Si, questo è un altro blog sui fumetti. E come suggerisce il nome, indica una malattia: la dipendenza dai fumetti.

Benvenuti nell'ennesimo posto del web, saturo di dissertazioni e soliloqui, commenti e suggerimenti sulla nona arte.
Perchè fondamentalmente, chi ama i fumetti, non ne hai mai abbastanza, e non solo di leggerli, ma nemmeno di pontificarci sopra.

I tag non bastano? Allora cerca qui


Fumettopenìa è dedicato a Fumettidicarta ed al suo papà Orlando, che dal 2009, non ha mai smesso di farmi credere che scrivessi bene! Anzi scusate, che scriverebbi bene. E se adesso migliorato, lo devo sicuramente ai suoi incessanti consigli.

sabato 11 agosto 2012

Crossed - Quando Garth Ennis incontra Bret Easton Ellis

Crossed di Garth Ennis e Jacen Burrows - ed. italiana Panini Comics - Collana 100%
Brossurato 256 pagine a colori, 20.00€
Consigliato ad un pubblico adulto. 

Finalmente l'epoca dei vampiri è tramontata.
E meno male aggiungerei, visto in cosa li aveva trasformati la Meyer, la scrittrice della trilogia di Twilight.
Una compagine di tristi smunti pallidi personaggi, buona per far sognare le emo-ragazzine depresse e infoiate.
  adire il vero, mi sono sempre tenuto alla larga da questa letteratura scappata dall' etichetta Harmony, ma siccome a questo mondo siamo tutti peccatori, me compreso, mi capitò invece in un attimo di debolezza, di  vedere il primo film.
E dopo aver tirato giù dalle loro soffici nuvole un cospicuo numero di santi del paradiso, con bestemmie che avrebbero fatto impallidire persino il letterista di Tarantino, tutto questo solo sentendo i dialoghi del film, una volta più calmo non potei fare a meno di notare di come la Meyer e la regista Hardwicke, (della quale per vostra decenza vi risparmio la filmografia), nel costruire la loro personalissima cornucopia, avessero stuprato e saccheggiato e rivisitato con discreto cattivo gusto, l'opera di Anne Rice, come per esempio il bellissimo Intervista con il vampiro.
Ma finalmente come dicevo pocanzi, la loro epoca è finita. Ed ai vampiri sono susseguiti gli zombi.

Io zombo, tu zombi, egli zomba....

Ora, chi prima, chi dopo, tutti quelli che contano si sono cimentati con il concetto di vita oltre la morte, vita votata più che altro al bighellonare senza sosta per le strade alla ricerca di qualcuno da mordere e/o divorare, concept che con gli anni si è sempre poi associato alla catastrofica fine della società moderna così come la conosciamo:




Come ci illustra l'esimio tuttologo Pico Dè Paperis, persino il nostro Zagor, in una sua avventura ha avuto a che fare con gli zombi, anche se in quella storia, lo Spirito con la scure dovette vedersela con quelli tipici del folklore Haitiano creati attraverso riti vudù.  In occindente invece, la magia ha sempre centrato poco o nulla con  le orde di zombi che infestano all'imporvviso le strade, quasi sempre,  ad esclusione di Dylan Dog, in cui i non morti sono frutto degli esperimenti della sua nemesi demoniaca Xabaras, qui da noi la colpa della regressione in mostri dal succhiotto estremo, è sempre colpa dei militari, di qualche biologo troppo audace, di qualche virus che sfugge al controllo dei suoi creatori, o addirittura tutte le cose insieme:
Per S. King, in Cell la metamorfosi avviene attraverso un impulso lanciato da tutti i cellulari in funzione, tutte le persone che in quel momento stavano usando il cellulare si trasformano in mostri privi ci coscienza con l'irrefranabile volontà di mordere ed uccidere il prossimo.
Per i creatori del famoso videogioco Capcom, Resident Evil, era un virus, il virus T, sfuggito al controllo della Umbrella C.
L'errore umano, è alla base della trama anche di 28 giorni di Boyle (in quel film, dei sedicenti animalisti liberano dei cani infetti) e The Walking Dead di Kirkman;  per il primo gli zombi non sono morti, bensì vivi e folli, corrono come matti e mordono a destra e a manca ed infettano in pochissimo tempo. 
Per Kirkman gli zombi sono quelli classici alla Romero, tanti, lenti ed incapaci di proferire parola e con una fame insaziabile.
 Il fortunato autore americano però si spinge oltre, ed ipotizza uno scenario ancora più inquitante: il virus ormai presente in tutti gli uomini, si attiva soltanto quando questi muoiono, come scopre Rick il vicesceriffo, (la serie è talmente seguita ormai che ha anche avuto una trasposizione televisiva, un telefilm giunto alla seconda stagione).
Kirkman comunque è il vero responsabile del ritorno dei morti viventi, sulla scia del successo del suo fumetto, abbiamo avuto in questi anni, un milione di variazioni sul tema, tra queste ricordiamo:
Marvel Zombie -  in cui gli autori (tra cui Millar e lo stesso Kirkman), approfittando degli universi paralleli, hanno creato un mondo in cui un virus proveniente dallo spazio, infetta solo i supereroi, che spinti da una "FAME INSAZIABILE" (titolo della prima miniserie) hanno divorato l'intera umanità.
In Blackest Night (DC COMICS), di G. Jhons e I. Reis, gli zombi sono membri del corpo delle Lanterne Nere, e sono affamati di emozioni più che di carne.
Rick Reminder e Tony Moore per la Image Comics, osano e ci mostrano cosa accadrebbe ad una troupe di film porno se gli zombi irrompessero sul set, nel delizioso XXXombies. 

Alla fine arriva Garth... 

Ad un certo punto Ennis avrà pensato: "Cazzo!" (Perchè Ennis, lo sapete benissimo, pensa e parla così) 
"Sono l'unico coglione, che ancora non ha fatto una zombie-story?!" 
Allora ha chiamato quelli dell'AVATAR e gli ha parlato del suo imminente progetto, ma immagino che l'editore non ha potuto fare a meno di nascondere uno scetticismo, d'altronde era come giungere a Eldorado dopo che le maggiori vene aurifere erano state tutte saccheggiate, difficile cavarne un guadagno,d'altronde qualsiasi cosa si dicesse o si facesse sugli zombi adesso, non poteva avere poi chissà cosa di originale. Pensate  al rilancio di Simon Garth su collana MAX, o l'assurdo Manuale per sopravvivere agli attacchi zombi (in Italia ed. Panini, 13€), per quanto audaci non sono riusciti a scrollarsi via dalle pagine la sensazione di deja-vu, di qualcosa di già visto e già letto.
Diciamolo, l'opera di Kirkman, ha tutto quello che serve sugli zombi.
Dialoghi e caratterizzazione dei personaggi, che rasentano la perfezione, scenari inquietantemente fattibili, chicche ineguagliabili come la scelta di vivere all'interno di una prigione, o il personaggio di Michonne, l'avvocato di colore armata di katana che gira con due zombi a guinzaglio privati di braccia e mandibola.
Insomma, sarebbe stato decisamente arduo trovare qualcosa di veramente originale a questo punto, che valesse la pena di essere pubblicato.
Ma Ennis è sempre stato un furbacchione, per quel che concerne sventramenti ed ultraviolenza, non ha mai avuto bisogno di mentori o guide, toccava solo lavorare su alcuni particolari per rendere appetibile il suo fumetto.
E le occasioni e le idee erano tutte intorno a lui, basta solo saperle cogliere e mescolare bene:
  • Probabilmente da Danny Boyle (28 giorni dopo), prende l'idea che in realtà gli infetti non sono dei non-morti, sono vivi, vegeti e pazzi. Niente cadaveri violacei e ciondolanti per i vicoli bui della città quindi, ma individui folli, veloci e spietati. 
  • Da Cell di S. King pesca il fatto che con il passare del tempo, gli infetti, mutano il loro comportamento, si adattano e si evolvono, imparano, e si riuniscono in gruppi sviluppando una gerarchia determinata dalla forza degli individui.
  • Difficile non pensare che un altro media a cui Ennis abbia attinto per sviluppare la sua orripilante creatura, non sia "The Crazies", (in Italia ribattezzato La città verrà distrutta all'alba), altro film che ha alla base della sua trama un'arma biologica capace di rendere gli uomini spietati assassini, questi però, esattamente come i suoi scrociati, conservano comunque ricordi, una certa lucidità e creatività per quel che concerne l'omicidio. 
  • Dagli autori del film Cloverfield, Ennis adotta il trucco narrativo di non fornire alcuna spiegazione riguardo quel che sta succedendo, per tutto il volume, non c'è un minimo accenno alla causa del contagio o al modo in cui esso si sia propagato su scala mondiale. Protagonisti e lettore sono messi di fronte all'apocalisse già compiuta, riducendo il tutto ad una lotta di sopravvivenza.
  • da Kirkman prende l'ispirazione per i dialoghi dei suoi personaggi. Dando modo di aver inteso per bene il segreto del successo del fumetto dell'autore americano.  In effetti i dialoghi che leggerete in Crossed sono il motivo maggiore, per il quale questo fumetto è associato così tanto a Walking Dead. Quelli e le situazioni da camping estremo sono diretti figli del fumetto della Image Comics, ovviamente sceneggiati alla maniera di Garth Ennis.
  • Infine da Bret Easton Ellis, autore di American Psycho e Glamorama, ma volendo anche dal romanzo di Palahniuk, Cavie, apprende nuovi sanguinolenti stratagemmi per stomacare il lettore.
Questa più o meno, a mio parere, è la bibliografia a cui il buon Garth attinge per il suo Crossed..

Crossed o non Crossed? Questo è il problema.
Ma alla fine, Crossed, val la pena di essere letto o no?
Letto sicuramente, comprarlo sta a voi deciderlo, l'edizione Panini, è il solito brossurato da 20€, la cosa buona però è che le pagine sono 256, quindi il volume ha un suo rispettabile peso, quanto meno nel tenerlo tra le mani non vi sentirete rapinati dall'editore.
Considerando anche che dello stesso autore, The Boys (IMHO pessimo), costa in media, ben 11€ per appena 96 pagine. 
L' incipit è uguale a tutti gli altri media del genere disastro ed altri macelli: in una cittadina come un' altra in una sera come un' altra si scatena la fine del mondo, la priorità è di uscirne vivi e la speranza è che la sciagura sia contenuta solo nella propria città, che scappando da essa si andrà incontro ai soliti militari, alla cavalleria che vi salverà.
Niente di tutto questo.    
Ennis come suo solito estremizza il tutto ai limiti della sopportabilità, è come vedere uno snuff-movie a fumetto, tutto quel che è omesso negli altri film o comics del genere, tutto quel che è lasciato all'immaginazione del lettore, e vive nello spazio bianco tra una vignetta e l'altra, Ennis ve lo piazza sotto il naso, incurante delle reazioni, gli scrociati fanno paura perchè godono di quel che fanno, e fanno di tutto.
Non sono zombi mossi da una fame ancestrale che diventano pericolosi solo se vi sentono vicini, gli scrociati vi vedono, vi seguono, vi attaccano, vi violentano vi smembrano e vi divorano.
Sembra che il virus, il battere o il gene veicolato, qualsiasi cosa sia, (io però che da poco ho finito di leggere NEXT di Critchon, simpatizzo per l'ipotesi del gene, per via dell'ulcera a forma di croce che spunta sul viso di tutti gli infetti), abbia la facolta di disattivare quella parte di cervello adibita all'autoconservazione ed al controllo degli istinti più bassi, come addirittura smembrare e stuprare tutti, bambini compresi.
Ennis, che si è spinto fino al creare Kessler la scimmia, l'agente CIA che si masturba vedendo le giovani atlete in carrozzina alle Paraolimpiadi, qui va oltre, e se in The Boys l'ultraviolenza è attuita da una marcata, dissacrante satira al fumetto supereroistico, che allegerisce la lettura ed un alcuni frangenti può persino divertire, qui l' orgia splatter di violenza gratuita a cui vi sottopone è priva di qualsiasi filtro o attenuatore, è tanta è può anche nauseare.
Il tratto preciso di Jacen Burrows ed i colori di Juanmar e Greg Waller non fanno che peggiorare la situazione, le tavole sono estremamente realistiche e dettagliate, e molte volte osservandole vi stupirete nello scoprire i dettagli inquietanti con sui l'autore scozzese guarnisce la sua sceneggiatura.
Cazzocavallo, il leader di un gruppo di infetti che braccherà il gruppo dei protagonisti, usa il pene di un equino come un manganello, molti degli scrociati si coprono con pelle umana, e quasi ogni tavola nasconde qualche particolare raccapricciante.
I disegni puliti , le anatomie e le espressioni privi di qualunque stilosità fumettistica di sorta,  rendono le nefandezze di Ennis in qualche modo vere e prossime, e pertanto angoscianti.
Alla fine Crosses è un survival-horror post apocalittico, con ben pochi sopravvissuti, da leggere, ma caldamente raccomandato solo agli amanti del genere e ai fan di American Psycho. che ha il suo punto forte negli eccessi dell'autore e nei dialoghi studiati,  la pecca è la povera caratterizzazione dei personaggi e dei salti temporali non sempre molto chiari.
In vari passaggi vi lascerà  abbastanza interdetti a meno che non vi chiamate Charles Manson. 
 Aspettiamo con ansia l'ormai prossimo seguito che dovrebbe avere al timone anche David Lapham autore della spy story-splatter Terror inc (Marvel linea MAX).
Baci, anzi morsi ai pupi.


Nessun commento:

Posta un commento