Way fa quello che un autore di fumetti deve fare di questi tempi, invogliarti a seguirlo per vedere dove vuole andare  parare.
Il nuovo gruppo formato da Red Hulk, Punisher, il nuovo Venom, Deadpool ed Elektra, potrà sembrare eccessivamente eterogeneo, eppure ha vinto gli stanziamenti per un budget per il numero due.
Ottimo Dillon, pulito, preciso e splatter come ai bei tempi del Punisher (MAX) con Ennis.
L' edizione italiana? - speriamo finisca su Marvel Mix.

4° posto - L'avventura a solo di Wolverine nella terra selvaggia, sul nuovo Savage Wolverine #01 di Frank Cho (testi e matite), niente di sublime, ma nelle prime venti pagine uscite c'è tutto quello che ti potresti aspettare da Cho e da Wolverine: ossia dinosauri, neanderthaliani...poppe...(nella terra selvaggia non poteva mancare Shanna, e Cho è famoso ancor più che per le sue scimmie ed i suoi dinosauri, per le sue procaci donne, ed infatti occhio alle curve pericolose in alcune tavole), ed ovviamente è la svendita degli sventramenti, Wolverine, artiglia e mutila  a destra e a manca, non curandosi troppo dello stomaco del lettore, e dove l'autore difetta per contenuti, compensa in duelli e combattimenti, penultimo posto nella top five della Marvel che verrà.
L'edizione italiana? - Probabilmente su uno dei due Wolverine, o sul nuovo formato Panini "ti rapino con dolcezza" - 48 pagine per 3€.

3° posto - L' unico Big in Top Five, Uncanny Avengers di Remender e Cassaday.
Anche se non ho ben capito, come 'zzo fa Rogers ad essere onnipresente su almeno tre testate differenti, esclusa la sua, e lo stesso dicasi per Tony Stark che fa la sua presenza sia sulla sua testata regolare, su New Avengers e su Avengers, o per Thor.
Al di là di queste decisioni editoriali prettamente legate al merchindinng: d'altronde -Testa di ferro, Cap e Thor- sono i centravanti di sfondamento, quelli che oltre ad attaccare in edicola, ed in fumetteria, attaccano anche al cinema ed in sala giochi, quindi è normale che la Marvel ne abbia fatto il prezzemolo delle sue serie, tornando alla testata dei Vendicatori Mutanti ha subito cominciato col botto ed ha incuriosito quel tanto che basta per non segarla subito. La recensione è qui.
L'edizione italiana? Bella domanda, non lo immagino, ma facile, finirà sugli spillati con qualche comprimario del cazzo, scusate il francesismo.

3° posto - Il Thor di Aaron e Ribic, il dio del tuono sulle tracce di un serial killer di divinità, quasi un polizioesco asgardiano, con salti temporali, buona prosa e disegni sublimi.
poi c'è Ribic, ed andrebbe preso anche se venisse pubblicato per sbaglio con tutti i baloon vuoti.



2° posto - Cable and the X-Force, ne abbiamo già parlato qui, mi ha stupito più di tutti, grande prova di Hopeless, grandi tavole per Larroca
L'edizione italiana? E' troppo sperare di vederla su X-men De Luxe Presenta, magari saltuarialmente ma integralmente?E' troppo vero? Bastardi.

1° Posto - Deadpool di Posehn, Duggan e Moore, la vera rivelazione di questo cazzo di rilancio delle testate Marvel, Deadpool alle prese con gli zombi dei vecchi presidenti degli Stati Uniti, divertente come poco altro in giro, sicuramente il miglior Deadpool dai tempi in cui andava a braccetto con Cable, è al primo meritatissmo posto, ed ha già vinto il posto nella mia libreria una volta che vedrà luce in italiano, e pazienza se in appendice mi metteranno la spazzatura.
L'edizione italiana? Quasi sicuramente sul suo spillato, spero solo che l'albo sia impostato con almeno due numeri completi americani, e pazienza se nelle ultime venti pagine mi ci infileranno i Vendicatori dei grandi laghi.

Beh, ecco la mia personalissima Top Five sul nuovo Marvel Now, largo ai giovani ed agli sconosciuti, proprio come a Sanremo.
Baci ai Pupi.


giovedì 14 febbraio 2013

Ammazza che muffa

 Ammazzatine - di Recchioni e Landini.  (NPE editore; Brossura B/N 154 pg.13,50€)

Questa app blogger mobile sarà pure fica, l'idea di essere in fumetteria e darvi quasi in diretta le opinioni su questo o quel titolo, è allettante, però mi sa che ci ho smanettato troppo, e non so come ho cancellato la recensione sui rimannenti tre numeri 1 di Before Watchmen, vabbè prometto di riscriverla, quando mi leggo qualche altro numero, oggi invece siamo qui per parlare dell'ultima fatica di Recchioni-Landini: Ammazzatine, edizioni NPE, e non so da che parte cominciare, l'idea era di continuare a proporre titoli alternativi alla muffa in mutandoni che vegeta sugli scaffali delle fumetterie a prezzi sempre più alti, apro una parentesi, giuro su Dio, mentre ero lì dentro, ho sfogliato un pò di albi, e nelle pagine di Thor mi è capitato di vedere, uno, non so chi, credo Loki o uno dei suoi tirapiedi, con indosso la maschera di V.
Mi saprà dire meglio chi segue la serie regolarmente, sarei curioso di sapere che sta combinando Gillian.
Dicevo l'idea era di farvi notare, per chi non lo sa, che esiste un intero mercato alternativo, fatto di titoli interessanti da leggere: la Saldapress sta per venirsene fuori con nuovi titoli Skybound, la BAO, per quanto non la sopporti, e la trovi carissima, si è accaparrata i diritti di HAPPY di Morrison, e NPE?
Accidenti NPE se n'è venuta fuori con Ammazzatine di Recchioni e Landini - mi sono detto, sicuramente vado sul sicuro con il Rrobbe, per avvalorare la tesi "altromercato", ok mi è antipatico, ma i suoi lavori sono tutt'altro che antipatici, io il suo zombi-western, disegnato da Burchielli, nonostante cominci ad essere materiale d'essai lo amo come fosse il primo giorno, e me sa che per il progetto che avevo in mente dovevo fregarmene della vecchiaia del titolo e limitarmi a recensire proprio Ucciderò ancora Billy the Kid, invece che questo Ammazzatine.
A consigliarvene l'acquisto, sarei veramente cattivello nei confronti del vostro portafogli.
Marco Rizzo nella sua introduzione, afferma che  stiamo per leggere un gran bel fumetto, pregno come al soltio di citazioni tipiche dello scrittore romano.
 "Daje". Penso. Sono sulla strada giusta.
Peccato però che questi echi della saga del Padrino, di Scarface e addirittura di Romanzo Criminale, ( la miglior serie televisiva italiana degli ultimi 100 anni, insieme a Boris) io non li ho visti.

Come non ho visto questo anti-eroe, che ricordi il Punitore, o Salvatore Giuliano, semmai ho letto 150 pagine di noiose sparatorie con il comune denominatore della vendetta, una vendetta piatta superficiale scontata, sempliciotta, scontata ed inverosimile in certi frangenti -  per uccidere un boss che la CIA, vuole morto per ragioni non troppo chiare, il protagonista si finge morto, e direttamente dalla bara, in chiesa, salta fuori ed armato fino ai denti e spara a raffica su un pò su tutti...detta così fa molto pulp, ma a leggerla credetemi, è molto meno pulp di quanto possiate pensare.
I personaggi sono piatti, psicologicamente parlando, i dialoghi sono in ugual misura eccessivamente spacconi e scontati, e la trama  è vittima di certe forzature, veramente strane se si pensa vengono da uno scrittore così sgamato, ad autore di una roba chiamata MATER MORBI.
E' il 1952, e siamo in Sicilia, ed un agente CIA, è alla ricerca di un killer per far fuori un boss locale.
Il premio per l'assassinio è una nuova vita in America, Michele Spada, è uno conosciuto a Montelupo, già da anni ha avuto a che fare più volte con il tristo mietitore, ma niente di stiloso, niente di inedito:
"Bella la tua tipa quasi quasi gli do una botta. Lasciala qui insieme alla farina e vattene"
"No." - Bang-
Poi ovviamente c'è la ritorsione, in cui i mafiosi cattivi ammazzano la famiglia intera del mafioso "buono" - "Ah si? allora adesso ti ammazziamo mamma, papà, fratelli, cane e gatti così impari" -BANG BANG BANG.
Segue vendetta finale e nascita della leggenda - "Azz...allora non avete capito che mi dovete lasciare stare?" BANG BANG BANG BANG e BOOM (esplosione sterminatrice tiè)
Non è Rambo, non è nemmeno Commando, ma poco ci manca.
Più o meno è così che evolve la storia, un crescendo di sparatorie con il nulla intorno, fino all'inevitabile tragico finale, in cui Michele Spada, si assume il compito di uccidere dei criminali romani, che scappando da un regolamento di conti, lasciano sulla loro pista la morte di una giovane ragazza siciliana.
E sarà in questo punto della graphic nover che il buon Rizzo ha visto i primi 15 minuti del Padrino.
A mio profano parere l'unica cosa buona di questo fumetto, dal lato della sceneggiatura sono le "chiuse" che Recchioni scrive alla fine di ogni capitolo, nell'ultima però, quella a cui deve seguire la terza di copertina, l'autore scivola di brutto, di dialogo con la morte, che magari in John Doe aveva un suo perchè, qui non c'entra proprio nulla. Un simbolismo evocativo che stona con tutto quel piombo senza senso.
Che ve devo dì lungi da me raccontarvi tutta la trama, ma ormai dovreste esservela figurata in testa, riguardo a Romanzo Criminale, che non so se avete capito è una cosa a cui tengo particolarmente,  mi piacerebbe chiedere a Rizzo dove l'ha visto, forse nella scena in cui scaricano il corpo in una discarica?
Come fece fare il Dandy con il commissiario che si trombava sua moglie?
Forse lo scrittore siciliano ha fatto confusione con i collegamenti iperstestuali, magari  col fatto che Landini ha disegnato "La banda della Magliana" per Beccogiallo?
Ecco che c'è di buono in tutto il volme, la matita di Landini, intervistato già a i tempi di Fumettidicarta, se vi va di dargli un occhiata, ecco il link, un Landini migliorato di brutto rispetto al volume di sui sopra, che in certe tavole ricorda ancora di più  i miei adorati Jock & Risso.
Ma per il resto fossi in voi lascerei davvero perdere.
Baci ai pupi.

mercoledì 13 febbraio 2013

Quasi quasi lo prendo (mobile version).

Lungi da me volere soffiare la scrivania al buon Michael, la rubrica "Quasi quasi lo prendo" è farina del suo sacco e pertanto resta una sua creatura.
Sono andato in fumetteria oggi per prendere il solito Lanterna verde, invece ne sono uscito con il numero Mega di Febbraio, e mi è venuto in mente di provare questa nuova app del telefono per condividere con voi le prime impressioni, ahimè quasi tutte negative. Cominciamo dalla più negativa di tutte: secondo la rivista mega, il prodotto del mese è NEMO - Cuore di ghiaccio di Alan Moore e kevin O'Neill, e sulla cosa sarei d'accordo se non fosse che l'edizione BAO, aggiunge nuove orizzonti alla frase rapine senza pistola, eggià, non pago di pubblicare fumetti dal formato ridotto stampandoli in Cina, l'editore della Lega in Italia, pretende di vendere a € 13,00 56 pagine . Ed io che pensavo che alla RW LION fossero impazziti per l'edizione carissima di Before Watchmen.
E visto che siamo in tema di rapine, andiamo a fare un occhiata al catalogo Panini che verrà: alla casa modenese non andava giù il fatto di essere diventato per forza di cose quasi un editore con i prezzi abbordabili, ed infatti il formato 48 pagine per 3,00€ regna sovrano, quindi per quelli come me che erano curiosi di leggere la serie di Brubaker su Bucky (Winter Solider), o anche Spidermen di Bendis, con l'incontro tra lo Spiderman della terra 616 con quello Ultimates, dovranno farsi andare bene sto formato abbastanza odioso. Gli unici titoli appetibili sembrano essere la ristampa del Capitan America di Brubaker ed Epting (14,00€) ed il secondo capitolo dei Dark Avengers , su MarvelMix, al momento la testata con il migliore rapporto quantità di pagine-prezzo.
Eviterei come la peste di spendere 15,00€ per leggere su I GRANDI EVENTI MARVEL - House of M, disponibile sulla ancora reperibilissima passata collana Grandi Saghe.
Lasciarlo lì dove è, sarebbe un chiaro messaggio all'editore, che certe iniziative da Gatto e la Volpe, non sono affatto gradite.
Salda Press propone morti viventi per tutte le tasche e gusti, c'è persino il calendario. Da tenere in considerazione l'albo fuori serie dedicato a Michonne (La storia di Michonne 3,90 €), ma quello che solletica il palato è WITCH DOCTOR volume 1 di Seifert e Ketner.
In casa RW Lion infine dovremo fare i conti con l'avvento dei cofanetti del secondo anno del materiale DC e delle mille iniziative legate al New52.
Su lanterna verde si vedrà la nascita della terza armata, godiamoci gli ultimi colpi di scena di Jhons che ci lascerà dopo una run durata 9 anni. Di stuzzicante, ma solo per veri nerd ci sono il team up tra Star Trek e Legione dei supereroi, ed il volume sui Masters ed i dominatori dell'universo, ma il prezzo proibitivo, costringerà a scegliere uno solo, nonché la ristampa di Astrocity su Lion Extra (15,95€).
Direi che il mio caffè lungo si è freddato abbastanza, ho scroccato abbastanza il wifi del Burger King, non mi resta che chiudere con i soliti:
Baci ai pupi.









giovedì 7 febbraio 2013

Pyongyang: la noia griffata


Non è solo Dario che si lancia in letture più altolocate e poi ne rimane deluso, è successo anche a me, io ho finito di leggere Pyongyang del canadese Guy Delisle, lo avevo preso in biblioteca , con il preciso intento di dirvi quanto mi era piaciuto, e vorrei tanto volervelo dire, così, tanto per darmi ogni tanto, un tono un pò più elevato, invece di essere sempre qui a sbraitare ed agitarmi manco fossi il Diavolo della Tazmania per via dei prezzi e della qualità di certe storie, ma se metti vi dico che mi è piaciuto, e voi filate anche a comprarvelo, come potrei più sostenere il vostro sgaurdo severo?
No, non ci sono proprio riuscito a farmelo piacere ‘sto PyongYang.
Il volume è un fumetto autobiografico, e racconta dell’esperienza fatta dall’animatore-disegnatore del Quebec nella capitale della Corea del Nord, uno degli ultimi baluardi dell’ideologia comunista, isolatosi dal resto del mondo nel dopoguerra.

Attraverso l’esperienza personale, ed un saltuario riferimento all’opera letteraria di Orwell, 1984, Delisle denuncia il regime che vige nello stato nord coreano evidenziandone, limiti, anacronismi e contraddizioni, ora con una tagliente satira ed ora con indigesta amarezza. 
Eppure nonostante il tema interessante, il racconto non coinvolge come vorrebbe o come dovrebbe, alla lunga scivola nella monotonia di una personalissima cronaca di una sgradita esperienza dell’autore con gli usi e costumi di un popolo suo malgrado, congelato in quella ideologia, che al contrario di quanto auspicava Marx nel suo Manifesto, è rimasta uno spettro incorporeo che si aggirava per l'europa.
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A giudicarlo dalla copertina sono sicuro che collocherete questo volume nella vostra libreria proprio lì, tra il Maus di Spiegelman e il Blankets di Thompson, ma questo solo perchè non lo avete ancora letto, solo perchè lo state sopravvalutando, lo state giudicando dalla copertina.
A fine lettura realizzerete che il reportage annoia, sembra quasi che l’autore coscientemente o meno, voglia condividere con i lettori pure il grigio e la monotonia dei due mesi del suo incarico.
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Una delle cose che proprio non mi sono piaciute è come Delisle, in alcuni passaggi sminuisce e ridicolizza i personaggi che incontra nella sua quotidianeità, (si scrive così o ho messo qualche vocale di troppo?), in Corea del Nord. Gli stranieri non possono assolutamente avere alcun tipo di rapporto con i locali, per questo proposito, sono costantemente “accompagnati” da una guida e da un traduttore in ogni loro spostamento: il fisiologico disagio è ben presto sostituito da una intolleranza che l’autore racconta disegnando tavole in cui,  accompagnandosi ad un suo collega sceneggiatore, sbeffeggia i comportamenti dei loro “carcerieri”, riducendoli ad agenti del regime, privandoli di quella umanità che probabilmente avrebbe reso questo volume un discretissimo gioiellino di letteratura illustrata. Riuscendo invece a far emergere soltanto un attrito insanabile che non mi aspettavo fosse il concetto base di un fumetto edito nella collana de  “I libri dell’Internazionale”.
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La cosa più irritante, se mi concedete il termine forse un pò troppo piccante, è il fatto che l’autore non perde si occasione , per denunciare il governo asiatico, evidenziarne gli sbagli, gli inganni, l’oppressione sul popolo, (giustamente) eppure “dimentica” (toh guarda che sbadato che è 'sto Guy) di approfondire la sua posizione in un paese così ostile e anti-democratico, dimentica cioè  di comunicarci di esser parte lui stesso di quei meccanismi di mercato tipicamente occidentali e capitalisti con i quali  si delocalizza la produzione delle merci, in quei paesi poveri per evitare eccessivi costi ed improponibili spese.
Io l'ho cercata una riflessione del genere in tutto il fumetto ma non c'è.
C'è solo quanto sono brutti questi comunisti.
"io e la mia azienda invece veniamo a lavorare qui, perchè qui gli intercalatori (che ovviamente ridicolizza) non costano un cazzo", questo baloon che avrebbe invece resa chiara tutta la situazione, manca, peccato Delisle. Riprova sarai più fortunato.

Chi ha letto “No Logo” di Naomi Klein sa di cosa sto parlando.
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Tuttavia a dispetto dei contenuti che a volte latitano, bisogna dire che Delisle è un bravo fumettista, la sua prosa è scorrevole ed è buona anche l'impostazione delle tavola che rende la lettura veloce.
Per i disegni invece la storia è diversa: lo stile eccessivamente minimalista dell’autore canadese, è di quelle cose tremendamente particolari, che: o si apprezzano, o si fan finta di apprezzare o stancano.
Molto soggettivamente ( par l'amor di Dio, magar c'è chi a chi è piaciuto 'sto polpettone) quindi dirò che nel mio caso Pyongyang ha stancato abbastanza presto, come detto, a parte qualche vero colpo di genio in qualche tavola, l’intero volume non riesce a decollare nè a rapire il lettore (me). Comunque per quel che concerne la grafica vi lascio giudicare allegandovi la solita sporta d’immagini.
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In buona sostanza, un volume evitabilissimo a mio parere, specie se vorrete usarlo per provocare le ire del comunista della comitiva, quell’inguaribile nostalgico che straparla di una situazione che non ha mai vissuto, (un pò, per par condicio, come succede con la gioventù hitleriana di oggi giorno, che sogna di una realtà che non hanno mai sperimentato sulla propria pelle, e che hanno dimenticato di farsi raccontare dai nonni).
Nel caso che il vostro intento, arguti democratici, sia prettamente provocatorio vi consiglio di ricorrere a qualcosa di meno ricercato, credo infatti che sortireste un maggiore effetto imbarazzante ripiegando sul cinema: su film come il malinconico Goodbye Lenin o il bellissimo Le vite degli altri.
Baci ai pupi compagni o camerati… tanto è uguale. 

Economia domestica

Questo pezzo, volendo dura due righe.
Mi ci metto un pò di impegno per farlo durare qualcosina in più.
L'articolo non si basa su ipotesi, è più o meno il racconto di quello che ho fatto io per finire di leggere un pezzo di Storia del fumetto supereroistico statunitense.
Parlo del Thor di Walter Simonson, di cui abbiamo già parlato qui a questo LINK, in occasione dell'uscita del primo dei due Omnibus dedicati alla ristampa integrale di questa sublime run.
Questa non è una recensione, del Thor di Simonson, ne abbiamo già parlato, abbondantemente e bene, questo pezzo, più che altro è un consiglio per gli acquisti, un suggerimento che se accolto da molti farebbe la felicità delle piccole e grandi fumetterie, e darebbe una lezioncina su cui ponderare ai grandi editori di fumetti in Italia, affinchè diano una raddrizzata alle loro politiche editoriali, che sembrano prese, senza voler offendere la suscettibilità di nessuno prese direttamente dal manuale di furti senza scasso della banda bassotti.
Prima qualche informazione: Io sono del 1976, quindi ho (ahimè ancora per poco) 36 anni, non  ho una fumetteria, sono un dipendente pubblico, ma nutro il massimo rispetto per il lavoro e la passione  dei titolari delle mie tre fumetterie di fiducia delle quali ovviamente non ho alcuna intenzione di dirvi nulla, per non farvi credere che fumettopenìa abbia cominciato a raccogliere sponsorizzazioni.
In due parole direi che sono figlio degli anni '80, sono tra quelli che ha visto nascere Dylan Dog, e non a caso citiamo l'indagatore dell'incubo - per un motivo molto semplice - perchè ai tempi del suo boom editoriale, l'assenza o la presenza di quella striscetta bianca diagonale in alto all'angolo destro della copertina con su scritto "Ristampa" o addirittura "Seconda Ristampa" riassumeva in sostanza il valore dell'albo che avevate tra le mani, se era un vecchio inedito aveva un costo, se era la ristampa ne aveva un altro, se era la seconda ristampa ne aveva un altro ancora...un valore ovviamente decrescente, più recente era l'albo più un cazzo valeva. Non fermatevi su Dylan dog, soffermatevi sul concetto di ristampa e del suo valore minore in quanto replica.
Poi dopo è successo qualcosa.
E' successo che ad un certo punto della vita editoriale del fumetto in Italia, ristampa è diventato sinonimo di  replica di valore. E' successo che il mercato ha subito una monopolizzazione, che ha richiesto un forte tributo economico ai lettori, ormai privati dell'opzione di scegliere, ed obbligato a sottostare a determinate politiche alle fumetterie, un monte e più delle quali in questi anni, hanno chiuso i battenti.
La run di Simonson su Thor nell'edizione "rimasterizzata" della Panini costa in totale circa 104€, questo nel caso che il secondo volume per quando uscira non sarà vittima di altri inspiegabili rincari sui prezzi e conservi il prezzo di copertina del suo fratellino, ossia 52 euro.
Per rimasterizzazione si intende una ricolorazione delle tavole, ma quanto lavoro nasconde dietro? Non poco a sentire quelli Olyoptics che si sono occupati della ricolorazione delle pagine del fumetto di Thor, per dirvela tutta, questa industria del colore nei fumetti, è quella che si è occupata della colorazione dell'opera di Otomo, Akira nell' 89, tra le altre cose, il suo fondatore S. Oliff ha colorato migliaia di pagine di comic book, ed è considerato un pioniere della colorazione digitale, inoltre nel caso di Simonson c'è da dire che lo stesso autore ha ricolorato personalemente molte splash page.
Ma sempre 104 euro sono, sempre 208.000 delle vecchie lire sono.
Proviamo in lettere duecentottomilalire, ai bei tempi della lira una cifra del genere faceva pensare a gorsse spese, una bolletta da contestare (sicuramente), o anche una consolle da "si ma poi famo la modifica" "macchè sei matto così se se rompe manco più la garanzia possiamo usà" "eggià allora tocca gioca per un anno sempre allo stesso gioco!".
Ma una somma del genere per dei fumetti? Siamo seri, se si sentivano cifre del genere rapportate ad albi a fumetti stavate tentando di comprare vecchissimi numeri di Flash Gordon o di Nembo Kid.
Non Thor. Non un fumetto (ribadisco, bellissimo) reperibile sul mercato dell'usato alla metà del prezzo.
Non ci credete vero?
Non sta a me credo dirvi, o forse ai piu giovani si, che questo fumetto ha gia avuto un passato italiano, con la defunta Play Press, reperibile senza macchina del tempo.
Ed ora faremo insieme due conti , per vedere se dobbiamo  leggerlo svenandoci o se possiamo leggerlo pagandolo esattamente la metà.


Qui di fianco liberamente "screennoshati" dalla pagina di Ebay, c'è il prezzo medio dell' edizione di Thor della Play Press, in media 1,50 euro ad albo, brossurati di 64 pagine circa con all'interno due numeri di Thor ed un comprimario.

Il Thor di Simonson nell'edizione originale americana durò 45 numeri, dal 337 al 382.
In Italia il mensile The Mighty Thor della Play Press partì la con la pubblicazione del n°351, in pieno Ragnarok, fino al numero 28 che conteneva il l'ultimo numero della Run di Simonson, ossia il 382.
Su ebay questo blocco di fumetti e venduto in media con un prezzo che va tra 1,50-2,00€ .
1,50€ x 28, fa 42 euro.
E' vero vi mancano i numeri iniziali per la precisione i primi 14 numeri, quelli che introducono Beta Ray Bill, in Italia, la Play prima di decidere di affidargli un mensile tutto suo, pubblicava il Dio del tuono in appendice a Silver Surfer, il surfista d'argento, poveraccio, su Ebay, (ma anche alle fiere) è venduto anche a meno di 1,50€,  1,20€ in media, ma uno paziente sono certo riuscirebbe a trovare questi albi anche a 1 euro, ma vada per il pessimisimo, vada per 1,20€.
1,20€x14 fanno 20,16€, che sommate alle 42 di prima fanno? 62,16 euro, mancano ancora quasi 42 euro all'edizione Panini.
Ma si può ancora risparmiare: I primi otto numeri (337-344) hanno avuto anche un'altra ristampa.
Su Grandi Saghe n°40 " Il Thor di Walter Simonson" (tra l'altro ricolorato se proprio ste rimasterizzazioni vi titillano), ora quasi nessuno compra più la collana delle Grandi Saghe  a prezzo pieno, La collana della Gazzetta non costa più di 5 euro a volume.
Quindi si potrebbe per risparmiare ancora qualche eurino prendere otto numeri a 5 euro, e prendere Silver Surfer Play Press dal n° 9 al numero14. Con quest'altro metodo vediamo quantosi spende:
42 euro (The Mighty Thor Play Press 1-28) + 5 euro (Grandi saghe #40) + 7, 20 euro (Silver Surfer Play Press 9-14) = 54 euro.
Esattamente la meta, esattamente il costo di un solo volume, con svariati vantaggi, non è detto che per esempio, dovrete sborsarli tutti insieme, e non avrete problemi a leggere questa bellissima opera in giro. 

(gli Omnibus, saranno anche colorati da dio e fighi da vedere, ma dove cazzo ve li volete portare? In giro? Maddai. Con quello che li pagate li trattate peggio di un bambino, il cane lo lasciate fuori magari, l'Omnibus no.)  
Ed in più potrete leggervi anche un piacevole extra, perchè non dimenticate che vi avevo parlato dei comprimari - lasciando perdere il Silver Surfer di Englehart, abbastanza noioso, ma l'aquisto degli albi Play Press, che giacciono sugli scaffali di fumetterie divorati dalle tarme,vi porterebbe la piacevole lettura di una miniserie suigli eterni di Gillis e Buscema ed una divertentissima miniserie di Hercules a firma di Bob Layton, che ricordo a me fece morire dalle risate a quei tempi. Quindi sono 54 euro per il Thor di Simonson più alcuni extra. Ma qui apariamo una parentesi sulla questione delle rese - gli editori vendono alle fumetterie i loro prodontti con nessun obbligo di resa, vale a dire o sei bono a venderlo o te lo tieni in negozio- quindi non si tratta di risparmiare soltanto, si tratta di far girare l'economia nel verso giusto, E di dare un messaggio chiaro ai grandi italiani, ma in realtà il messaggio è per una sola casa editrice.
Spero che la lezione di economia domestica  vi sia d'aiuto e vi apra gli occhi sulle vostre spese future, in casa Panini si parla di una nuova collana chiamata "GRANDI EVENTI MARVEL" che dovrebbe pubblicare tra le altre cose: eventoni  (sic!)come House of M, e Guerra Segreta, alla modica cifra di 15 euro, tenete gli occhi aperti perchè è roba reperibilissima grazie alle antologiche della Gazzetta come Grandi Saghe e Supereroi a 5€.
Baci ai pupi.

mercoledì 6 febbraio 2013

Le anteprime di Fumettopenìa: La X-Force di Cable

Si chiama Marvel Now, ma quel che racconta ricorda molto il Marvel Yesterday.
Ormai dopo le delusioni passate mi accosto ai fumetti Marvel terribilmente scettico, ed è bello vedere che ogni tanto sono ancora in grado di sorprendermi, e si dopo il nuovo Deadpool disegnato da Tony Moore, ed il Thor illustrato da Ribic, perchè ricordatevi che Ribic non disegna, Ribic illustra, mi sono letto un poco della nuova X-Force post rivoluzione Marvel, ma non quella con Fantomex con la vagina, quella di Cable.
Confusi? E si anche io lo ero agli inizi, non che adesso nel mio cervello splenda chiaro il sole della sapienza, ma dopo essermi letto tre numeri, ne so sicuramente di più di quando ne parlavo limitandomi a leggere rumors in rete.
Siccome le Stealth Squad, i gruppi ombra, gli sporchi e cattivi insomma vanno tanto di moda e spaccano (vedi anche la nuova Suicide Squad per par condicio) , alla Marvel, la X-force raddoppia, e si, e tra loro nono comunicano nemmeno tanto, la X-force che ho letto io è quella di Cable, quindi se vogliamo è la X-force originale, quella che lo stesso Cable tanti anni fa ormai plasmò dalle ceneri dei Nuovi Mutanti.
Allora in quelle ipercinetiche ed ipertofiche storie firmate Liefeld e Nicieza, per lo meno tanto iper se le leggevi all'età giusta, ora con 30 anni sul groppone, a rileggerle le trovereste iperridicole, e se così non fosse mi iperpreoccuperei, dicevo allora la nemesi principale di Cable era Stryfe ed il suo Fronte di Liberazione Mutant, ricordate? Ed oggi? Non vi dico niente!
Oggi il suo cruccio principale è come sempre la salvaguardia del genere umano sulla solita mutevole linea temporale della continuity Marvel.
E la nemesi principale sembra essere ancora avvolta nelle nebbie del mistero, anzi a giudicare dal secondo numero nella solita zona d'ombra di una stanza nascosta chissa dove dalla quale il vilain di turno tira i fili delle sue marionette.
L'unico indizio che ci è dato, è il fatto che stavolta la terra sia minaciata dal caro vecchio virus tecnorganico, lo stesso che lo aveva reso un mezzo cyborg, il nuovo Cable infatti, la cui ultima morte dovrebbe risalire alla fine di Secondo Avvento, ma potrei sbagliarmi, l'aldilà nel mondo del fumetto ha decisamente le porte scorrevoli, è privo di qualsiasi apparato cibernetico, è solo carne, ossa, e barba incolta.
Sia chiaro: non è che in appena 3 numeri, la trama sia già così ben definita, e nemmeno ho intenzione di spoilerare chissà cosa, Dennis Hopeless, ha strutturato il tutto giocando sulla personalità di Cable, il duro per il quale una parola è poca e due sono troppe, quindi più o meno la sceneggiatura gioca sul fatto che come sempre l'unico ad avere il quadro completo è il leader. Quindi se non ho intenzione di dirvi nulla della trama, cosa che riterrei alquanto scorretta cosa diciamo?
Il buon lavoro di Hopeless sui dialoghi
Diciamo che questa X-Force per ora, non è niente male, Hopeless, a dispetto del suo cognome, fa sperare di tirare su una godibile arc, tutto azione e dialoghi incalzanti, con qualche sprazzo di approfondimenti psicologici, niente da manuale però. Non chiedete la luna.
Ai disegni un diligentissimo Larroca, che butta giù, prospettive, tagli di tavole, anatomie e caratterizzazione dei personaggi sempre di un certo livello di gran lunga sopra la media, se questa nuova serie raggiunge l'otto pieno come voto, dopo appena solo tre numeri, è anche per le sue dannatissime matite.
Cable per il nuovo team arruola ovviamente Domino, Colosso, Forge, ed un audacissimo Dr Nemesis.
La caratterizzazione dei personaggi, è estremamente appetibile, ed  dialoghi sono veramente ben strutturati, se siete ala ricerca di un fumetto di Mutanti, che sia d'azione con tanta Sci-Fi, elementi spionistici, con personaggi ben definiti ed anche una buona dose di dialgohi pompati di testosterone, direi che potete sfanculare la bnuova serie di Bendis (che al contrario è solo dialoghi snervanti  ed aspettative deluse) e ripiegare su questo Hopeless, tutt'altro che Hopeless.  
Ancora una volta ed inspiegabilmente la Marvel mi delude con i Big, evidentemente pilotati nella stesura delle proprie storie a vantaggio di eventi corali che intetressino tutte le testate, e mi entusiasma con i titoli più sottovalutati, resterebbe da capire dove finirà questa serie una volta arrivata in casa Panini, e sperare che finisca in un albo con almeno un comprimario che valga il costo del fumetto.
Larroca 10+
Baci ai pupi.

domenica 3 febbraio 2013

L'arte di Lorenzo Mattotti

Superman contro He-man....tzè ma come mi e venuto in mente di propinarvi 'na roba così?
E' prorpio vero che col senno di poi, quello che al momento ci pare una cosa bella da fare o dire, poi con un diverso tipo di occhi ci sembra una cazzata pazzesca...ma inutile piangere sulla recensione versata, ormai ve l'ho proposta! meno male che è stata visionata poche volte! 
E meno male che col tempo, a fumettopènia, mi sono circondato di gente che ogni tanto si concede letture più elevate,  certo anche questo volume non è di facile reperibilità, e da come ne parla Dario, forse è quasi una fortuna, fu pubblicato su quella sottovalutatissima collana di Repubblica di qualche tempo fa: che ahimè durò solo 10 numeri ma che pubblicò titoli interessantissimi come Palestina di  Joe Sacco, Città di Vetro di Mazzuchelli e Blankets di Craig Thompson, (occhio, tra glia ltri figurano anche Igort e Spiegelman però).
La verità è che io sono in un periodo di analfabetismo puro, leggo, tanto e disordinatamente, ma non riesco a mettere giùù una riga degna d'essere letta.
A proposito di proposte, rubo un attimo la scena per consigliarvi due visioni:
L'adattamento a cartoni animati di BATMAN YEAR ONE, la miniserie di Frank Miller, quando Miller sapeva ancora scrivere, che rivisitava le origini del cavaliere oscuro. 
Il cartone della Warner è abbastanza fedele al fumetto originale, e stilisticamente è decisamente appetibile, per ora non esiste la versione italiana, speriamo che qualcuno si degni di doppiarlo nel nosro idioma.
Secondo, anche questo in lingua originale per ora,  è il comic-motion Thor & Loki Brood Brother, in pratica è l'adattamento della miniserie di Rodi - Ribic, ormai introvabile, che qualche tempo fa fu riproposta sulla collana della Gazzetta dello Sport, Dark Side, i disegni di Ribic vengono stupendamente digitalizzati ed animati dallo studio Magnetic Dreams, ed il risultato è, un insolito videobook veramente apprezzabile.
Bene ho rubato abbastanza spazio al caro Dario, che si è letto (o riletto?) Fuochi e le altre Storie.
E questa è la sua opinione nuda e cruda.
Buona lettura.






Non tutte le ciambelle riescono col buco. Oppure riescono col buco ma non tutte hanno lo stesso sapore, almeno per il mio palato.
La Graphic Novel Fuochi, scritta e disegnata da Lorenzo Mattotti è considerata una specie di spartiacque nella narrativa adulta italiana. La storia presentata dall'autore si slega dalla narrazione tradizionale e lineare per affacciarsi su territori quasi inesplorati dal fumetto italiano (parliamo dei primi anni ottanta). Elementi visionari, consequenzialità incerta e sperimentazioni rendono l'opera sicuramente fuori dal comune senza rinunciare completamente a uno storytelling fruibile, a metà tra racconto e sogno, accadimento e visione. Una sequenza di eventi da interpretare e, volendo, analizzare. Non siamo di certo di fronte alla classica storia d'avventura, al racconto d'appendice o al fuilletton più classico.
Inoltre le illustrazioni (riduttivo chiamarli disegni) di Mattotti contribuiscono in maniera decisa a rendere l'opera un fumetto fuori dal coro. Si inizia con una corazzata, la Anselmo II, che giunge sulle coste dell'isola di Sant'Agata. L'ufficiale in comando vuole vederci chiaro su strane dicerie e misteriosi accadimenti legati all'isola e che hanno portato alla scomparsa di alcuni mercantili. I primi a sbarcare sull'isola sono il Tenente Assenzio e la sua squadra.
Fin dalle prime tavole al lettore vengono proposti elementi onirici, sogni, o semplicemente accadimenti reali ma incomprensibili. Strane apparizioni e fenomeni inspiegabili coinvolgeranno in prima persona il Tenente che, vignetta dopo vignetta, verrà coinvolto in una spirale di strana follia.
 
Le tavole di Mattotti sono realizzate a pastello a olio con tinte decise a creare diversi contrasti forti tra rossi e neri e ad avvolgere la storia tra ombre soverchianti la luce e sprazzi ambigui a tratteggiare fuoco e fuochi. Le vignette sono lì per essere guardate e riguardate, i tratti (che proprio tratti non è la parola giusta) richiamano vagamente varie correnti dell'arte pittorica e hanno una bella resa visiva che migliora ancora nelle storie successive. Insomma, presentato così questo Fuochi sembra avere le giuste prerogative per essere una bella storia, anche ben disegnata. Bene, io devo dire di averla trovata una vera noia. Per quanto Mattotti sia considerato tra i grandi autori del fumetto italiano, almeno per queste tre storie (Fuochi, Zona Fatua e Caboto) non mi snto di incensarlo più di tanto. Non ho trovato in queste tavole nè un coinvolgimento emotivo seppur vago, nè un'empatia con i personaggi, nè momenti particolarmente avvincenti. Forse la mia sensibilità è scarsa, forse narrazioni meno convenzionali non fanno per me (eppure amo Moore, Morrison, David Lynch e chissà quale altro matto), forse, forse. Forse Fuochi non è così eccezionale, potrebbe essere un'ipotesi.
Il volume è occupato solo per un terzo dalla storia citata nel titolo. Il lato artistico prosegue con una certa coerenza nella seconda storia, con scelte cromatiche più vivaci e varie per culminare al meglio nella conclusiva Caboto. Può piacere o può non piacere, la bravura di Mattotti non si discute. Di contro la narrazione (non sua nelle ultime due storie) continua a non convincermi, la lettura dell'ultima storia non l'ho neanche portata a termine. Sono aperto a qualsiasi illuminazione. Fatevi avanti.